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Comunale di Catanzaro
23/09/1973
h.16.00
CATANZARO - TORINO 2-1 (0-1)
Catanzaro
: Di Carlo, Zuccheri (al 46' Silipo), Garito, Ferrari, Maldera, Monticolo, Gori, Banelli, Petrini (all'88' Marsico), Russo, Braca. All.: Seghedoni.
Torino: Castellini, Mozzini, Fossati, Zecchini, Cereser, Ferrini (al 75' Salvadori), Rampanti, Mascetti, Bui, Sala C., Pulici (al 67' Vernacchia). All.: Giagnoni.
Arbitro: Bernardis di Milano.
Reti: Bui 43' (T), Gori 60' (C), Banelli 65' (C).
Spettatori: 14.627 per un incasso di 33.298.000 £.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 24 settembre 1973]
E' una sconfitta che brucia, perché elimina il Torino dalla Coppa Italia, perché viene a pochi giorni dall'insuccesso di fronte al Lokomotive di Lipsia nella Coppa Uefa, perché lascia molto malumore e molte perplessità. Il gran caldo e la casualità dei gol realizzati dal Catanzaro sono fattori contingenti, che non possono essere accettati come giustificazione: caso mai, sono semplici attenuanti, che non riescono ad addolcire l'amaro di una esclusione che costa alla società decine di milioni di mancati incassi e ai giocatori altri milioni di relativi premi. Le conseguenze di questa sconfitta peseranno sull'immediato futuro della squadra per le critiche che: lo stesso Giagnoni non ha taciuto nel primo dopo-partita. Il trainer ha parlato di distrazioni, di errori, di scarsa determinazione e scarsa volontà. Non ha fatto nomi, ma l'indirizzo delle accuse nella formazione granata era facilmente intuibile. E pensare che l'andamento della gara pareva favorevole ai torinesi. Superate le difficoltà di ambientamento, gli uomini di Giagnoni avevano preso a governare il gioco come si addice a chi vanta mezzi tecnici nettamente superiori all'avversario. Il Catanzaro, privo di Spelta e di Rizzo, pareva destinato al naufragio. Seghedoni aveva inventato una nuova difesa a scopo sperimentale, richiamando in squadra, dopo lunga assenza, il terzino Zuccheri (e proprio a Zuccheri veniva affidato il compito di controllare Pulici, il più determinante, anche se il meno in forma, degli uomini granata). Il duello fra i due è stato il motivo più interessante della gara, almeno nel primo tempo. Pulici, in accordo con Bui, saltava sovente il suo controllore ma sbagliava gol anche facili. Evidentemente, il goleador non è a posto. Il gioco era lento, elaborato, senza slanci, e di conseguenza senza emozioni. Il Catanzaro, impostato per non perdere, controllava ogni avversario con la necessaria decisione. Il Torino mandava all'attacco ora Sala, ora Rampanti, oltre a Bui ed a Pulici, ma i quattro raramente riuscivano ad arrivare in zona di tiro. A qualche fallo di Zuccheri ai danni di Pulici e di Maldera a danno di Bui corrispondevano altrettanti falli di Ferrini a Braca e di Mozzini a Gori. Erano intervenuti duri, ma non cattivi. Il ritmo invitava alla sonnolenza. Al 26' Bui, caricata duramente, cadeva a terra e rimaneva per qualche minuto dolorante. Poco dopo lo stesso Bui falliva un'occasione d'oro, buttando fuori, a porta vuota, un ottimo servizio di Rampanti. Era il momento migliore dei granata. Poteva segnare Sala, ma Pulici involontariamente deviava sul fondo il tiro in rovesciata del compagno (30'). Dopo una ammonizione a Ferrini per gioco scorretto, riprendevano i torinesi, ormai padroni del campo. Bui colpiva il palo al 39' poi al 43' veniva finalmente il gol. Pulici era sgambettato a pochi metri dall'area dal solito Zuccheri, Sala calciava per Bui, che intelligentemente deviava di piede verso la rete. La palla batteva sulla base del montante sinistro della porta di Di Carlo e finiva in gol. Pareva fatta. I padroni di casa quasi rinunciavano a reagire, rassegnati al peggio. Nei primi minuti della ripresa si poteva sperare addirittura nel raddoppio. Però, con Silipo al posto di Zuccheri la difesa dei padroni di casa dava l'impressione di essere molto più sicura. Al primo contropiede nasceva il pareggio: Ferrari lanciava a Garito, che correva lungo tutto il campo senza che un solo granata lo affrontasse. Lo inseguiva Fossati, ma senza esito; gli altri arretravano in disordine. Garito, a pochi metri dal fondo, centrava secco e raso terra un pallone che pareva stregato. Tutti i difensori erano tagliati fuori, Castellini veniva sorpreso sul palo di destra mentre alla sua sinistra spuntava Gori, che di piatto deviava in rete: 1-1 al 60'. Anziché reagire, i granata erano frastornati, e incassavano poco dopo (65') il secondo gol. Russo batteva una punizione per Bonelli, che, inspiegabilmente solo, calciava con violenza di sinistro. La palla batteva sul palo e finiva in porta. Era fatta! Il Catanzaro pareva la grande Honved, il Torino una squadra di provincia. I padroni di casa riuscivano ad irridere gli avversari con una melina sconcertante, sfiorando addirittura la terza rete con Gori. Giagnoni tentava l'impossibile per svegliare i suoi. Mandava in campo prima Vernacchia ni posto di Pulici, poi Salvadori, in sostituzione di Ferrini: e proprio Salvadori, verso la fine della partita, colpiva il palo. Il risultato non cambiava più. Per il Catanzaro è stata una vittoria inutile, per il Torino una sconfitta bruciante, perché la squadra granata esce dalla Coppa Italia definitivamente, e ne esce senza attenuanti e con molte polemiche. E' veramente difficile giudicare la trasformazione della squadra di Giagnoni nel breve spazio di pochi minuti. Nel primo tempo i granata avevano la partita in pugno, non era ancora il grande Torino che sognano i suoi tifosi, ma tutto pareva procedere alla perfezione. C'era sicurezza in difesa, dove si notavano i grandi progressi di Cereser, la bella sicurezza di Mozzini, la gagliarda azione di Fossati. Piaceva il centro campo per gli arabeschi - anche se a volte troppo fantasiosi - di Sala, per la dinamica di Rampanti, per l'azione costante di Mascetti e di Ferrini; si rendeva pericoloso a tratti anche l'attacco, con la prepotente azione di Pulici e i suggerimenti di Bui. Però, subito il gol del pareggio, tutto il castello à crollato come se fosse di carta. E' venuto il secondo gol, e il disastro avrebbe anche potuto assumere proporzioni più gravi. Ma più che altro bisogna convenire che à mancata la reazione, à mancato ai granata il coraggio di osare. Giagnoni dice che è soltanto questione di morale, ma è una diagnosi incompleta. Bisogna ammettere che per la terza volta consecutiva i granata hanno accusato un calo nella ripresa: prima contro il Milan, poi contro il Lokomotive Lipsia ed ora contro il Catanzaro. Perché? La risposta à facile, ma non riguarda soltanto motivi psicologici. Prima si sprecano troppe energie senza trarne un adeguato vantaggio, poi, di fronte alle avversità, la squadra cede, per i troppi errori di difensori distratti.