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Comunale di Catanzaro
02/04/1972
h.15.30
CATANZARO - TORINO 1-3 (0-2)
Catanzaro
: Pozzani, Pavoni, D'Angiulli (al 13' Banelli), Maldera, Silipo, Busatta, Gori, Franzon, Mammì, Braca, Spella. A disposizione: Bertoni. All.: Seghedoni.
Torino: Sattolo, Lombardi, Fossati, Zecchini, Cereser, Agroppi, Rampanti, Crivelli, Pulici, Sala C., Bui. A disposizione: Pinotti, Toschi. All.: Giagnoni.
Arbitro: Bernardis di Milano.
Reti: Sala C. 11' (T), Aut.Banelli 25' (T), Gori 47' (C), Bui 56' (T).
Spettatori: 14.022 di cui 2.067 abbonati e 11.955 paganti per un incasso di 35.627.000 lire.
Note: Giornata afosa, terreno in buone condizioni, cielo coperto. Ammoniti Zecchini e Pavoni per gioco falloso, Franzon per proteste.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 4 aprile 1972]
Un Torino in forma smagliante ha superato con disinvolta autorità la difficile trasferta di Catanzaro, l'ha superata sullo slancio di due gol realizzati in meno di mezz'ora, ma questo non vuol dire fortuna, significa anzi capacità, tecnica, volontà e carattere. Alla fine i catanzaresi recriminavano sul risultato parlando di due autogol. Non possiamo accettare le lamentele di Seghedoni. La rete iniziale di Sala (al 10') è stata un capolavoro autentico. Servito da Pulici, l'interno granata ha superato il suo custode D'Angiulli con una finta, ha ingannato l'accorrente Silipo con una controfinta e visto che Pozzani preoccupato stava uscendo di porta ha calciato a rete d'effetto. La palla sfiorava Pavoni e centrava il bersaglio. Non è autogol. Se la deviazione c'è stata (ma la moviola televisiva dimostrerebbe il contrario) è stata minima, impercettibile. Pozzani sarebbe stato comunque battuto. Nel tentativo di bloccare l'azione di Sala, D'Angiulli si infortunava determinando nel sistema difensivo giallorosso uno scompenso notevole. Se neppure il veloce D'Angiulli riusciva a bloccare Sala l'impresa è parsa addirittura disperata quando, entrato in campo Banelli, il compito di controllare il bravo attaccante granata è passato a Busatta, un mediano d'attacco, un giocatore dinamico, ma inadatto ai contrasti. E proprio da Sala nasceva la manovra che portava alla seconda rete. Pulici lanciato dal solito Sala veniva fermato da Silipo con un fallo. La punizione era battuta da Sala e Banelli nel tentativo di deviare buttava in rete imparabilmente (25'). La partita era praticamente vinta. Il Torino saliva in cattedra, dimostrava all'esterrefatto pubblico calabrese il suo buon diritto alla vittoria. La squadra granata pratica un calcio moderno, piacevole e concreto. Soltanto Sala ricerca il meglio e lo può fare, data la sua classe. Gli altri guardano soltanto al pratico, all'essenziale. La manovra si snoda in un perfetto equilibrio del centrocampo per il dinamismo di Agroppi, per la giusta posizione di Crivelli, per l'intelligenza di Rampanti, la cui opera diventa sempre più importante per l'economia generale del gioco. Sala è un primo attore d'eccezione, un elemento che unisce tecnica a prestanza atletica. Da lui vengono sempre e comunque azioni precise ed attente. Ha perso l'abulia dei momenti difficili, ora è anche combattivo e altruista. La forza del Torino prende vigore da questi uomini-chiave e si completa con le punte Bui e Pulici, un esperto sornione, abilissimonel tocco di testa data la sui eccezionale statura il primo, tutto vigore atletico, potenza e decisione il secondo. Bui ha il vantaggio di una lunga carriera, Pulici l'irruenza dei vent'anni. Il ragionamento deve perdere il calore dell'incondizionato elogio quando si discute della difesa. Il settore non raggiunge i livelli degli altri reparti. Qui il solo Cereser è immune da pecche, ma Lombardo e Zecchini sono troppo giovani ed inesperti per compiti di cosi alto impegno, mentre Fossati appare disorientato e forse distratto dagli impegni prematrimoniali: si sposerà il 10 aprile. Finché si incontra un Catanzaro dimesso con Spelta convalescente da un forte attacco di enterocolite, con Mammì imprevedibile e imprendibile solo nei tiri di testa, con Gori più dinamico che preciso, finché l'avversario non preme con forza e con tenacia, certi errori non contano se costano pochi rischi. Si può anche incassare un gol nel momento critico senza perdere la tranquillità. Infatti la rete di Gori al 47' (colpo di testa di Mammì respinto da Sattolo e deviazione finale di Gori) non ha scosso l'equilibrio dei granata che hanno conservato il controllo della partita, grazie specialmente ai fenomenali centrocampisti che hanno ricominciato a tessere manovre su manovre prima per alleggerire la pressione avversaria, poi eseguendo veri ed importanti temi di attacco. E ineluttabilmente è venuto il terzo gol: nuova punizione dal limite per fallo su Rampanti, tiro di Sala e testa di Bui smarcato alla perfezione davanti a Pozzani. Era il cinquantaseiesimo. Per il Catanzaro non c'è stata più nessuna possibilità. Gli ospiti parevano fin troppo sicuri del fatto loro, vincendo l'incontro quasi in souplesse come per un semplice allenamento. Il Torino si è confermato squadra di alta classifica. Per ora non ipotechiamo il futuro parlando di scudetto sicuro o probabile. Sarebbe troppo presto. Però mancano sei giornate alla fine e la squadra di Giagnoni appare fresca e brillante come se il torneo fosse all'inizio. Se il trainer riesce a conservare ai suoi uomini questa ottima condizione fisica, oggi il Torino è in grado di puntare a qualsiasi traguardo. Il Catanzaro è apparso in seria difficoltà. I giallorossi non hanno saputo rispondere al gol iniziale di Sala e all'infortunio di D'Angiulli, accettando la superiorità degli avversari quasi senza reagire. Segno di un declino che deve preoccupare i responsabili del club calabrese. Non è il momento di parlare di crisi, ma ci sia consentito affermare che il Catanzaro dopo gli incontri con il Cagliari e con la Juventus era ben altra squadra. Non basta dire che il Torino è forte, bisogna aggiungere che il Catanzaro è in netta discesa. Per gli uomini di Seghedoni non tutto è perduto. Però l'uno a tre del giorno di Pasqua è un campanello d'allarme. Se il Torino cammina a gonfie vele verso il più ambizioso traguardo, il Catanzaro rischia un bel guaio. Non basta parlare di sfortuna, del malanno che ha costretto Spelta a trascorrere la notte della vigilia in ospedale, dell'infortunio di D'Angiulli, di autogol, di giornata grama. Seghedoni deve convenire di avere molti uomini fuori condizione a cominciare da Busatta per finire a Pavoni, che in precedenza erano stati i punti di forza della squadra. Il trainer calabrese, anche con l'amarezza della grave sconfitta, deve ammettere le sue colpe e gli errori dei suoi uomini. Non è il caso di drammatizzare, aggravando una situazione abbastanza delicata. Però occorre una netta sferzata per evitare il precipitare di una crisi che avrebbe un solo triste sbocco, la retrocessione. Perdere con un Torino cosi grande non è umiliante, ma bisogna combattere di più, lottare di più; accettare senza reagire la superiorità degli avversari è peccato e suscita la critica più ampia.