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Comunale |
27/02/1972 |
h.15.00 |
TORINO - INTER 2-1 (1-0) Torino: Castellini, Zecchini, Fossati, Puia (al 66' Crivelli), Cereser, Agroppi, Rampanti, Ferrini, Pulici, Sala C., Bui. A disposizione: Sattolo. All.: Giagnoni. Inter: Vieri, Bellugi, Oriali, Bedin, Giubertoni, Burgnich, Jair, Frustalupi, Boninsegna, Mazzola, Pellizzaro. A disposizione: Bordon. All.: Invernizzi. Arbitro: Toselli di Cormons. Reti: Pulici 37' (T), Boninsegna 60' (I), Aut.Mazzola 84' (T). Spettatori: 42.885 di cui 34.364 paganti e 6.521 abbonati per un incasso di 86.058.000 lire. Cronaca [Tratto da La Stampa del 28 febbraio 1972] Il Torino tremendista ignora il detto: ''Bussa e ti saia aperto''. Preferisce sfondare la porta ed irrompere dove è aspettato e dove merita d'essere accolto.Ecco, in metaforica sintesi, la partita dei granata controi campioni d'Italia. Potevano mettere a segno tre retidurante il primo tempo, quarantacinque minuti giocati a un ritmo pazzesco sulla segatura e l'erba fradicia. Poi hanno subito un pareggio e sembravano sfiniti, incapaci di innestare un'altra volta le marce alte. Per un brevissimo momento hanno raccolto le ultime energie muscolari e polmonari, si sono spinti sotto a testa bassa, ed èvenuto il gol del due a uno, Per chi ama le cabale, ecco un dato: tutte le reti granata sono state messe a segno al 38', del primo e del secondo tempo. L'Inter, malgrado vampate di orgoglio e di rabbie gladiatorie, malgrado il pareggio raggiunto al quarto d'ora della ripresa, è naufragata su se stessa. Bui per la prima volta da quando distribuiamo voti ai giocatori - merita nove in pagella. Ma quanto è contata, nella disposizione difensiva nerazzurra, l'assenzapolitica di Faachetti? Bellugi, affibbiato come controllore al lungo granata, ha ripetuto la sua triste gara contro Netzer del Borussia: Bui gli sfuggiva sempre, smistava, si accentrava, lo tagliava via dal gioco, lo aggirava, facendolo ballare come una poveramarionetta. L'Inter ha sempre subito il gioco granata, che produceva vampate terribili, assalti commoventi ma anche ordinati. Il primo tempo poteva legittimamente chiudersi su un tre a zero, per un colpo di testa di Bui deviato sulla linea di porta da Bedin (al 6'), per una palla-gol, scaraventata ancora da Bui che le unghie di Vieri hanno miracolosamente messo in angolo (14'), per una traversa colpita da Agroppi (al 34') viziata solo dal tiro troppo forte del centrocampista torinese. A questa carica violentissima, i nerazzurri hanno opposto un'unica pallagol, deviata con favoloso intuito ecoordinazione da Castellini su Boninsegna, scattato alle spalle di Puia (14'), e poi una difesa affannata, sconvolta, che rivelava come il gioco interista mostri più buchi e ragnatele che lembi di tessuto solido. E' stata subito corrida, con scontri accaniti, al limite dell'agonismo e che unarbitro terrorizzato spezzava di continuo, distribuendo inutili ramanzine pur di non lasciarsi scappare di mano la gara. Bello da vedere, questo Toro, generoso nel bruciare tante energie, ferocissimo ma geometrico nelle avanzate: i campioni subivano esterrefatti, facendo perno sul solito Burgnich e sul podismo di Bedin. Fallosi entrambi ma disperati di dover compieretanto lavoro perché ogni volta dovevano battersi contro tre-quattro granata sfuggiti al centrocampo interista, davvero labile. Mazzola aveva lunghe pause di assenza e certo il terreno fangoso non favoriva i suoi slalom, il diligente Frustalupi pareva un maestrino dì scuola obbligato a tenere a bada una muta di lupi mannari. Rovesciandosi in avanti, il Torino non dava requie, spostando il gioco da sinistra a destra, crossando palloni su palloni. Ecco il gol del primo tempo: solito fallo di Bedin su Sala in fuga verso il vertice sinistro, punizione battuta da Ferrini, sul pallone che arriva in area la testa di Pulici si abbatte come un ariete. Vieri vede la palla quando rimbalza già dalla rete. E' il frutto un po' avaro di tanta pressione, ma nessuno pensa che i nerazzurri possano rimettere in sesto le loro file cosi sconquassate. Li favorisce, nella ripresa, il rifiatare dei granata, estenuati (ed è parso estenuato persino il loro pubblico, in questa fase, dopo tanto animarsi d'ebbrezza). Assunto il doveroso obbligo del forcing. La squadra interista si porta sotto, Mazzola appare più combattivo. Boninsegna mette in crisi Puia, troppo lento rispetto a lui (perché non disporre subito la marcatura del Feroce Saladino con Zecchini?), finché al quarto d'ora arrivano al pareggio: fuga veloce di Pellizzaro che centra un pallone a spiovere, il sinistro di Boninsegna in scivolata è implacabile. Gol perfetto, Puia tagliato fuori e Castellini impotente ad opporsi. Qui il Torino sembra un pugile che dopo tanta lezione e dispendio meraviglioso è colpito da un imprevisto diretto d'incontro. Annaspa a centrocampo, ribatte malamente palloni utili, il solo Bui è ancora lucido per tentare qualche manovra. Il pubblico, muto, assiste all'ingrigirsi della magnifica squadra di solo mezz'ora prima. Ma pur faticando, spingendosi in un ''clinch'' disperato, i granata passano. Pulici da sinistra effettua un cross, corregge Agroppi di testa. Bui si trova quasi solo sul lato destra dell'area. Si appresta al tiro, lo effettua, forse non è un taglio o una puntata perfetti, ma l'angoscia interista è tale che spinge Mazzola su quella traiettoria, e la deviazione in rete di Sandrino lascia immobile, a pugni chiusi, il povero Vieri. Due a uno. E non poteva essere altrimenti, malgrado l'accanimento di qualche giocatore nerazzurro, malgrado Bertini rafforzi il centrocampo dei campioni, malgrado un briciolo di autorità sfoggiata dai milanesi durante il secondo tempo. Un grandissimo Torino per i primi quarantacinque, dobbiamo ripetere: il campo avrebbe stroncato le gambe dei più robusti cavalli da tiro, e non si poteva pretendere lo stesso ritmo e la stessa rabbia muscolare anche per la ripresa. Un granello di fortuna ha compensato, verso la fine, allo scoccare del secondo 38', l'avarizia dimostrata dalla sorte durante la parte iniziale. Ora il Toro è in zonascudetto, inutile tacerlo. Ora la squadra, ben ricucita da Agroppi a Ferrini, da Sala a Bui, deve continuare a far quadrato. Non sempre la furia cieca è riuscita ad aiutarla, non sempre la carica da corrida può sfociare in gol. Ma il primo tempo contro l'Inter non è stato cieco, non è stato soltanto illustrissima corrida, bensì calcio atletico condotto con movimenti armoniosi, con propulsioni che tagliano il respiro all'avversario. E i tifosi devono, nella loro spinta gioiosa, calmarsi. Certi elementi, gli insulti alla moglie del presidente interista in tribuna, a Corso, in quell'attimo non certo colpevole delle pedate variamente trionfanti in campo non aiutano in modo valido la fama e gli stessi interessi del sodalizio granata. Il vincere diventa più bello quando si sa vincere e insieme sorridere. La rabbia muscolareè utile, ma a chi deve correre, non a chi consuma lo spettacolo. Non c'era vera pioggia, ieri al Comunale, ma un'aria di segreta, misteriosa primavera. Una primavera color granata. L'Inter quest'anno ha perduto varie battaglie, ormai è tagliata fuori dalla lotta al vertice, però voleva, assolutamente voleva non perdere a Torino. Era la sua estrema occasione. E ha fallito. Il merito va da Bui a Castellini, non lo si può rovesciare su una possibile abulia dei campioni. Mancano dieci giornate alla fine del torneo: sarà una corsa lunghissima, allo sprint, col fotofinish e il cuore in gola per tutti. |
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