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Comunale
03/02/1974
h.15.00
TORINO - CESENA 2-1 (0-1)
Torino
: Castellini, Lombardo, Salvadori, Zecchini, Cereser, Agroppi, Rampanti (al 55' Fossati), Mascetti, Graziani, Sala C., Pulici. A disposizione: Sattolo, Bui. All.: Giagnoni.
Cesena: Boranga, Ceccarelli, Ammoniaci, Danova, Zaniboni (al 75' Toschi), Cera, Orlandi, Festa, Bertarelli, Savoldi, Braida. A disposizione: Moscatelli, Frosio. All.: Bersellini.
Arbitro: Serafini di Roma.
Reti: Bertarelli 27' (C), Pulici 57' rig. (T), Graziani 75' (T).
Spettatori: 18.922 di cui 14.994 abbonati e 3.928 paganti per un incasso di 11.997.000.
Note: Calci d'angolo 15-3 per il Torino, ammoniti Danova e Lombardo per gioco scorretto, Pulici per comportamento non regolamentare. Al 90' Fossati si è prodotto un lieve stato copmmotivo in seguito ad una pallonata ricevuta involontariamente da Festa.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 4 febbraio 1974]
Su un terreno ridotto a palude, risaia, acquitrino impraticabile, granata e bianconeri hanno spigolato fin troppo football. Ci vogliono più di dieci uomini per liberare il Comunale dai teloni, e ne vien fuori un'erba fradicia, con pozzanghere che sembrano stagni, con gore fangose che ospiterebbero legioni di ranocchi. Malgrado questi ostacoli (che di solito consigliano una comprensibile malavoglia) Cesena e Torino sanno battersi, onorando un pubblico da girone, dantesco. Umidità, freddo e ossa marcite non distolgono i vari Agroppi e Cera dai loro compiti. V'è un solo cinque nelle valutazioni e riguarda l'arbitro romano Serafini, che sfodera atteggiamenti plateali, concede un rigore facile, ne nega un altro assai simile, corre incappucciato da una zona all'altra ma certo non è apparso all'altezza dell'incarico. Il Toro vuole due punti, con o senza tremendismo. Il Cesena sa sviluppare dignitosamente le sue trame e tiene d'occhio le ultime in classifica: arriva al gol con un solo tiro in tutto il primo tempo, subisce il pareggio su discutibile penalty, incassa la seconda rete e può, illegittimamente rimpiangere un mezzo bottino mancante. In effettigli uomini di Bersellini, pur facendo muro tra centrocampo ed area, non hanno giocato calcio al contrario: bensì sono riusciti a sviluppare schemi veloci, anche astuti, facendo leva sul vecchio Cera che sa di football, su un Savoldi lesto a recuperare e disimpegnare, su Festa e altri difensori dotati di grinta e di lodevole modestia. Il Torino, pungolato come sempre dai soliti fattori casalinghi, smaniava di desiderio, di bella figura. E pur dominando la giostra, pur avventandosi, s'irretiva spesso da solo nella ricerca della manovra, che la risaia contribuiva a rompere, ingolfare, intorbidire. Con un pizzico di sfortuna (che sarebbe stata davvero eccessiva) e con un arbitraggio meno longanime, i granatieri si sarebbero inceppati offrendo altri motivi al loro famoso complesso del Comunale. Qualche fata benigna li ha favoriti accendendo utili candeline, e i due punti gli consentono oggi di agguantare l'Inter in classifica. Dopo dieci minuti dall'avvio. Il pallone era già un cavolfiore, una barbabietola, da spingere per rigagnoli e fossati. Servirebbe meglio la testa di Bui, in tanto marasma? E Sala, pur pregevolissimo in alcuni affondi, non pretende troppo, con il suo stile da campione di biliardo costretto a muoversi, picchiare e esser picchiato, su una marcita da beccaccini? Il Toro comanda, ma il Cesena lo contrasta bene, rattrappendosi in area però senza rinunciare a movimenti dignitosi e gradevoli. L'iniziativa granata insiste su trame fin troppo elaborate, il terreno non favorisce i dialoghi stretti, gli scivoloni riducono ogni uomo a maschera fangosa. Graziani al 7', Sala al 17' ispirano azioni di buon calcio, e ancora Graziani, al 19' e al 23', conclude sfiorando prima il palo e poi la traversa. Il movimento generoso del centravanti granata è la molla più evidente dell'attacco torinese, a cui il buon sangue romagnolo del Cesena oppone un'abile fisarmonica tra centrocampo ed area. Va via una volta sola in contropiede, la squadra bianconera, per acciuffare il regalo del gol: è il 27', Savoldi e Bertarelli si trovano alle prese con quattro o anche cinque difensori, il tocco della mezzala raggiunge il numero nove romagnolo, che scarta liberamente e infila Castellini lasciato scoperto dal pacchetto granata. Uno a zero per gli ospiti e inutili considerazioni sulla solita metà campo da vendere (ma chi la comprerebbe, se non un risaiolo?). Il Torino, eccedendo nell'abuso di raccordi, tocchi e regia, paga un dazio superiore ad ogni previsione, anche se nessuno dei granata merita un appunto (o forse il solo Pulici, che però non gode di servizi utili alla sua possa lanciata). Ripresa e il Toro opera forcing, ma non affonda, non sbriglia i temi tattici, Giagnoni mette a riscaldamento, insieme, sia Bui sia Fossati, mentre Rampanti zoppica verso gli spogliatoi. E' l'ottavo minuto, la scelta cade su Fossati, che consentirà a Salvadori più rapidi avanzamenti a centrocampo. Cambia un pochino la musica, ma il Cesena c'è sempre, e si avvinghia a difendere il vantaggio. Eccoci al 57': Agroppi, che sta ossigenando al meglio le vampate torinesi, entra in area, è chiuso tra due uomini, finisce lungo e tirato accentuando con ben nota esperienza il fallo. Serafini indica il dischetto, a Cera e agli altri van di traverso i tortelli patrii. Con un destro rasoterra Pulici non può certo sbagliare il pareggio. Il pallone pesa ormai una decina di chili, il terreno sembra impraticabile, si pattina con animo gagliardo, e Fossati scivola su un ottimo pallone-gol al 66' (da corner), come scivolerà subito dopo in acrobazia quasi subacquea Castellini per frenare un contropiede romagnolo. Due volte ancora l'angelico Serafini punisce Boranga: perché, avendo già abbrancato palla, rotola come uno sci d'acqua fuori area, e perché poi, ricadendo nella melma, supera la linea di fondo. Forse l'arbitro sta correndo, lui solo, in tuta da apnea e galosce, quindi mica può capire le difficoltà altrui. Ed eccoci al 76': azione veloce di Fossati e Zecchini a sostegno, cross che spiove su Graziani, allupato in area emiliana, la palla carambola esattamente in rete beffando Boranga. Fa due a uno e malgrado i legittimi soprassalti del Cesena (con l'innesto di Toschi a piroettare in quel bagno) il risultato non cambierà. Anche perché Serafini, dall'alto delle sue galosce, non considera da penalty un'entrata su Bertarelli a dieci minuti dalla fine in area torinese. Ripetiamo; a conti fatti, il Cesena forse non demeritava un pareggio, anche se il bandolo non è quasi mal sfuggito dalle mani torinesi. E' evidente che la squadra di Giagnoni può fare di più: la sua stessa velocità esecutiva, il suo amore per il bel gioco sono stati messi a dura prova dall'ignobiltà del terreno. Nel bilancio generale, il Torello può essere soddisfatto: non pioverà sempre, e quindi i suoi compiti, nel ritorno appena cominciato, godranno di altre agevolazioni. Possiamo comprendere il mugugno romagnolo, ma si sa che un vecchio Barbera alla lunga predomina sul Lambrusco. Ultima considerazione: Bersellini ha cavato e sta cavando il massimo dai suoi uomini; Gustavo Giagnoni si accinge a fare altrettanto. Sarebbe ora.