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Olimpico di Roma
16/01/1972
h.14.30
ROMA - TORINO 3-1 (0-0)
Roma
: Ginulfi, Liguori, Petrelli, Salvori, Bet, Santarini, Franzot, Del Sol, Zigoni, Cordova, Amarildo (all'80' Scaratti). A disposizione: De Min. All.: Helenio Herrera.
Torino: Castellini, Mozzini (al 54' Luppi), Fossati, Zecchini, Cereser, Agroppi, Rampanti, Ferrini, Ferrini, Bui, Sala C., Toschi. A disposizione: Sattolo. All.: Giagnoni.
Arbitro: Torelli di Milano.
Reti: Zigoni 52', 70' (R), Bui 80' rig (T), Scaratti 90' (R).
Spettatori: 52.181 di cui 35.223 paganti e 16.958 abbonati per un incasso di 62.272.500 lire.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 17 gennaio 1972]
Un Torino svagato, senza volontà e senza grinta è stato battuto da una Roma che ha avuto solo il merito di voler vincere. Il punteggio (1 a 3) può essere anche troppo netto, ma quando si gioca così male non si possono pretendere attenuanti. Si devono accettare le critiche espresse con la speranza che la lezione serva per l'avvenire. Perché - è bene dirlo chiaramente - i granata non hanno perso di fronte ad una grande Roma o davanti ad una Roma in grande giornata. Anzi gli uomini di Helenio Herrera, soggiogati dall'incubo di una tradizione negativa che voleva i torinesi mai sconfitti all'Olimpico, all'inizio giocavano quasi con paura, arretrando più del solito le mezze ali Cordova e Del Sol, richiamando in zona di copertura anche Franzot, che pure aveva la maglia n. 7, costringendo Amarildo a non rischiare mai l'affondo per lasciare il solo Zigoni nel pieno dell'area di rigore torinese. Da tutto questo i granata devono aver tratto l'illusione di una partita facile ed hanno iniziato con il piglio della squadra troppo sicura. Sala giocava quasi una partita personale, con lunghe sgroppate e tentativi di tiro senza interessarsi mai ai compagni. Ferrini, Agroppi e Rampanti costituivano la cerniera del centro campo così che il gioco d'attacco era ridotto ad una monotonia sconcertante: tutti - meno Sala - cercavano la testa di Bui sperando che il lungo centravanti riuscisse a smarcare un compagno in zona gol. L'azione si ripeteva sino alla noia, e per i difensori giallorossi è stato facile trovare le contromisure. Alla fine del primo tempo c'era equilibrio nel risultato, ma gli ospiti, i torinesi cioè, parevano in vantaggio ai punti. Nel calcio però contano i gol, e proprio all'inizio della ripresa ecco che la Roma segnava. Fossati bloccava Salvori sul limite sinistro dell'area granata. Torelli decretava una punizione. Batteva Amarildo e la palla giungeva proprio nell'area di porta; Zigoni si scontrava con Mozzini e di testa buttava in rete superando Castellini uscito senza criterio alcuno. Mozzini rimaneva a terra e doveva abbandonare. Fallo di Zigoni? Forse sì, ma ci sia consentito dire che un terzino come Mozzini deve aggredire non subire l'aggressione. Nei limiti del regolamento, s'intende. Mozzini ha dovuto lasciare il posto a Luppi. Sull'1 a 0 la squadra granata si è letteralmente sfaldata. E' mancata una reazione valida, e non sono state sufficienti la rabbia di Ferrini, la foga di Cereser (uno dei migliori nel disastro generale), e la buona volontà di Zecchini. Ma la critica non può fermarsi ai singoli, deve chiamare in causa il gioco. Vorremmo sapere dai torinesi cosa intendevano raggiungere con quel trotterellare ai cinque all'ora, e con l'assillante pretesa di cercare sempre Bui a cui poi affidavano palloni non sfruttabili. Era un autentico non gioco, tanto per intenderci, con l'aggravante che la squadra si è sbilanciata in avanti favorendo i contropiede degli avversari, i quali al 24' segnavano ancora. L'azione partiva da Cordova a cui Agroppi concedeva troppo spazio; il centrocampista giallorosso serviva rapidissimo Zigoni che senza perdere tempo fiondava a rete rasoterra. Castellini non aveva colpe, ma era il secondo gol. La reazione del Torino ha avuto alcuni momenti interessanti: al 35' Franzot bloccava con un braccio (forse involontariamente ) un tiro di Agroppi diretto in porta. Torelli si dimostrava severissimo e concedeva il calcio di rigore, che Bui trasformava con tiro piazzato alla destra di Ginulfi. S'intravedeva la possibilità del pareggio e l'occasione si presentava al 41' a Toschi che, servito da Ferrini, superava Del Sol e si presentava a, pochi metri da Ginulfi. Tirava subito, ma la palla finiva sulla rete esterna. E come' sempre succede in casi simili ecco la punizione: Cordova lanciava Scaratti, ed il n. 13 romanista da circa venti metri in diagonale tirava secco a rete. Castellini era spiazzato, fermava ma non tratteneva la palla che finiva la sua traiettoria in fondo alla rete (45'). Era il 3 a 1, un risultato mortificante. Non possiamo sostenere che la Roma abbia disputato una prova superba. I padroni di casa hanno vinto la gara, correndo di più. Combattendo con maggior energia. Cosa è successo alla squadra di Giagnoni, che va famosa appunto per il dinamismo, per la grinta, per la sua azione tenace? C'è da augurarsi che la partita di Roma sia presto dimenticata. Certe libertà difensive non sono consentite a ragazzi di valore ma inesperti come Mozzini, come Zecchini e neppure è lecito che Fossati accetti di stare in zona ad attendere un avversario (Salvori) che avanza si e no ogni dieci minuti. Gli errori di Castellini hanno completato il disastro, a cui nulla hanno potuto opporre le caparbie prove di Ferrini, di Agroppi e di Cereser. Bui e Toschi hanno stucchevolmente ripetuto i temi che conoscono a memoria anche i ragazzi dell'oratorio. Dribblings stretti, rapidi, belli a vedere ma assai poco pratici sono stati il frutto del gran correre di Toschi, mentre Bui, alla disperata ricerca di un appoggio, ha cercato di piazzare qualche pallone di testa riuscendovi solo in parte. Così Ginulfi, il rientrante portiere romanista, non ha avuto lavoro. Ha raccolto gli applausi della generosa folla romana solo in rare occasioni. Erano applausi di incoraggiamento, ovvero congratulazioni per l'insperato rientro.