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Zaccheria |
31/01/1971 |
h.14.30 |
FOGGIA - TORINO 1-0 (0-0) Foggia: Trentini, Montepagani, Colla, Pirazzini, Lenzi, Montefusco, Saltutti, Garzelli, Bigon, Pavone, Re Cecconi. A disposizione: Crespan, Mola. All.: Maestrelli. Torino: Castellini, Poletti, Fossati, Puia, Cereser, Agroppi, Rampanti, Ferrini, Petrini, Sala C., Bui. A disposizione: Sattolo, Zecchini. All.: Cadé. Arbitro: Barbaresco di Cormons. Reti: Pavone 59'. Spettatori: 15.353 di cui 6.180 abbonati e 9.173 paganti per un incasso complessivo di 15.421.000 lire. Cronaca [Tratto da La Stampa del 1 febbraio 1971] Pavone, che due anni fa giocò nelle squadre minori del Torino senza convincere i tecnici granata delle sue possibilità, tanto che venne rispedito subito al paese d'origine, il ventunenne Pavone - dicevamo - ha segnato il gol della vittoria del Foggia sul Torino. Un gol prezioso per l'esordiente ragazzo pugliese, che alla fine era emozionato come uno scolaro al suo primo esame. Pavone ha sostituito l'infortunato Maioli, che del Foggia è il ''cervello''. L'ha fatto con la franchezza di chi si sente sicuro. Il suo giuoco non ha mai assunto i vertici dello spettacolo, ma è stato un gioco ordinato, continuo. Il ragazzo è veramente bravo. Abbiamo parlato di Pavone che è stato la vera novità del Foggia, ma è necessario dire che tutta la squadra pugliese si è battuta con coraggio e con volontà. La vittoria, sia pure limitata nel punteggio (1 a 0), è meritatissima. I granata hanno disputato una prova sconcertante. Qualche spunto all'attacco, solo sul finire, molta confusione a centrocampo, errori anche in difesa. Un Torino ''formato trasferta'', tanto per intenderci, un Torino sconfitto che non può avere né rimpianti né attenuanti. Si dirà: mancavano Rampanti e Pulici. Cade, alla vigilia, aveva parlato di cambi necessari, di sostituzioni volute per un programma di completamento dei quadri in quanto i titolari di una grande squadra non devono essere undici ma quattordici o quindici. Il Torino pensava già alla Coppa Italia. Ma si gioca ancora il campionato. Il principio dell'avvicendamento dei giovani è un principio esatto, ma dev'essere effettuato con criteri logici. Rampanti è stanco. Perché sostituirlo con Ferrini che è solo ed esclusivamente un centrocampista? E poi di fronte all'infortunio ed alla conseguente forzata rinuncia a Pulici, perché non confermare ancora una volta Rampanti, rinviando ad altra circostanza la preventivata giornata di riposo? Un attacco con due soli uomini e per giunta in non perfette condizioni di forma difficilmente può far breccia. Bui è parso lento, inconcludente, addirittura abulico. Impiegato come ala sinistra, l'ex veronese ha faticato molto senza combinare nulla. Petrini si è dato da fare, mai però ha saputo rendersi pericoloso. Sarebbero stati necessari i servizi illuminanti di Sala, ma anche lui ieri era in giornata no. Ha avuto qualche spunto solo sul finire, quando l'esito della gara or mai era compromesso. Cade aveva preparato una squadra con tanti centrocampisti, sperando forse nello 0 a 0. L'impresa non è riuscita. Ha vinto il Foggia proprio per il miglior giuoco a centrocampo. Montefusco, Garzelli, Re Cecconi e Pavone hanno contrapposto velocità e decisione al trotterellare dei Sala, dei Ferrini, dei Mucide ed anche di Poletti che, libero da impegni in difesa, tentava più volte di entrare nel vivo del giuoco, suscitando però bordate di fischi dei tifosi pugliesi, ancora indispettiti per quell'infelice frase pronunciata all'inizio della settimana (''A Foggia vinceremo per 3 a 0''). Il Torino ha retto il confronto solamente in difesa, dove Fossati e Cereser hanno disputato un'ottima gara. Però il discorso generale deve per forza essere critico. La squadra di Cadè, validissima a Torino, perde vivacità e decisione sui campi esterni. Non esistono specifiche ragioni. Ieri a Foggia non è successo nulla a cui dirigenti, tecnici e giocatori possano appigliarsi. L'arbitro Sbardella non ha avuto colpe. Allora perché il Torino ha perso? Dire che il Foggia è un avversario di valore non basta, bisogna anche convenire che i giocatori torinesi hanno molte colpe: attaccanti senza molta tecnica e specialmente molto lenti, centrocampisti che giocano molto ma senza estro e fantasia escluso Sala, naturalmente), difensori alcuni bravi, altri distratti o stanchi. Sarà bene ridimensionare le ambizioni della squadra: il Torino, se continuerà a giocare così non potrà aspirare alle prime posizioni della classifica. Il Foggia - lo ripetiamo - ha meritato di vincere. Ha attaccato di più, con maggior brio. Maestrelli alla fine era evidentemente soddisfatto, anche se ha voluto ammettere che alcuni dei suoi hanno perso la freschezza e la velocità delle prime giornate del torneo. La squadra gioca prevalentemente in difesa a protezione dell'area di Trentini, per distendersi con velocità all'attacco, con il contemporaneo avanzamento di quattro uomini, tutti decisi, tutti caparbi, tutti prepotentemente decisi nel tiro in rete. In attacco staziona stabilmente il solo Bigon. E' un gioco forse non bello ma assai utile. La partita a tratti è stata noiosa, e per tutto il primo tempo non si sono registrate azioni di rilievo. Il match si è ravvivato nella ripresa, dopo il gol del Foggia segnato al 14'. L'azione partiva da Garzelli, che serviva in profondità Saltutti. L'attaccante superava Fossati e dosava al centro un pallone invitante per l'accorrente Pavone. Tocco al volo del ragazzo e per Castellini non c'era nulla da fare. La reazione dei granata è stata vivace ma senza fortuna. Tentava il gol Petrini con una rovesciata che mandava il pallone alto sulla traversa; iniziava un'azione Maddè, con tiro ravvicinato di Bui respinto casualmente da un difensore-; si spingeva all'attacco anche Cereser, ma il suo tiro-cross incocciava Trentini senza che nessun granata riuscisse ad approfittare della favorevole occasione. Erano gli spunti finali di una squadra che ''non voleva perdere'', ma erano azioni rabbiose non ragionate. Il fischio finale di Sbardella sanzionava la vittoria del Foggia. I granata dovevano ammettere d'aver giocato male. |
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