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Comunale |
24/01/1971 |
h.14.30 |
TORINO - BOLOGNA 1-0 (1-0) Torino: Castellini, Poletti, Fossati, Puia, Cereser, Agroppi, Rampanti, Maddé, Pulici, Sala C., Bui. A disposizione: Sattolo, Crivelli. All.: Cadé. Bologna: Vavassori, Raversi, Ardizzon, Cresci, Janich, Fedele, Perani (al 70' Scala), Rizzo, Savoldi, Bulgarelli, Pace. A disposizione: Adani. All.: Fabbri. Arbitro: Lo Bello di Siracusa. Reti: Bui 37'. Spettatori: 30.975 di cui 24.795 paganti e 6.180 abbonati per un incasso di 37.563.800 lire. Cronaca [Tratto da La Stampa del 25 gennaio 1971] Poteva essere un incontro di alto livello tecnico e anche di notevole carica agonistica, data la presenza di uomini con crudo carattere. Fasi anche ottime di gioco non sono mancate, ma un notevole appannamento bolognese quasi un disamore, una nausea per il pallone: succede alle squadre che si sono spremute molto) e soprattutto un arbitraggio di grande rilievo hanno fatto sì che la partita non uscisse mai dal prevedibile. I granata hanno incamerato due punti regolamentari, sprecando molto gioco che avrebbe dovuto giustificare un bottino ben diverso, e i bolognesi di Fabbri hanno corso, piroettato e scambiato palloni con decenza accademica ma senza creare mai veri pericoli, senza far maturare lo spunto incisivo che porta al gol e all'applauso. E diversi giovani - bisogna dirlo - sul campo non hanno saputo battersi con l'animo di tanti vecchioni, tipo Bulgarelli o Pula o Ferrini o Bui, risultati tra i migliori proprio per quell'amor di football che li contraddistingue da anni. Il Torino ha vinto, ma, pur costruendo un gioco talora piacevolissimo, ha dimostrato ancora una volta la sua deficienza in zona realizzatrice. Esiste un vizio anche nella manovra, nella velleità di costruzione, di passaggi eccessivi, che non liberano in modo impeccabile gli uominigol o irretiscono questi stessi uomini-gol in un labirinto di tocchi e ritocchi, in uno scambio ossessivo, magari ''di prima'', ma senza esito ai fini dell'azione. Il calo leggero di Pulici e Rampanti, nella gara contro i bolognesi, non è un problema grave, però rimarcabile: Pulici è stato strattonato con atletico cinismo da Roversi (sempre punito da Lo Bello) ma ha fallito per eccesso di spinta o per irruenza cieca su tante intelligenti aperture dei compagni: e Rampanti, discreto in appoggio, non ha mai dato la dimostrazione di saper filtrare in avanti come altre volte, e ha fallito alcuni cross con una rozzezza di piede mai constatata prima. Non vorremmo essere severi verso la squadra granata, qua e là pimpante come nei suoi giorni migliori, ma proprio perché giovani, certi giocatori vanno seguiti con occhio vigile e non eccessivamente consenziente. Con un Pulici in giusta carburazione, con un Rampanti meno distratto e svagato, la vittoria del Torino avrebbe potuto avere un diverso peso, non solo per il punteggio ma nel segreto della sua sostanza tecnica. La gara è stata piacevole. Con un ritmo elevato, con capovolgimenti, situazioni, manovre e anche invenzioni che hanno soddisfatto il pubblico, mai obbligandolo allo sbadiglio. E tuttavia sotto la patina brillante del gioco si poteva intuire uno scheletro fragile, una labilità di concezioni che tutte e due le squadre, in altri incontri, non avevano mai denunciato. Non si è trattato neppure di una battaglia, ma di una godibile ''suite'' priva di autentiche sorprese. Un buon caffè corretto, insomma, non un liquore altamente alcoolico, come alcuni avevano previsto. La cronaca possiamo limitarla a pochi episodi determinanti, proprio perché l'incontro, così arioso e per lunghi tratti equilibrato, non è mai mutato nelle sue caratteristiche fondamentali. Più robusto il centrocampo bolognese, imperniato su un Bulgarelli non marcato ma solo visto a distanza da Maddè, più svelto e inventivo il Torino lungo le fasce laterali, con un Ferrini e un Fossati che non hanno perso né sprecato un pallone o un tackle. Scattano subito i granata con vertiginose manovre tra Rampanti. Bui, Sala, Maddè, Pulici, ma lo stesso ritmo li condiziona, perché nessuno osa tirare da fuori (almeno all'inizio) e tutti cercano il passaggio liberante in un'area esperta e trincerata come quella bolognese, dove non c'è complimento o timidezza da parte di quegli armadi ''a tre porte'' che sono i vari Janich e Ardizzon. Tre azioni arrembanti dei granata in un quarto d'ora, ma la prima occasione-gol è bolognese: su un cross di Pace, Pitia precede, al 22'. Savoldi (e continuerà così per tutta la partita, annullando il goleador rossoblù) ma il suo tocco è raccolto da Rizzo che spara poco sopra la traversa. Il pubblico qua e là fischia (pretende gioco ad alto livello lo spettatore granata: è tra quelli che molto sostengono ma molto vogliono, anche, e non perdona mai) malgrado il filo del gioco torinese si sviluppi con una bella coerenza. Ma non incide, non morde, e al 31'Savoldi è imbeccato da un passaggio liberante e pulitissimo di Bulgarelli: salva Castellini mentre il centravanti bolognese è stretto tra Ferrini e Pula. 37': Vavassori alza sulla traversa una punizione violenta di Bui. Sul calcio d'angolo che segue, battuto da Rampanti, è ancora Bui a elevarsi più di tutti: colpo di testa, Vavassori è nell'angolo opposto della porta, dalla linea scatta, si torce all'indietro Bulgarelli e respinge. Ma il pallone era ormai in porta, segnalinee e Lo Bello non hanno dubbi, e Bulgarelli ha un bel disperarsi per il suo stacco, perfetto ma annullato da pochi centimetri. Fa uno a zero e prima che scada il tempo Poletti ribatte, dal palo, un tiro di Rizzo. Ripresa infuocatissima ai primi secondi: perché subito Bui, imbeccato da Sala, è messo a terra da Janich. E' rigore, e Lo Bello ferma il gioco, con passo olimpico si avvia verso l'area bolognese, allarga le braccia come un maestro rassegnato ad affibbiare il castigo. Potrebbero tirare tutti, meno Poletti, scoordinato e talmente voglioso da poter sbagliare anche le cose facili (e naturalmente imbroccare quelle difficili). E invece è lui a battere (ahi, Cadè!), con un pallone diritto e elementare che Vavassori respinge in corner di piede. Sul calcio d'angolo. Ferrini, in agguato fuori area, coglie il rimpallo: gran tiro e palo. La partita si chiude qui, malgrado una buona ispirazione di Bulgarelli (al sesto) che Savoldi spreca e poi un alternarsi di manovre di Sala, ancora e sempre di Bui, che cerca di liberare compagni troppo scarsi di quella freddezza necessaria per inventare varchi in un centrocampo avversario così ben registrato. Non scema certo il ritmo, non mutano le linee di condotta e una organicità di gioco che appartiene ad ambedue le squadre: ma si vede subito come la gara si avvia con rapidità all'archivio, malgrado certe isolate urla di tifosi bolognesi e la pretesa di un pubblico che vorrebbe applaudire almeno un altro gol. Giocata a memoria, recitata secondo schemi privi di improvvise e rapinose varianti, la partita non aggiunge nulla a quanto si conosceva delle due squadre: tuttalpiù sottolinea come il Bologna non sia in grado di recuperare nei confronti di Milan e Inter, avviate a disputarsi lo scudetto '71 con tutti i veleni dell'odio-amore casalingo. Il Torino ha superato un ostacolo importante, chiudendo in bellezza il girone d'andata: ma è certo che Cade non può smettere di lavorare attorno e dentro la squadra. Talora troppo goliardica, talora sapiente ma prodiga, la bella gioventù granata, ora che ha dimostrato di sapersi battere, deve anche tirar fuori le armi nascoste sotto il cuscino. Quando c'è gioco, arrivare al gol è indispensabile. Non solo per motivi di classifica, ma, oseremmo dire, di coerenza interiore. Oltre alla puntuale ed egregia testa di Bui. Sono i piedi di Pulici e Rampanti che devono farsi vedere al più presto, e col mirino ben aggiustato, è la manovra di Sala che deve perdere qualche leziosaggine non produttiva. Altrimenti dal calcio si rischia di decadere alla corsa campestre, dilettevole ma che non fa risultato. La vittoria sul Bologna è importante, se aiuta a eliminare ogni residuo complesso, e se porta a sfruttare al massimo il capitale granata, ottimo, ma che può decisamente aumentare le sue quotazioni in campo. Anche una vittoria i vale un esame di coscienza. |
w w w . a r c h i v i o t o r o . i t | ||
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