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Olimpico di Roma
02/02/1975
h.15.00
ROMA - TORINO 0-1 (0-1)
Roma
: Conti P., Negrisolo, Rocca, Cordova, Santarini, Batistoni, Di Bartolomei, Marini, Prati, De Sisti, Penzo (al 74' Curcio). A disposizione: Ginulfi, Liguori L. All.: Liedholm.
Torino: Castellini, Santin, Callioni, Mozzini, Cereser, Mascetti,Graziani, Ferrini, Sala C., Zaccarelli, Rossi. A disposizione: Pigino,Salvadori, Roccotelli. All.: Fabbri.
Arbitro: Lazzaroni di Milano.
Reti: Sala C. 33'.
Spettatori: 67.400 di cui 22.482 abbonati e 44.918 paganti per un incasso di 131.520.500 lire.
Note: Giornata di sole, terreno in condizioni ideali. Nessun ammonito e nessun incidente degno di nota. Calci d'angolo 9-4 per la Roma.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 3 febbraio 1975]
La splendida serie della Roma è stata spezzata da un fantastico affondo di Sala, che nella galoppata verso Conti e nella botta che ha tagliato fuori il portiere giallorosso ha messo tutta la rabbia accumulata, da lui e dai compagni, in questi giorni turbolenti. La vittoria del Torino si chiama cuore ed orgoglio prima ancora che gioco vero, ma è proprio questo che si chiedeva a uomini che in altri frangenti erano parsi fiacchi, quasi remissivi, di fronte alle avversità. La Roma si è battuta bene, come è nel suo stile, ed alla luce di questo rilievo i due punti granata assumono maggiore importanza, Prati è rientrato negli spogliatoi imprecando ancora ai tre palloni respinti dai legni della porta di Castellini, ma solo sul primo (quello scoccato su punizione al 21' minuto di gioco) il magnifico portiere granata era parso battuto, ingannato anche da una deviazione della sfera fra difensori ed attaccanti. Nella seconda occasione (al 43', montante dopo giravolta al danni di Mozzini, secondo tiro da posizione angolata e stesso montante, ma dal lato esterno) il giaguaro era arrivato con la mano al filo del palo. Ne avanzava, comunque, perche i tifosi giallorossi gridassero al furto a fine gara, ed il loro punto di vista è più che comprensibile al cospetto di un Torino che ha sfruttato al meglio il primo aiuto della buona sorte in tutta la stagione. Un Torino che ha avuto anche il merito di non perdere la calma di fronte all'arbitraggio a senso unico di Lazzaroni (un cognome che è un programma), il quale non ha avuto paura nel finale di smentire gli stessi guardalinee pur di assegnare ai giallorossi rimesse laterali e punizioni che toccavano ai granata. Maturata nel comportamento in campo, la squadra di Fabbri ha mostrato qualche progresso anche sul plano del gioco: non ha commesso l'errore (vedi lo sciagurato incontro col Napoli, sullo stesso terreno) di chiudersi in difesa, ma ha fatto filtro al centrocampisti giallorossi sui tre quarti del terreno, costringendoli a cercare Prati (l'unica punta valida degli avversari) con lanci da lunga e media distanza che sono stati quasi sempre preda della coppia Cereser-Mozzini. Inoltre, soltanto in rare occasioni la squadra si è spezzata in due tronconi, grazie - e va sottolineato - all'intelligente lavoro di Rossi che come e più di Graziani è tornato sulla metà campo per consentire il proseguimento dei palleggi dei compagni. Rossi non è certo Pulici, ed il ritorno del titolare sarà importante, ma il ragazzo insegna qualcosa nel modo di muoversi in campo anche al compagno più famoso. Ora tornando, ora scattando negli spazi vuoti. Rossi ha tenuto sul chi vive un elemento della classe di Rocca, il quale pur confermando in pieno la sua efficacia ha tuttavia dovuto faticare più del solito, come testimoniano i più rari inserimenti offensivi. Fabbri ha rischiato un poco lasciando spazio a Cordova, atteso da Ferrini dentro la metacampo granata, ma del resto non aveva (mancandogli Lombardo, un marcatore agile e pronto nei ricuperi) un uomo che potesse seguire ovunque il cervello giallorosso come ha fatto Oriali per l'Inter. Per il resto, in difesa, tutto bene: Mozzini è parso in progresso su Prati. Cereser si è battuto con il solito indomito coraggio. Callioni pur con qualche licenza stilistica rischiosa è venuto fuori con autorità alla distanza. Santin è stato imbattibile ed ha dato a Graziani una stupenda palla-gol ancora sullo zero a zero. A centrocampo, Mascetti e Zaccarelli si sono sfiancati in un lavoro di arginamento e rilancio che ne ha un poco appannato la lucidità, ma specie all'inizio hanno sulla coscienza alcuni tackles persi con troppa sufficienza, causa di momenti critici per la squadra già sbilanciata in avanti per il contrattacco. Due citazioni a parte, per Castellini e per Sala. Il portiere è stato uno degli artefici della vittoria, non tanto per parate eccezionali su tiri nello specchio della porta ma per la sicurezza ed il coraggio con il quale ha sbrogliato alcune situazioni di pericoli in un'area ribollente di compagni ed avversari. Coraggioso e commovente, come all'inizio della ripresa quando ha subito un colpo alla testa involontario da Prati, ha invano chiesto un attimo di tregua all'arbitro, si è gettato sul palo per un nuovo tiro di Prati ed ancora dolorante è uscito in presa alta beccandosi da Penzo un duro colpo alla schiena. Sala ha giocato il primo tempo da mezz'ala a tutto campo, il secondo (visto che le forze gli scemavano) da utilissimo centromediano metodista: ottimo in entrambi i ruoli. A parte il merito del gol. l'abbiamo visto più volte effettuare lanci di quaranta (diconsi quaranta, non c'è errore di stampa..) metri alle punte con naturalezza ed efficacia. Un Sala del tutto nuovo. Con la bella gara di oggi non potrà più contare in futuro sulle solite scusanti legate al suo gioco istintivo, al fatto che "è un solista che deve seguire l'istinto". Nossignori, Sala ha dimostrato di poter diventare - se solo lo vuole - un magnifico uomo squadra. Una prova che si attendeva da tempo per spazzare ogni dubbio sul suo adattamento. Non attenda di sentirsi stanco per rinunciare agli slalom, effettui i lanci dall'inizio, distribuisca meglio le sue forze. Cerchi di ricordarsi a lungo della partita del 2 febbraio 75. Contro un Torino più quadrato, meno timoroso, attento a chiudere gli spazi ai centrocampisti avversari, la Roma, partita forse troppo sicura di se stessa, ha scaricato la sua rabbia e la sua forza di spinta sui legni della porta di Castellini, e nella ripresa si è via via disunita cercando sempre più la testa risolutrice di Prati ed accentrando troppo il suo gioco. I giallorossi hanno finito all'attacco, con una botta di Di Bartolomei sulla rete esterna, ma un attimo prima Santarini aveva dovuto atterrare Sala appena fuori dell'area, segno che il Torino non ha mai rinunciato a portarsi in avanti. Visto il gioco, le capacità di manovra, la battuta d'arresto non dovrebbe diventare un dramma per i giallorossi, i quali hanno le possibilità per riprendersi subito. Anche se sono attesi da una difficile trasferta a Napoli. I giallorossi hanno Iniziato all'attacco, dopo una puntata di Graziani, ed al 4' Castellini era già al lavoro su una botta bassa di Prati. Al 12' Sala In recupero ha ribattuto una botta di Negrisolo in felice posizione, poi Castellini è andato a deviare sotto la traversa una testata astuta di Prati. Cordova si affannava a suggerire e ricucire, ben coadiuvato da De Slsti, ed al 21' fintava la punizione che Prati scagliava poi sul montante basso a destra del portiere granata. Ripartiva il Torino con un bel triangolo Santin-Rossi-Santin. Il terzino con intelligenza centrava forte addosso a Graziani che pressato da Batistoni non trovava il tempo per la deviazione a due passi da Conti. La gara si scaldava, affioravano le prime botte decise, ma arrivava il gol granata, al 32'. Santarini perdeva un tackle con Rossi, Sala si inseriva nell'azione, partiva deciso sulla sinistra, la difesa temeva il passaggio a Graziani, ed il numero nove granata puntava dritto a rete per battere Conti con un diagonale preciso. La Roma reagiva, c'era il doppio montante di Prati, poi nella ripresa il Torino contrava sempre meglio gli avversari, i quali per altro non rinunciavano agli affondo. Al 10' Sala beccava Rossi in avanti con un lancio di quaranta metri, ma Rocca recuperava in bello stile: Castellini sbrigava le situazioni più difficili, e lavoro ne aveva anche Conti su una bella staffilata di Rossi dopo contropiede manovrato con Graziani che gli lasciava la palla per il tiro con un intelligente colpo di tacco. La Roma cercava di stringere i tempi, ma i granata non cedevano con Sala in appoggio alla retroguardia. Il risultato restava ancorato al gol del primo tempo, il presidente Pianelli - che ha visto la partita al nostro fianco in tribuna-stampa, non essendoci posto per lui (paradossale ma vero) nel palco delle autorità - ha lasciato il campo con gli occhi lucidi. Chi dubita della sua passione, del suo amore per il Torino, provi a stargli vicino durante una gara.