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Bentegodi |
20/12/1970 |
h.14.30 |
HELLAS VERONA - TORINO SOSPESA per nebbia al 12' del primo tempo Hellas Verona: Pizzaballa, Nanni, Landini III, Ferrari, Batistoni, Mascalaito, Mascetti, Mazzanti, Orazi, Moschino, Clerici. A disposizione: Colombo, Bergamaschi. All.: Pozzan. Torino: Castellini, Poletti, Lombardo, Mozzini, Fossati, Crivelli, Rampanti, Ferrini, Pulici, Sala C., Bui. A disposizione: Sattolo, Petrini. All.: Cadé. Arbitro: Picasso di Chiavari. Reti: - Spettatori: 10 mila circa di cui 6.938 abbonati e 1.935 paganti per un totale di 8.873. Note: La partita è stata sospesa per 12' per nebbia. L'arbitro Picasso di Chiavari, dopo un consulto con giocatori e dirigenti, ha fischiato la fine dell'incontro anticipatamente. Cronaca [Tratto da La Stampa del 21 dicembre 1970] Al Bentegodi la nebbia l'ha fatta da padrona. L'incontro Verona-Torino è stato sospeso dopo tredici minuti di giocò, quando il risultato era ancora sullo zero a zero. I dirigenti delle due società si sono accordati per recuperare la partita il 6 gennaio, giorno dell'Epifania. Toccherà alla Lega ratificare questo accordo. Sarebbe stato meglio, forse, neppure incominciare, ma alle ore 14,30 la visibilità era sufficiente e l'arbitro ha dato il via. Pochi minuti dopo, era ridopo, dotta ai minimi termini: dalla tribuna quasi non si distingue va li colore delle maglie e i giocatori sembravano fantasmi. L'arbitro Picasso decideva di interrompere un'azione sotto la porta di Castellini (in precedenza c'era stata una leggera prevalenza granata) e mandava le squadre negli spogliatoi. Tra scorsi dieci minuti, Picasso e i due ''capitani'' si ripresentavano sul campo. Nebbia ancora più fitta, triplice fischio definitivo. I granata si sono presentati a Verona con una formazione decimata, priva di quattro titolari: l'intera linea mediana è stata colpita da angina (Cereser convalescente, Puia ed Agroppi sono partiti a mezzogiorno per Torino, in auto, con febbre a 39 gradi), e Maddè è stato tenuto prudenzialmente a riposo per un risentimento muscolare alla coscia destra. Tutti e quattro i giocatori sono comunque recuperabili per la gara con il Milan in programma domenica prossima. Cadè ieri ha dovuto rivoluzionare la difesa, rilanciando Lombardo sulla linea del terzini e facendo esordire il diciannovenne Mozzini nella massima divisione. Ecco come, tatticamente, era disposta la squadra granata: Poletti libero (per la prima volta), Mozzini su Clerici, Fossati su Mazzanti, Lombardo su Orazi; a centrocampo questi gli accoppiamenti: Crivelli-Mascetti. Ferrini-Moschino. Sala-Ferrari: In avanti Pulici era preso in consegna da Nanni. Bui era opposto a Battistoni (protetto dal libero Mascalaito) e Rampanti veniva controllato da Landlni III. Tredici minuti di gioco, nella nebbia, sono serviti a mettere in evidenza la tranquillità dell'esordiente Roberto Mozzini che ha affrontato Clerici senza alcun timore reverenziale. Mozzini, l'ultimo prodotto del vivaio granata, è nato il 22 ottobre 1951 a Sustinente (Mantova), ha iniziato come terzino nella Reggiana e l'anno scorso è stato acquistato dal Torino che l'ha utilizzato nel torneo Primavera. Cadè l'aveva già impiegato in prima squadra in una recente amichevole in Jugoslavia. Al termine del suo mini-debuttoMozzini appariva soddisfatto: ''Non ero affatto emozionato. Peccato che la gara si sia conclusa così presto. Bui mi aveva spiegato quali erano le caratteristiche di Clerici. Sono sceso in campo convinto di poter fermare il mio avversario, invece la nebbia ha fermato entrambi''. Negli spogliatoi i più dispiaciuti per la sospensione erano logicamente i veronesi, tutti convinti che la nebbia aveva ''salvato'' i.. Resti del Torino. Diceva Garonzi, presidente gialloblù: ''Se si fosse giocato, due gol non li avrebbe tolti nessuno al Torino!''. E Pianelli di rimando: ''Questo è ancora da dimostrare. Ogni volta che noi abbiamo sperato sugli infortuni degli altri, ci è andata male''. Tra Pianelli e Garonzi, s'è poi verificato una specie di dibattito, sulla crisi economica, presunta o reale, attraversata attualmente dal calcio italiano. Pianelli ha così esordito: ''Garonzi ed io sappiamo come amministrare un club. Dieci anni fa. Quando ho assunto la presidenza del Torino, c'erano giocatori che guadagnavano quindici milioni di ingaggio all'anno, più gli stipendi. Oggi il più pagato fra i granala percepisce diciotto milioni, più il venti per cento, se la squadra raggiungerà la ''quota 33'' in classifica. Senza dimenticare che il Torino è la terz'ultima società in fatto di incassi''. Garonzi: ''Tra due anni forse il calcio non ci sarà più''. Meno pessimista Pianelli: ''Garantisco che il calcio sarà ancora in auge fra un decennio. Noi non ci mettiamo sullo stesso plano di quel dirigenti che promettono e non mantengono fede agli impegni, Due anni fa ho diminuito gli ingaggi del venti per cento, perché la situazione lo consigliava. E' necessario che qualcuno ci segua su questo piano''. E ancora Garonzi: ''Io sono fra quelli che non fanno il passo più lungo della gamba. Non si può spendere più di quanto si incassa, sperando nel ricavato delie vendite dei giocatori. Il Verona, ad esempio, potrebbe avere il pezzo da trecento milioni, ma sul mercato potrebbe non esserci la società in grado di pagare una simile cifra''. A proposito di incasso, ieri il Verona ha dovuto rimborsare sette milioni e mezzo agli spettatori che sono venuti al Bentegodi con la speranza di assistere all'incontro. Sempre in tema economico, da segnalare che stasera, nei saloni della Camera di Commercio a Torino, si terrà l'annuale assemblea ordinarla degli azionisti granata. La prima convocazione è per le ore ventuno. La voce principale dell'ordine del giorno riguarda l'aumento del capitale sociale, che sarà portato da 500 a 900 milioni. Durante la riunione verrà anche esaminato il progetto dell'abbattimento dello stadio Filadelfia, sulla cui area dovrebbe sorgere un nuovo complesso sportivo. |
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