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Comunale
14/10/1973
h.15.00
TORINO - ROMA 1-0 (0-0)
Torino
: Castellini, Lombardo, Fossati, Mozzini, Zecchini, Salvadori, Rampanti (al 66' Ferrini), Mascetti, Bui, Vernacchia, Pulici. A disposizione: Sattolo, Graziani. All.: Giagnoni.
Roma: Ginulfi, Bertini (al 70' Spadoni), Peccenini, Morini, Batistoni, Santarini, Domenighini, Rocca, Cappellini, Di Bartolomei, Prati. A disposizione: Conti, Ranieri. All.: Scopigno.
Arbitro: Angonese di Mestre.
Reti: Pulici 66'.
Spettatori: 36.567 di cui 14.700 abbonati e 21.867 paganti per un incasso di 45.217.800 lire. La campagna abbonamenti non è ancora conclusa, il dato degli abbonati è parziale.
Note: Ammonito Bertini 14' per fallo su Pulici, calci d'angolo 9-8 per il Torino. Sole e campo in ottime condizioni; antidoping per Zecchini, Mascetti e Vernacchia del Torino, Ginulfi, Peccenini e Prati della Roma.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 15 ottobre 1973]
Scopigno temeva, sia come allenatore sia come filosofo, la ''rabbia'' granata, cioè quello che noi abbiamo chiamato ''tremendismo''. Giagnoni, da parte sua, temeva che la spinta torinese spremesse i polmoni, asciugasse i muscoli fino a inaridirli senza produrre il gol necessario. Hanno avuto ragione (con ovvi commenti diversi) tutti e due. Perché il Torino ha penato molto, stretto in forcing astuto da ima Roma che ricordava le furbizie di un Emile Griffith, opposto ad un Monzon. battagliero ma non sempre coordinato. Il Toro vecchio-giovane, infatti, doveva ritrovarsi su piani quasi nuovi, con Vernacchia e senza Sala, con Salvadori e con uno Zecchini libero che non ha ancora la duttilità e la freddezza necessaria al ruolo. Deciso a darsi una fisionomia, questo Torotorello ha vinto, anche se la Roma non ha demeritato in nulla. Fosse uscita dal Comunale con un risultato in bianco, avrebbe ripagato il lavoro in profondità che il ''filosofo'' ha già messo a profitto. Ma i due punti, ai granata servivano tutti, per evitare crisi o crisette, per ripagarli da tanti magoni, per sbrigliare un po' (un pochino) di legittima euforia: il doppio passo che ha consentito a Pulici di mettere in rete quell'unico pallone va dunque considerato come un auspicio, oltreché come un sospiro di sollievo. Certo, e sembra incredibile, non si può segnare di più, quando cinque palloni-gol arrivano sul piede di Fossati, che li spara con violenza pari alla cecità. E' l'unico neo che troviamo nella partita di Domenghini, riapparso al Comunale come l'aspide e lo sgroppone di tanti anni fa. ''Domingo'' era appunto affrontato da Fossati, che lo subiva oltre ogni dire: ma Natalino, avventandosi in avanti con notevole libertà, poteva anche usufruire di tocchi altrui appetibili. Una volta sola su cinque ha sparato il destro con decenza, a fil di palo. Nelle altre quattro occasioni ha mangiato rabbia e erba, mentre il pubblico divorava letteralmente le bandiere. Condensiamo la cronaca necessaria. Primo tempo: scatta il Torino con un furore agonistico veramente tremendo, e Pulici assaggia subito la pesantezza omicida dei bulloni di Bertini, suo marcatore diretto. Scambi rapidi, pressione che la Roma contrasta a centrocampo su una linea forte di Rocca e Di Bartolomei (giovani un po' lenti, ma dal tocco classico: affidati a Scopigno- che di uomini sa - dovrebbero maturare al meglio) e dove Domenghini inserisce sobrie divagazioni e un lavorio continuo di ricucitura, tamponamento sornione. Palla-gol granata al 9': un tocco di Bui che trova pronto il destro di Pudici, Ginulfi si salva carambolando in corner. Il Torino è aggressivo, fa vedere un Salvadori molto puntuale negli scambi (talora non è seguito a tempo dai compagni mentre si smarca sulla fascia laterale sinistra), tanto da riuscire a ripetersi con Pulici all'11': una fucilata che rade il palo e denunzia sia l'aggressività e il buon sangue dei granata sia una certa fretta nelle conclusioni. Al 15'un gol annullato: fallo di Bertini su Pulici, punizione battuta da Bui, palla che viene alzata dalla barriera, Vernacchia infila ma Paolinoha messo un piede quasi in faccia a Ginulfi. Perché questa ''corrida'' non vede ostruzioni, ma ringhi e stinchi che si affrontanosenza riguardo cristiano. Il Torino si rivela anche troppo bullesco in difesa (vero Zecchini?) e questo difetto gli procurerà patemi notevoli. Un braccio di Zecchini al 23' che Angonese, un po' sceneggiando (è veneto o no?) interpreta come fallo dal limite: il braccio è fuori area anche se i piedi sono dentro. Parte la fucilata di Prati, da manuale, una folgore che Castellini giaguarescamente devia in corner. Ancora scompensi e caos nella retrovia granata al 27' e al 32', interrotti da una fuga di Pulici: compie cento metri in 10 secondi e 4, alla Mennea per intenderci, con un tiro-cross su cui Bui si muove tardivamente. La frenesia granata non demorde, ma i romani la contrastano alla brava. Un'azione velocissima Bui-Pulici-Rampanti scodella un pallone d'oro per Fossati al 36'. Il tiro non è neppure possibile commentarlo, ahimé. Tre minuti dopo riecco il ''Domingo''. Fallo (uno dei tanti) di Mozzini su Prati, che molti, giudicandolo alle prese con il grintoso granata, battezzano ''zaino a terra'': Da trentacinque metri l'ala romana fa partire una sleppa che solo il miracoloso Castellini riesce a deviare. Al 43' un'altra palla-gol per la Roma, lavorata tra Cappellini, Di Bartolomei e Prati che la spedisce a un millimetro dal palo, grazie anche alle incertezze (bullonesche o meno) della difesa torinese. Ripresa e subito Zecchini ripete una sua ''rupia'', per fortuna senza conseguenze (deve lavorare il barbuto, per assestarsi). Il Torino preme ma con maggior fatica, Bui non è in gran vena anche se il terreno dovrebbe favorirlo, spesso è anticipato sui palloni alti e alcune triangolazioni volanti impostate dai suoi piedi egregi pretendono un dialogo impossibile da parte dei compagni. Due volte ancora Fossati in zona-gol, al 7' e al 10': in quest'ultima occasione staffila a fil di palo. E' già consolazione.. Poi il killer Bertini fa fuori Rampanti, barellato negli spogliatoi, entra Ferrini, su un ritmo meno frenetico la partita pare avviarsi a un combattutissimo ma chiaro zero a zero. La Roma approfitta di un Toro che tira il fiato e smarrisce la grinta per affacciarsi, pericolosissima, sulla zona destra, dove quattro volte Rocca e Mortai compiono affondi rispettabili. Cerca ancora i cieli oltre là traversa Fossati al 20', è chiaro che i granata ansimano, ma Scopigno non immette subito Spadoni in campo, e qui perde la gara: su un contropiede improvviso, Lombardo, mal contrastato da Cappellini, riesce a effettuare un bel Cross, Pulici cerca lo stop col ginocchio, non vi riesce ma è abilissimo ad allungare la zampa e precedere Ginulfi in uscita. E' il 66', finirà così. La Roma cerca di aggredire con Spadoni inserito al posto di Bertini, attacca a lungo, confusioni varie tra Zecchini e Fossati e Mozzini non l'aiutano ugualmente ad andare in gol al 77', due volte salva ancora il giaguaro tra i pali granata mettendo una pezza agli sbandamenti della sua retrovia. Un briciolo di fortuna, tra tanti sbagli, pentimenti antichi e necessità di risalire, ci voleva per il Toro in questa delicata domenica. Il campionato dei tremendisti ricomincerà da buona posizione a Cagliari. Giagnoni deve oliare e ferrare la difesa. Sa di poter contare sull'utile Salvadori, sa che deve aumentare la tenuta di Vernacchia, sa che Bui di partite cosi grige ne combina una su dieci. Quindi coraggio. Se è venuto un favorevole uno a zero con tanti errori etremori, chissà che nel domani.. Pensa altrettanto Scopigno, con la sua Rometta salutata all'inizio da fumate giallorosse degne di un film di Fellini. Si farà vedere, questa Roma, nell'annata. Il filosofo scherza a parole, raramente nei fatti. Soprattutto quando il fatto, a casa sua, può venir interpretato come il tradizionale ''er fattaccio''.