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Martelli |
03/10/1971 |
h.15.00 |
MANTOVA - TORINO 1-2 (0-0) Mantova: Tancredi, Masiello, Depetrini, Tomeazzi, Bacher, Micheli, Carelli, Maddé, Nuti, Dell'Angelo, Montorsi (al 67' De Cecco). A disposizione: Recchi. All.: Lucchi. Torino: Castellini, Lombardo, Fossato, Zecchini, Cereser, Agroppi, Rampanti (all'86' Luppi), Ferrini, Pulici, Sala C., Toschi. A disposizione: Sattolo. All.: Giagnoni. Arbitro: Francescon di Padova. Reti: Toschi 51' (T), Sala C. 53' (T), Maddé 90' rig (M). Spettatori: 12.799 di cui 9.649 paganti e 3.150 abbonati per un incasso di 17.684.000 lire. Note: Giornata di sole, temperatura mite, terreno in buone condizioni. Calci d'angolo 7-6 per il Mantova. Cronaca [Tratto da La Stampa del 4 ottobre 1971] Vista una squadra, non una grande squadra ma certamente una compagine che saprà tenere il suo posto alle spalle delle grandi del campionato, ed infastidirne qualcuna. Il Torino che ha vinto ieri a Mantova in modo perentorio (il rigore di Maddè al 90' è stato un mezzo regalo di Francescon, per una spinta di Lombardo all'evanescente De Cecco) ha dimostrato di essere già molto diverso da quello del precedente campionato. Certi confronti sono certamente antipatici ma vanno fatti. Il Torino di Cadè aveva esordito l'anno scorso in trasferta a Varese con una condotta di gara semplicemente scandalosa, esclusivamente difensiva contro una squadra - guarda caso - che aveva avuto nell'occasione fra i migliori quel Carelli che è stato ora fra i più in vista del Mantova. Ieri il Torino non ha mai rinunciato per partito preso, se molte cose non gli sono riuscite è perché il gioco che Giagnoni vuole non è ancora entrato nella mente di tutti, è perché di campioni nel nostro calcio ce ne sono pochi. Tutte cose risapute, quindi prevedibili; quello che importa è lo spirito della squadra alla quale Giagnoni chiede una manovra più svelta, chiede soprattutto a Sala (ed anche a Rampanti) la rinuncia a un dribbling a favore di una manovra sbrigativa. Si è visto almeno lo sforzo per mettere in pratica le direttive del tecnico, anche a costo di errori nella misura e nella direzione dei passaggi. Il primo tempo è stato faticoso, e non solo per il gran caldo. Contro un Mantova che non misurava le energie - al punto da trovarsi sulle ginocchia nel finale - i granata hanno stentato a creare varchi in attacco, ed a centrocampo Sala ha trovato in Depetrini un avversario non cattivo, ma certamente molto rude. D'altra parte Lucchi, decidendo questa marcatura, aveva chiaramente scelto una strada: quella di opporre all'uomo più tecnico della squadra avversaria un elemento senza troppe preoccupazioni di stile. Il Torino ha avuto difficoltà, nei primi quarantacinque minuti, a centrocampo, dove Ferrini si è sottoposto ad una fatica massacrante, tanto da terminare la gara del suo record (354 partite in serie A, come Martin II) fiaccato, e bloccato anche da un doloroso stiramento al fianco. Mentre il Torino cercava di trovare il suo gioco, il Mantova si esauriva progressivamente, facendo le cose migliori con tre tiri di Carelli, uno solo dei quali - al 34' - realmente pericoloso e deviato benissimo in angolo dal sempre più sicuro Castellini. Chiuso il primo tempo zero a zero senza grossi rischi, il Torino ha trovato di colpo in apertura di ripresa gli spazi cercati inutilmente fino a quel momento. Al sesto minuto ha sbloccato la partita Toschi, con un guizzo furioso su un tocco di Agroppi che aveva ricevuto il pallone da Sala. La conversione al centro della mini-punta granata, partita dalla posizione di ala sinistra, ha stordito sia Bacher sia Micheli e Tosoni ha filato dritto su Tancredi per batterlo con un destro secco. Due minuti, ed il Torino ha raddoppiato. Ancora una manovra veloce, finalmente condotta con quella decisione che era mancata in precedenza. La palla è filata da Rampanti a Ferrini, a Toschi, quindi a Sala che ha vinto un tackle alle soglie dell'area mantovana, ha visto Tancredi accennare all'uscita e lo ha battuto con un pallone a parabola, ma abbastanza forte, finito giusto nell'angolo alto alla destra del portiere. Sul due a zero il Torino ha insistito, si è visto nella squadra ancora per un poco lo spirito nuovo che sembra animarla. Con il trascorrere dei minuti, però, i granata sono tornati, forse inconsciamente, alla mentalità consueta del nostro calcio, secondo la quale quando si è in vantaggio basta controllare la gara, puntare sulla difesa. Soltanto il calo del Mantova, provato dal ritmo del primo tempo e fiaccato nel morale dalle due reti granata, ha impedito ai granata di correre troppi rischi, visto che il rigore finale non conta davvero, se non per il fatto di aver modificato il risultato da due a zero in due a uno. Così, dopo non aver mai vinto in trasferta la scorsa stagione, il Torino ha esordito in questo campionato passando a Mantova. Il carattere della squadra, l'impostazione che Giagnoni sta cercando di darle, sono emersi nettamente fra le luci e le ombre di una partita che va considerata positiva non solo per i due punti. Castellini, Zecchini e Cereser hanno dato alla difesa la tranquillità assoluta e garantiscono una buona guardia in attesa che Lombardo migliori e Fossati - per mesi e mesi fra i migliori in campo la scorsa stagione - torni al rendimento ottimo che sa e deve offrire. Ferrini, sino a quando il dolore e la fatica non lo hanno piegato, è stato il solito degno capitano, Sala ha preso tono con il passare dei minuti, sino a diventare l'elemento più in vista del complesso, Rampanti ha sbagliato molti appoggi in avanti, ma nel finale è stato prezioso come appoggio alla retroguardia. Sulle punte, un discorso a parte. Toschi, ma soprattutto Pulici, sono attaccanti che debbono trovare l'attimo utile per piazzare la botta e non vanno giudicati sulla base della continuità di rendimento. Pulici ha cercato lo scambio senza fortuna, sbagliando molti palloni, Toschi pure, ma a suo vantaggio va la magnifica serpentina che ha fruttato il primo e djfcisivo gol. L'ex mantovano, che all'età di venticinque anni ha esordito in serie A, darà certo delle soddisfazioni ai tifosi, granata: magari sarà sballottato - e battuto nei duelli diretti per ottanta minuti su novanta, ma sarà sempre in grado di piazzare la botta vincente. Il Mantova - una specie di mista Torino-Juventus, visto che erano in campo Tancredi, Maddè, Montorsi, Carelli, Tomeazzi e Depetrini - ha retto bene per un tempo, poi è stato messo k.o. dall'uno-due di Toschi e Sala. Maddè ha cercato di dare ordine al reparto, ma ha confermato di mancare di ritmo e di personalità, tanto che a gioco lungo il migliore a centrocampo è parso ancora il più vecchio dell'Angelo. Il trainer Lucchi avrà una stagione difficile. Per prudenza, non ha ancora preso casa a Mantova, ma vive in albergo. Se andrà male, come sempre sarà il primo a pagare. |
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