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Comunale |
26/01/1975 |
h.14.30 |
TORINO - CAGLIARI 1-0 (0-0) Torino: Castellini, Santin, Calloni, Mozzini, Cereser, Mascetti, Graziani, Ferrini, Sala C., Zaccarelli, Rossi. A disposizione: Pigino, Agroppi, Roccotelli. All.: Fabbri. Cagliari: Vecchi, Dessì, Mancin, Gregori, Valeri, Tomasini, Nené, Bianchi, Gori, Butti (al 51' Novellini), Riva. A disposizione: Copparoni, Quagliozzi. All.: Radice. Arbitro: Levrero di Genova. Reti: Mascetti 47'. Spettatori: 33.766 di cui 15.146 abbonati e 18.620 paganti per un incasso di 45.890.100 lire. Note: Giornata di sole, temperatura mite, terreno in buone condizioni anche se un po' scivoloso. Nessun incidente di rilievo, qualche pestaggio sugli spalti. Ammoniti Dessi e Tomasini per gioco scorretto, Mascetti e Riva per proteste. Cronaca [Tratto da La Stampa del 27 gennaio 1975] ?In uno stadio carico di tensione, che ha cambiato pelle per una domenica, il Torino ha sofferto ma ha vinto, con pieno merito, contro un Cagliari inferiore alle aspettative. La superiorità dei granata si è fatta schiacciante dal momento in cui Mascetti, in apertura di ripresa, ha sbloccato il risultato: con il punto è arrivato il gioco, che in precedenza aveva lasciato molto a desiderare, ed i sardi hanno rasentato il crollo concedendo ben sei palle-gol al Torino, quattro fallite per un soffio e due finite contro la traversa. Il Cagliari si è sbilanciato in avanti per recuperare (al 6' Radice ha sostituito Butti, vittima di un leggero stiramento muscolare, con Novellini) ed il contropiede del Torino è diventato micidiale, anche se Pulici era confinato in tribuna per il noto infortunio. Se il Cagliari è costretto ad attaccare smarrisce personalità ed efficacia, si snatura denunciando falle nella copertura difensiva e nella tenuta atletica. Avventandosi senza convinzione, con un Gori fuori fase e con un Riva che sta scrollandosi di dosso la ruggine accumulata in tre mesi di inattività (da un suo colpo di testa è scaturita, comunque, l'unica parata per Castellini) il Cagliari ha consentito al Torino di andare a nozze. Il gol di Mascetti - che aveva siglato, pure di testa, una rete al Cagliari in Coppa Italia, nel settembre scorso - ha dato slancio, morale e convinzione al Torino. La squadra di Fabbri si è trasformata, cancellando le incertezze della prima frazione. Si era visto un Torino in preda a frenesie podistiche e all'improvvisazione: pur tenendo un ritmo ragionevole la sua cifra di gioco non era stata tale da incantare. Il Cagliari si era difeso, con rimandi a campanile, facendo diga a metà campo e chiudendo gli spazi vitali alle manovre del Torino. Il solo che tentava di far gioco era Nenè: il brasiliano cercava Riva con lanci a lunga gittata, non sempre felici, che la retroguardia granata intercettava regolarmente. Alle difficoltà tattiche, si aggiungeva il quadro ambientale tutt'altro che ideale per i granata, costretti a vincere per uscire dalla crisi. C'erano anche gli applausi ma mancava Il consueto incoraggiamento della bollente curva Maratona dove si svolgevano furibonde risse tra i tifosi in sciopero e quelli che tentavano di manifestare il loro stato d'animo, approvando o disapprovando. Alcuni giocatori apparivano a disagio. Emergeva quello che noi riteniamo il problema di fondo del Torino: la mancanza di un coordinatore a centrocampo. Tra gli uomini a disposizione di Fabbri questo elemento non c'è. I collegamenti con le punte avvengono sempre con un passaggio di troppo: Sala, Zaccarelli, Ferrini e Mascetti, per le loro caratteristiche, tendono ad avanzare con il pallone al piede. Si sfruttano poco le fasce laterali: abbiamo visto Callioni percorrere a vuoto il corridoio sinistro, in piena solitudine, senza essere servito; la stessa cosa è successa a Santin, sulla destra. Il Cagliari aveva buon gioco: si limitava a rompere e Vecchi non correva pericoli. Pochi i brividi, nonostante l'impegno di un Sala, in chiaro progresso, e di Graziani. Rossi stentava un po' a carburare essendo al debutto stagionale e dovendo adattarsi a fare l'ala. Sull'altro fronte. Riva toccava il primo pallone dopo una dozzina di minuti: Mozzini non aveva grosse difficoltà a seguirlo mentre Cereser vigilava. Il bomber procurava qualche apprensione solo sui calci piazzati ma la barriera li respingeva. Un cross di Sala (31') era intercettato con un braccio da Tomasini, in piena area, ma l'arbitro giudicava involontario il mani. Invano Sala protestava. Un minuto dopo Sala impegnava Vecchi nella prima parata. Il Torino dava segni di nervosismo, si muoveva con affanno. Anche Fabbri si agitava in panchina e veniva richiamato dall'arbitro. Completamente diversa la ripresa. Rossi si metteva subito in evidenza insidiando Vecchi con un colpo di testa. Poi dava il via all'azione del gol decisivo, al 2': dal suo piede partiva il cross, la palla deviata da Tomasini, perveniva a Mascetti che, di testa, all'altezza del dischetto, infilava sotto la traversa rendendo vano il volo di Vecchi che sfiorava, senza trattenere il bolide. Era come una liberazione per i granata e per il pubblico, contestatori e no. Il Cagliari attaccava, il Torino si affidava al contropiede, sganciando però anche i terzini e il libero. Le puntate offensive di Callioni si facevano sempre più frequenti, talora velleitarie ma spesso utilissime. Un suo tiro finiva a lato, un altro era parato. Scendeva anche Santin che, al 23', centrava per Rossi, bene appostato: destro di controbalzo e palla fuori bersaglio. Rossi, che in certe cose ci ricorda Moroni, diventava un pericolo costante per il Cagliari. Castellini, su rovesciamento di fronte, neutralizzava un colpo di testa di Riva: era il primo intervento a testimoniare la sterilità del sardi, irriconoscibili rispetto all'incontro con la Juventus. Vista l'impotenza dei rossoblu, Cereser fluidificava: al 25', servito da Graziani, il libero pennellava un lungo traversone sotto porta per Zaccarelli che, al volo, di sinistro, impegnava Vecchi in una difficile parata. La bella azione galvanizzava il Torino. Ferrini, contuso, stringeva i denti (mentre Agroppi, in panchina, era pronto per ogni evenienza) e al 33', con un calibrato lancio in profondità, coglieva di sorpresa la difesa sarda: Rossi scattava sfuggendo a Dessi che tentava, senza successo, di placcarlo, evitava Vecchi in uscita ma si allargava troppo e consentiva a Valeri di salvare in angolo. Nel finale il Torino produceva il suo forcing alla ricerca del raddoppio. Un altro mani di Tomasini, su cross di Graziani, era giudicato involontario dall'arbitro che non voleva saperne di concedere un rigore. Levrero ammoniva, però, Riva per proteste. Poi (42') Rossi si produceva in uno slalom irresistibile e otteneva un corner. Sullo spiovente di Sala, Graziani colpiva la traversa; riprendeva Mascetti ed anche il suo tiro finiva contro i legni facendo gridare al gol (la palla rimbalzava, di poco, oltre la linea di porta). Allo scadere, Zaccarelli, da fondo campo, serviva alla perfezione Rossi che sparava alto. Peccato. Rossi avrebbe meritato il gol, così come il Torino meritava un successo più netto. Anche se di misura è una vittoria scacciacrisi che, forse, contribuirà a favorire una distensione nei rapporti tra i tifosi e la società. |
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