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Marassi |
21/04/1974 |
h.15.30 |
GENOA 1893 - TORINO 0-2 (0-0) Genoa 1893: Spalazzi, Maggioni, Bittolo, Maselli, Rosato, Garbarini, Corradi, Derlin, Bordon, Simoni, Corso. A disposizione: Lonardi, Della Bianchina, Mariani. All.: Silvestri. Torino: Castellini, Lombardo, Fossati, Zecchini (al 63' Rampanti), Cereser, Agroppi, Graziani, Ferrini, Sala C., Mascetti, Pulici. A disposizione: Sattolo, Bui. All.: Fabbri. Arbitro: Casarin di Milano. Reti: Pulici 75' rig., 88' rig. Spettatori: 27.739 di cui 8.231 abbonati e 19.508 paganti per un incasso di 41.276.500 lire. Note: Ammonito Derlin per scorrettezze, calci d'angolo 12-6 per il Genoa. Cronaca [Tratto da La Stampa del 22 aprile 1974] Vittoria senza troppa allegria per il Torino a Marassi. Di fronte ai volti stremati ed avviliti dei giocatori genoani, ormai definitivamente fuori dalla serie A (salvo i pochi che verranno ceduti la prossima estate), gli uomini di Fabbri non hanno avuto cuore di gioire per il successo che ne rafforza la classifica. I granata hanno giocato più o meno la stessa gara di Foggia, puntando soprattutto sulla difesa arroccata attorno ad un Cereser di nuovo autoritario, pronto a chiudere tutti i varchi, e con alle spalle un Castellini che non perde occasione per meritarsi il posto di n.3 azzurro. Il prego s'accomodi del Torino al Genoa, era limitato alla zona centrale del terreno. Dai tre quarti di campo in su, Corso e colleghi hanno trovato sbarramenti ordinati e decisi, e non sono riusciti a passare. Una tattica non certo spettacolare, quella degli ospiti, ma efficace, anche se troppo a lungo Pulici e Graziani sono rimasti sperduti là davanti a fare da spettatori. Nel finale, con tutto il Genoa generosamente in attacco e con l'apporto vivace di Rampanti (subentrato a Zecchini, lievemente infortunato) nelle sortite in contropiede, i granata sono andati due volte a segno su altrettanti penalty cui la difesa genoana è stata costretta, viste lo situazioni di estremo pericolo create prima da Sala e poi da Pulici. Lo stesso Pulici ha calciato i due rigori infilando Spalazzi con la stessa finta, e con tocchi tanto lievi da apparire svogliati. Di certo, Pulici si è mostrato intelligente, rinunciando alla botta forte che avrebbe avuto l'aspetto di una crudeltà, visto il drammatico momento della squadra di casa. Così è maturato il rotondo punteggio, e se il Torino non ha rubato nulla (anzi, ha dato l'impressione di aver vinto proprio perché non ha potuto farne a meno), va detto subito che il Genoa ancora una volta non ha avuto fortuna. La squadra non ha peso, alcuni elementi sono tecnicamente insufficienti per la serie A, ma oggi meritava almeno un gol sullo 0 a 0, specialmente in apertura di ripresa quando il suo forcing in due o tre occasioni ha messo seriamente in difficoltà gli avversari. La svolta decisiva della gara la si è avuta ad un quarto d'ora dal termine, quando a conclusione della più bella manovra di tutto il match, Corso infilatosi in area ha cercato, con la freddezza del campione che è, l'angolo basso alla sinistra di Castellini. Il giaguaro granata ha detto no all'avversario con una parata magistrale, e sul suo rilancio è arrivato il primo penalty. Passaggio trasversale dalla sinistra per Sala, scatto in profondità del centravanti granata, dribbling vincente sul libero Garbarmi che - ultimo ostacolo - ha agganciato l'avversario con la gamba e con il braccio. Tocco in porta di Pulici dal dischetto, al 31', e veemente risposta dei rossoblu con le ultime forze disponibili: alcune mischie furibonde davanti a Castellini, poi a pochi minuti dalla fine nuovo contropiede granata nella semideserta metà campo avversaria. Pulici andava via di forza a Garbarini e Rosato, attirava Maggioni e toccava al liberissimo Graziani. Vistosi tagliato fuori il terzino ha allungato la mano fermando la palla. Secondo rigore di Pulici, possibilmente più lento del primo, ma Spalazzi, ormai con i nervi a pezzi, ''beveva'' la finta e andava dalla parte opposta. Due a zero, e mancavano due minuti alla fine. Così il Torino ha vinto, così il Genoa ha chiuso la sua fugace riapparizione in serie A. Eppure l'inizio dei rossoblu era stato buono, al punto da costringere il Torino a chiudersi davanti al suo portiere. Corradi dava grossi fastidi ad un Lombardo che ha tutti i diritti di accusare un po' di fatica dopo la magnifica stagione disputata (in granata e i nella Under azzurra), Corso faceva da regista e cercava anche di inserirsi, grazie alla marcatura larga di Ferrini, istintivamente portato a rispettare lo sforzo particolare di un campione contro il quale ha peraltro combattuto in passato ben più cruente battaglie. E così, vista anche la spinta di Maselli, il Genoa dava l'impressione di poter passare. Nell'euforia del momento non si notavano le carenze agonistiche di Bordon e Simoni (che sono però venute fuori chiare alla distanza) e la difesa reggeva visto che i ''tremendisti'' del contropiede granata avevano deposto per un giorno l'ascia di guerra e toccavano soltanto di fioretto. Rosato, a scanso di equivoci, tirava comunque due o tre botte decise a Pulici, e tutto finiva lì per il Torino sul fronte dell'attacco. Dal pacchetto difensivo granata usciva spesso bene Mascetti (il quale ha pagato nel finale lo sforzo notevole fatto in apertura) ma Agroppi dalla parte opposta stentava un poco a reggere. Bittolo ''stendeva'' Graziani fra le ovazioni del pubblico, poi al quarto d'ora Sala interrompeva la vana pressione avversaria con una galoppata travolgente di 60 metri e tocco finale per Ferrini, soltanto un po' lungo per il vecchio capitano. Un tiro da lontano di Derlin non impensieriva Castellini, poi al 28' Bordon appoggiava sulla rete esterna, di testa, un bel traversone del solito Corso. Mischie su mischie in area torinese nel finale del tempo con - al 44' - Corradi e Castellini che rotolavano insieme in porta fra gli ululati del pubblico. Il Genoa operava il maggior sforzo in apertura di ripresa, dava l'impressione di poter passare (e l'avrebbe anche meritato) da un momento all'altro. Cominciava Maselli a calciare di poco alto, quindi Corradi segnava ma il suo tocco era stato preceduto dal fischio dell'arbitro che aveva rilevato un fallo dello stesso attaccante su Lombardo. Al 9' uno stupendo centro di Corso era appena sfiorato da attaccanti e difensori: la palla pareva spiovere in rete, ma Castellini la abbrancava a terra con una prodezza. Un minuto dopo, al termine di una manovra Bordon-Bittolo, calciava in corsa Corradi ma Fossati era pronto a ribattere il bolide angolato, poi tornava a brillare Castellini che bloccava una insidiosa deviazione di testa di Corradi ed intercettava quindi in presa volante un centro di Corso. Al 18' usciva Zecchini, Bordon passava in consegna a Fossati che lo strattonava malamente al 22': poteva starci anche il rigore, ma Casarin non abboccava ai contorcimenti del rossoblu. Premevano ancora i liguri, si arrivava alla nuova prodezza di Castellini al 29', al conseguente contropiede di Sala ed al primo rigore. Il resto è già descritto, con l'aggiunta che fra un penalty e l'altro il Torino si è ancora visto annullare un gol per un dubbio fuorigioco di Graziani, il quale aveva messo in porta un pallone calciato su punizione da Sala e deviato di testa da Pulici. Il 3 a 0, davvero sarebbe stato troppo. Il pubblico sfollava senza clamori, solo pochi ''ultras'' avevano ancora la forza o la voglia di inveire. Ma contro chi, per che cosa? Il Genoa ha chiuso amaramente una stagione trascinata avanti senza squilli, con troppo poca consistenza di squadra per una serie A. Corso, Rosato, Maselli e pochi altri non sono bastati per il miracolo. |
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