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Comunale |
20/10/1974 |
h.14.30 |
TORINO - CESENA 2-0 (1-0) Torino: Castellini, Lombardo, Santin, Salvadori, Cereser (al 46' Callioni), Agroppi, Graziani, Mascetti, Sala C., Zaccarelli, Pulici. A disposizione: Pigino, Ferrini. All.: Fabbri. Cesena: Boranga, Ceccarelli, Ammoniaci, Festa, Danova, Cera (al 46' Zaniboni), Catania, Brignani, Bertarelli, Rognoni, Toschi. A disposizione: Moscatelli, Orlandi. All.: Bersellini. Arbitro: Menegali di Roma. Reti: Pulici 41', Mascetti 46'. Spettatori: 24.406 di cui 15.053 abbonati e 9.353 paganti per un incasso di 19.869.900 lire. La campagna abbonamenti si concluderà in settimana, il dato degli abbonati quindi non è da considerarsi definitivo. Note: Pomeriggio sereno ma freddo con lieve foschia, terreno in buone condizioni. Ammoniti Festa, Pulici e Lombardo per proteste. Cronaca [Tratto da La Stampa del 21 ottobre 1974] Due a zero, punteggio classico di gare vinte con pieno merito. Un primo tempo controllato ed un secondo spumeggiante con il risultato ormai sicuro, bloccato il Cesena proprio a metà campo, lasciati due varchi verso Castellini tanto per consentire al giaguaro di confermare il suo valore: così il Torino ha archiviato la terza giornata di campionato chiudendo la bocca a molti critici, per altro non in torto visto il deludente avvio con la Roma e la non proprio autoritaria gara di Ascoli (dove per altro anche l'Inter &erave; stata maltrattata, ieri). Ai tre punti conquistati senza esaltare, i granata ieri ne hanno aggiunti altri due confortati da una prestazione sempre sicura ed a tratti vibrante, nella quale è arduo arrivando alle valutazioni dei singoli individuare chi è andato bene e chi benissimo. Sempre molto accorto nell'impostare tatticamente le partite, Fabbri ha chiesto al suoi un grosso sacrificio: la squadra non è partita di slancio, in uno di quegli assalti tambureggiami che le sono caratteristici ma che la espongono al rischio di trovarsi con il fiato grosso troppo presto. Il Cesena è stato controllato, aspettato, contrato per tutto il primo tempo con una calma esemplare, frutto evidente di una sicurezza davvero notevole. Un modo di affrontare un match che speriamo diventi abitudine anche nelle sfide più nervose ed attese. Poi è arrivato l'uno-due del k.o. Ha sbloccato la situazione Pulici allo scadere del primo tempo, ha dato il colpo di grazia ai romagnoli Mascetti, che al primo minuto della ripresa ha scagliato un bolide violento nel sette alla sinistra di Boranga. Di colpo, la strada è diventata in discesa per il Torino, anche se il Cesena ha continuato a macinare il suo gioco piacevole ma senza sbocchi per la mancanza di punte valide in un attacco nel quale il solo encomiabile Toschi cerca di fare un po' di polverone. Di colpo, il pubblico ha ritrovato la squadra che sognava; la palla filava in rapide e precise triangolazioni, che non hanno dato altri frutti (c'è andato vicino Pulici con un pallonetto alto di un soffio) solo per il logico affaticamento delle punte, delle quali Graziani era anche menomato per una distorsione accusata In apertura del secondo tempo. Nell'intervallo capitan Cereser, dolorante, era stato sostituito da Callioni il quale andava terzino lasciando a Santin il ruolo di libero (curiosa coincidenza: anche Cera, libero e capitano del Cesena, aveva dato forfait per un malanno alla schiena fra un tempo e l'altro, rimpiazzato dall'ex juventino Zaniboni), ed il Torino presentava cosi una formazione votata all'assalto, con i soli Santin e Lombardo difensori specializzati. Pronti erano i rovesciamenti di fronte: la squadra si raccoglieva in difesa con buona rapidità, ma ancora più velocemente si apriva all'attacco con Zaccarelli e Salvadori ben larghi sulla fasce laterali, Sala svariante a seconda dell'estro, Agroppi più a suo agio che nel primo tempo. Mascetti a bloccare in tackle ed a lanciarsi nei corridoi liberi. La spinta era notevole, i granata - si può capirli - si compiacevano persino un po' troppo del loro momento magico e l'azione spesso si perdeva per eccesso di preziosismi. Il Cesena poteva farsi pericoloso due volte, ma Castellini non voleva essere da meno dei compagni e volava prima a deviare in angolo e poi sui piedi di Bertarelli. Un Torino a due volti, prima sereno e concentrato, quindi spumeggiante e svagato. Mai come ieri abbiamo visto Sala, efficace nel dribbling come quando è in salute, pronto a rilanci lunghi alle punte, segno che il più classico giocatore granata sta entrando sempre meglio nella parte. Le marcature del Cesena sono state dure ma sostanzialmente corrette, il solo Cera da vecchio marpione ha dimostrato nel primo tempo con alcuni falli utili ai limiti dell'area di saper usare davvero la maniera forte. Sala aveva di fronte Ceccarelli. Un terzino di valore che non poteva scadere al ruolo di killer che di solito interpretano gli avversari del numero nove granata. Attorno a Sala, la squadra è via via salita di tono. Caparbi Graziani e Pulici, accomunati in una ovazione nell'azione del primo gol (che rimane a Pulici nella classifica dei cannonieri, ma il cui merito è diviso a metà), già positivo ma ancora alla ricerca del passo giusto il rientrante Zaccarelli. In crescendo Salvadori giocatore lineare che non può restare fuori squadra, addirittura sorprendente Mascetti salito in cattedra nella ripresa galvanizzato dal magnifico gol del raddoppio. Più rigida la difesa del primo tempo attorno ad un ottimo Cereser, più fluida quella della ripresa: sempre su uno standard valido Lombardo, fantasioso Callioni, ma su tutti Santin che sia come marcatore di Bertarelli che come libero ha dato ancora una volta la misura del suo notevole valore. Rimane Agroppi, l'uomo sul quale Fabbri sta impostando un Torino nuovo, diverso dal passato. Aldo ha compiti di regista arretrato, un ruolo delicato che non sempre il toscano ha interpretato con la necessaria agilità nel primo tempo: qualche indugio nel rilanci, qualche incertezza pericolosa nel dribbling (se lo perde, ed è accaduto, la squadra rischia di essere colta troppo sbilanciata in avanti), una mancanza di scatto che non è una colpa ma è legata al passo lungo dell'atleta, hanno impedito ad Agroppi di convincere appieno. Sfumature, ma da sottolineare all'inizio dell'esperimento, ora che tutti i titolari (toccando ferro) sono a disposizione. Fabbri è deciso ad insistere, Aldo può migliorare. Almeno, adesso sa di essere più che mai una delle pedine chiave del gioco, e conoscendo il suo orgoglio i tifosi possono stare tranquilli. Del resto la miglior stagione del Torino, quella del secondo posto alla pari col Milan, dipese in gran parte dalla strepitosa annata del mediano, che ora vuole ripetersi. L'attuale assetto del centrocampo sacrifica Ferrini, ieri in panchina. Ma la stagione è lunga, il capitano sa aspettare senza mugugni, anche se oggi non sarà molto su di morale. Il Cesena ha confermato il buon impianto del suo gioco, ma alla cronica carenza di goleadores si è aggiunta - a suo danno - la sicura prestazione degli avversari. Con Danova su Graziani e Ammoniaci su Pulici, il trainer Bersellini ha cercato di frenare al meglio la scatenata coppia di punta granata, mentre Ceccarelli è andato su Sala, Catania si è accentrato su Zaccarelli, Brignani cercava di disturbare Agroppi e Festa finiva nella zona di Mascetti. Il Torino non sprintava come forse il Cesena si attendeva, ed erano anzi i romagnoli ad andare avanti con la loro manovra fitta ed Insistita. Al 7' Bertarelli calciava al volo sulla rete esterna un pallone offertogli da Cera, il Torino reagiva con un affondo di Santin e poi con un bel centro di Pulici sul quale Danova anticipava in acrobazia Graziani. Entrava in scena l'arbitro Menegali con una serie di decisioni incredibili, per altro agevolato da uno dei suoi collaboratori di linea, specialista nel cogliere i fuorigioco al millimetro e anche meno. Così Pulici agganciato in area si vedeva negare il rigore per un offside inesistente ed in più veniva ammonito per proteste. Cartellino giallo anche per Lombardo al primo fallo su Toschi, mentre Cera sul fronte opposto poteva porre a frutto indisturbato la sua lunga esperienza. I gol calmavano le acque. Il primo al 40', con una lunga fuga di Mascetti sulla sinistra e cross alto che Graziani con bella elevazione deviava all'incrocio del pali. Boranga arrivava con la punta delle dita, la palla rimbalzava contro la traversa e Pulici con freddezza massima la infilava in porta. Raddoppiava Mascetti al 1' della ripresa, cominciava lo show granata. Gli "olé" del pubblico accompagnavano le fantasiose veroniche di Sala. |
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