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Menti |
28/01/1973 |
h.14.30 |
L.R.VICENZA - TORINO 1-0 (0-0) L.R.Vicenza: Bardin, De Petri, Stanzial, Poli, Ferrante, Berni, Galuppi, Montefusco (all'80' Berti), Vendrame, Faloppa, Vitale. A disposizione: Anzolin. All.: Puricelli. Torino: Castellini (all'82' Garella), Mozzini, Fossati, Zecchini, Cereser, Agroppi, Rampanti, Ferrini, Bui, Maddé, Pulici. A disposizione: Lombardo. All.: Giagnoni. Arbitro: Branzoni di Pavia. Reti: Galuppi 84'. Spettatori: 13.746 di cui 7.643 abbonati e 6.103 paganti. Cronaca [Tratto da La Stampa del 22 gennaio 1973] Il Torino è ancora nell'occhio del ciclone della sua crisi più psicologica che tecnica. Chi pensava che i granata avessero toccato il fondo a Marassi, si è purtroppo sbagliato. La squadra di Giagnoni è parsa irriconoscibile anche a Vicenza, dove ha subito una nuova sconfitta (0 a 1), la settima in campionato. E' stata battuta da un avversario tutt'altro che trascendentale, che non vinceva da quattro mesi e che si dibatte in fondo alla classifica. Il successo dei vicentini, però, non ammette discussioni anche se il gol decisivo di Galuppi - a coronamento di una splendida azione corale - è giunto a sei minuti dalla conclusione. Sul piano agonistico, nulla si può rimproverare ai granata, che si sono battuti a fondo, ma sotto il profilo tattico essi hanno impostato in modo errato la partita. Il Torino, che recuperava Cereser dopo otto mesi di assenza, ma aveva dovuto ancora una volta rinunciare a Sala, è sceso in campo deciso a strappare lo zero a zero, ed è stato punito. Mancando i risultati, la squadra è come frenata, senza morale, adotta un calcio attendista anche quando dovrebbe e potrebbe osare di più. Soffre di una specie di psicosi della trasferta, e non sembra fatta per il gioco utilitaristico. Fuori casa, la maggior parte delle squadre giocano con maggiore prudenza e talvolta vi sono costrette dall'avversario, che è portato, di fronte al pubblico amico, ad aggredire a fondo. Ma il Torino oggi ha esagerato. L'indisponibilità di Sala - è storia vecchia - crea davvero un grosso problema a Giagnoni e spiega molte cose. Sala, infatti, non è soltanto l'asso capace di inventare o di aiutare le punte, è anche l'uomo che sa tenere il pallone nei momenti cruciali e consente ai compagni di riprendere fiato e di non subire, come a Vicenza, quasi ininterrottamente la pressione territoriale degli avversari. L'oscuro e prezioso lavoro di tamponamento e rifinitura svolto da Rampanti non è bastato a rendere più efficace l'opaco gioco di rimessa dei granata. I contropiede di Pulici e Bui hanno talvolta messo in difficoltà la difesa vicentina (Bardin, in forma, non si è lasciato sorprendere), ma non hanno avuto successo. Pulici è lontano dal rendimento offerto nella prima parte della stagione; la sua azione è monocorde, prevedibile, il suo vigore atletico appannato. Pulici non ha avuto gli spunti irresistibili di altre volte: si è intestardito ad ingaggiare un duello privato con Berni, e lo ha perso. Solo nel finale ha giocato con maggior raziocinio e si è in parte riscattato, ma era troppo tardi. Bui, strettamente marcato da De Petri, che non ha rinunciato ad interventi fallosi pur di fermarlo, ha cercato di dialogare con Pulici, ma i suoi sforzi, le sue iniziative sono stati vani. A rendere più incisiva l'azione dei granata sarebbe bastato che dalle retrovie ci fosse stato qualche inserimento in più. Maddè non è né uno scattista né un velocista: impegnato a dare ordine al gioco, si è pure trovato qualche volta nelle condizioni di trasformarsi in attaccante, ma non è stato servito a dovere, oppure si è smarrito in dribblings perditempo. Agroppi si è sganciato raramente, preoccupato come era di non lasciarsi sfuggire il mobile Faloppa. Pure Agroppi non sembra avere lo smalto di qualche mese fa. Ferrini ha svolto la sua parte con generosità, adoprandosi più in copertura che in zona di spinta. Questo il quadro della situazione centrocampo - attacco. La difesa ha svolto il lavoro più gravoso. Le note positive riguardano ancora una volta Castellini (seriamente infortunatosi in occasione del gol di Galuppi) che già nel primo tempo aveva compiuto una autentica prodezza per deviare contro la traversa un micidiale colpo di testa di Stanziai. Positivo sotto tutti gli aspetti il rientro di Cereser: da un giocatore rimasto fermo così a lungo non si poteva pretendere di più. Il ricupero del libero è molto importante per il Torino e lo sarà soprattutto in avvenire. Zecchini, che tornava al vecchio ruolo di stopper, ha sofferto con l'estroso Vendrame, un giocatore tutto finte, anche se più fumo che arrosto. Vendrame, uno dei migliori in campo, è stato comunque il trascinatore del Lanerossi. Sicuro Mozzini, che ha concesso pochissimi palloni a un Vitali in progresso, mentre Fossati, che ha annullato per 85 minuti Galuppi, ha avuto una mezza distrazione in occasione dello spunto decisivo. L'azione che ha condannato il Torino è stata iniziata da Berti, subentrato da tre minuti a Montefusco. Il tredicesimo biancorosso si è involato sulla sinistra, ha toccato verso Stanziai che ha servito Faloppa. Immediato il cross radente della mezz'ala sul quale si è avventato, con perfetta scelta di tempo, Galuppi, che ha scaricato il suo sinistro in porta, anticipando Fossati in leggero ritardo e l'uscita disperata di Castellini. Portiere e terzino granata sullo slancio si sono rovinosamente scontrati. Castellini ha riportato una vasta ferita alla coscia, mentre Fossati, colpito con violenza al costato, è finito per qualche minuto k.o. Castellini ha dovuto uscire dal campo in barella (al suo posto è subentrato il diciottenne Claudio Garella, al suo esordio in serie A). Fossati dopo le cure, seppure malconcio, è riuscito a terminare la partita. Il primo pericolo l'ha corso Castellini, al 9': su cross di Poli, Mozzini ha respinto di testa per Montefusco che al volo ha impegnato il portiere granata. Il Vicenza ha spinto a fondo e il Torino si è disimpegnato senza affanno. Pulici al 20' è stato ammonito per proteste. Ai granata è mancata però la disinvoltura: il gioco non era fluido, privo di determinazione. La squadra ha dato l'impressione di essere psicologicamente ammalata. Ha subito e, solo sporadicamente, ha chiamato al lavoro Bardin, con tiri senza pretese sferrati da Bui. Il modesto Lanerossi invece si è battuto con tutta la sua forza e alla mezz'ora ha costruito una bella palla-gol. Poli ha crossato dalla posizione di ala destra, Vitali ha anticipato Mozzini deviando verso l'accorrente Stanziai che di testa ha indirizzato a rete: Castellini, con un gran colpo di reni, si è inarcato riuscendo a schiaffeggiare il bolide ed ha mandato il pallone a battere sulla traversa. Nient'altro di rilevante da segnalare sino alla fine del primo tempo. Nella ripresa la musica sostanzialmente non è cambiata. Sempre all'attacco il Vicenza: al 2' Vendrame si è liberato in dribbling di Zecchini ed ha trovato lo spiraglio per infilare Castellini, ma sulla traiettoria del tiro si è portato involontariamente Vitali che ha ricevuto il pallone sulla testa e ha salvato il portiere granata. Un altro brivido per Castellini è scaturito da un tiro di Vendrame deviato da Galuppi. Poi il Torino ha dato l'impressione di scuotersi e Pulici, in contropiede (10'), ha fiondato in porta, ma Bardin si è opposto con bravura. Il Torino ha preso l'iniziativa con un gioco più coraggioso, ma si è trattato di un fuoco di paglia. L'ultima fiammata si è avuta al 28', quando Pulici, messo in azione da Ferrini, ha impegnato severamente Bardin che ha respinto la saetta in calcio d'angolo. Il Vicenza è tornato a premere sostenuto a gran voce dal pubblico. Cereser (32') ha salvato quasi sulla linea un insidioso colpo di testa di Ferrante. Poi è arrivato il gol che ha concesso al Vicenza di concludere trionfalmente questa partita. Un successo, lo ripetiamo, meritato. |
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