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San Siro
30/12/1972
h.14.30
MILAN - TORINO 1-0 (0-0)
Milan
: Vecchi, Sabatini, Zignoli, Anquilletti, Schnellinger, Biasiolo, Bigon, Benetti, Prati, Rivera, Chiarugi. A disposizione: Belli, Margherini. All.: Rocco.
Torino: Castellini, Masiello, Fossati, Mozzini, Zecchini, Agroppi, Rampanti, Ferrini, Toschi, Crivelli, Pulici. A disposizione: Sattolo, Maddé. All.: Giagnoni.
Arbitro: Franceschin di Padova.
Reti: Rivera 87'.
Spettatori: 37.988 di cui 18.610 abbonati e 19.378 paganti per un incasso di 52.704.600 lire.
Note: Espulso Mozzini all'80' per scorrettezze.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 31 dicembre 1972]
Il peggiore in campo possiamo indicarlo subito: è l'arbitro Francescon di Padova, casalingo e pretenzioso quanto mai. Avrà ammonito una mezza dozzina di giocatori (da Rampanti ad Agroppi, da Mozzini a Biasiolo e via discorrendo) ma non ha detto: ''Beh'' a un Sabadini che avrà sgomitato e trattenuto Pulici con decine di irregolarità, non ha detto nulla allo stesso Biasiolo che scalcia Castellini già in possesso di palla, né tantomeno al signor Rivera che acciacca i connotati di Agroppi. Ha espulso Mozzini per un'entrata che chiunque avrebbe tollerato (essendo il nome del giocatore ormai sul cartellino arbitrale) favorendo definitivamente la vittoria rossonera. Non gridiamo allo scandalo, è Capodanno, cerchiamo di buttarla in ridere noi, che riteniamo gli arbitri indispensabili e preziosi: ma questa ''gallinella padovana'' andrebbe regalata ad Helenio Herrera, che non disdegna gli arrosti sul campo. Fino al 41' minuto del secondo tempo il Torino aveva meritato abbondantemente il suo pareggio. Grazie anche ad un Milan che pareva Milanello, non certo il diavolo visto in altre ben più arrembanti partite a San Siro. Bigon e Biasiolo sbagliavano tutto, commettendo anche fallacci (come succede agli stilisti o presunti tali quando non sono in forma), Prati al centro dimostrava per l'ennesima volta che non è un numero nove, solo Rivera e Benetti (affrontati rispettivamente da Agroppi e Ferrini) giravano secondo un livello normale. Nella classica partita dei duri, anzi. Romeo-canarino giostrava con correttezza esemplare, mentre Ferrini non lo marca strettamente, lasciandogli cosi il bandolo della manovra. Un bel Rivera, con tocchi rapidi, con spostamenti intelligenti, con allunghi talentuosi ai compagni: ma Agroppi gli lasciava abbondante spazio (anche se Walter Chiari, mi lanista di ferro, commentava a modo suo, ogni volta che i due si scontravano rudemente: ''Forse le loro mamme erano rivali. Sapete come succede nei paesini, tra donne che hanno negozio l'una di fronte all'altra e allevano i figli nel commercio e nell'odio del concorrente.. ''). Poteva venirsene via con un prezioso zero a zero, la squadra granata, ripetendo il risultato di Roma grazie anche a un fantastico volo di Castellini, che al 36' della ripresa diceva no a un colpo di testa di Prati e anticipava Bigon di mezzo metro. Ma proprio qui interveniva Francescon spedendo negli spogliatoi Mozzini, colpevole d'un intervento sullo stesso Prati.Mancavano circa nove minuti al termine, si stava scaldando Maddè (forse per sostituire Toschi) e il Milan approfittava della superiorità numerica al 41' andava in gol con una secca puntata di Rivera che premiava (si fa per dire) il forcing certo non la lucidità o la potenza della macchina rossonera. Capodanno amaro per i granata, che Giagnoni aveva schierato secondo ottime linee portanti, ma senza rinunciare al contropiede. Ecco, se Toschi, quando riusciva ad entrarne in possesso, avesse cercato di tenere di più la palla, se Pulici avesse goduto di un lancio utile, anche uno solo, il Torino - alleggerendo la pressione - avrebbe sfruttato meglio il pomeriggio ed il campo. Ma Toschi cercava triangolazioni frenetiche tra sei gambe avversarie, Pulici era regolarmente abbattuto da Sabadini, i compagni si affacciavano appena oltre la metà campo, secondo un'amministrazione di gioco più che giustificata dai ranghi ridotti. Con un Bui sul terreno - dicevano in molti - questo Milan avrebbe passato l'anima dei guai. Così ha vinto, invece, malgrado l'enorme massa di segatura che inceppava il suo forcing. Una partita monotona, priva di scintille geniali, e con scarso pubblico (lo sci di Capodanno è un serio rivale per il football del Nord), che ha visto il suo meglio in alcuni tocchi del professor Rivera e nelle prove di Mozzini, Masiello, Zecchini. Lo show di Francescon ha costituito una recita penosa tra le parentesi di una gara che i milanisti davano per scontata e i granata puntigliosamente conducevano con solerte grinta. Tre palloni-gol per il Milan nel primo tempo: spreca alto Prati da una punizione di Schnellinger) all'11'. Spara fuori Chiarugi imbeccato benissimo (è l'unica volta) da Biasiolo al 14'. Si mangia un gol che pareva fatto Bigon al 28' dopo uno slalom elegantissimo di Rivera che libera il compagno. Il Toro, assediato ma attentissimo, va due volte in contropiede, e la puntata più pericolosa la salva in scivolone Schnellinger su Pulici. Ripresa, e qui Francescon da' nel sublime. Sgrida infatti Toschi per presunte cattiverie nei confronti di Anquilletti, che lo sovrasta di mezzo metro e non gli lascia neppure l'aria per respirare. Un'altra palla-gol la spreca subito Chiarugi, al 4', dopo una respinta di Castellini: tiraccio alle stelle da pochi metri. Adios, cavallo pazzo, ci rivediamo un altr'anno. Benetti, poderoso e mobile, è sempre più libero, Agroppi talora appare un po' sbadato su e contro Rivera, quindi il Milan sale, ma non certo in cattedra. Inizia un assedio all'uncinetto, fatto di passaggini tra vecchie zie. Masiello rovescia benissimo in area al 9', le teste di Zecchini e Mozzini deviano e rompono ogni traiettoria rossonera, sembra proprio che il Milan non ce la faccia. Se il Toro ha lasciato i suoi due corni più importanti a casa (Bui e Sala) anche questo Diavolo non possiede il forcone. Al 14' bell'azione di, Pulici alle prese con tre difensori, ma Toschi, smarcato, non è visto in tempo. Stanga a fil di traversa una punizione Ferrini al 18' da oltre venticinque metri, e in questo stesso minuto inizia qualche scazzottatura in tribuna: ma forse per rianimare arti intirizziti. E' fischiato Bigon, è fischiato Chiarugi che sembra girovagare con la palla cercando la strada di casa, ma il Milan, imbottigliato, non passa malgrado gli spunti di Rivera, vivissimo fino alla fine. Ecco il 36' dell'iniquità. Dopo il volo maestro di Castellini sull'inzuccata di Prati, Francescon licenzia Mozzini e il Milan si precipita a far fruttare tanta manna. Verrà il tocco di Rivera e poi il fischio di chiusura. Che aggiungere? Il tremendismo non è affatto morto, il Torino, pur cosi handicappato, ha fatto vedere i suoi muscoli. Rocco si può beare del risultato, certo non del gioco. A Francescon possiamo donare subito, con anticipo, tutto il carbone della Befana.