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Comunale |
23/02/1975 |
h.15.00 |
TORINO - L.R.VICENZA 2-1 (0-0) Torino: Castellini (al 17' Pigino), Lombardo, Callioni, Mozzini, Cereser, Agroppi, Graziani, Mascetti, Sala C., Zaccarelli, Rossi (al 70' Roccotelli). A disposizione: Salvadori. All.: Fabbri. L.R.Vicenza: Bordin, Gorin, Longoni, Bernardis, Ferrante, Berni, Galuppi, Savoldi, Sormani, Faloppa, Vitali. A disposizione: Ciaschini, De Petri, Stivanello. All.: Puricelli. Arbitro: Lattanzi di Roma. Reti: Sala C. 61' (T), Agroppi 83' (T), Longoni 89' (V). Spettatori: 26.338 di cui 15.146 abbonati e 11.192 paganti per un incasso di 23.368.000 lire. Note: Giornata di sole, temperatura fresca, terreno in perfette condizioni. Ammoniti Mascetti per simulazione e Gorin per gioco scorretto. Cronaca [Tratto da La Stampa del 24 febbraio 1975] Cinquantasette minuti di noia, poi l'arbitro Vittorio Lattanzi (una famiglia davvero incorreggibile) scuote il Torino negando il rigore per un agganciamento di Vitali ai danni di Lombardo, entrato in area sulla destra. E' la prima scossa, per giocatori e pubblico granata, ed il direttore di gara sparge sale sulla ferita appena aperta, ammonendo per simulazione Mascetti che entra in area dopo un affondo mozzafiato, e cade nell'impatto con i difensori. Nessuno reclamava il penalty, la simulazione dov'era? Un giocatore non può finire per le terre in area, per un normale scontro di gioco? Ce n'era abbastanza per scaldarsi, e così gli uomini di Fabbri premevano finalmente sull'acceleratore. Per il pur solido Lanerossi Vicenza era l'inizio della fine. Passavano pochi minuti (si arrivava al 17' della ripresa) e su lancio lungo di Agroppi, Rossi toccava al volo in mezzo, dove Zaccarelli di testa schiacciava per Sala in posizione centrale davanti a Bardin ma con molti difensori a chiudergli la strada. Sala inventava un palleggio talmente bello da parere sprecato per una gara del genere: tocco felpato di destro, avversari in barca, botta di sinistro bassa ed uno a zero per i granata. Un gol da favola, da ricordare nello smorto panorama della stagione calcistica. Per il Torino la partita pareva iniziare allora, la squadra contrava con efficacia la reazione del Lanerossi e metteva per tre volte, dal 19' al 28', Zaccarelli in condizioni di battere a rete da posizione più che favorevole, ma sempre la fluida coordinazione del centrocampista svaniva al momento del tiro, con palloni oltre la traversa accompagnati dal mormorio di delusione dei tifosi. Prendevano allora vigore gli ospiti, i granata ripiegavano (sbagliando) e rischiavano grosso al 37' quando Savoldi scattava su un lancio lungo di Bernardis, approfittava dell'incertezza dei difensori granata fermi a braccia alzate per reclamare il fuori gioco, evitava l'accorerite Pigino e spediva con forza in rete dove Mozzini saltava di testa sulla linea, con una vera prodezza atletica ed una dimostmzione di notevole tempismo. Sala reagiva allo scampato pericolo con un affondo sulla destra (38'), Gorin non riusciva a frenarlo e sul centro basso rientrante del granata, arrivava in corsia Agroppi a battere Bardin con un tocco preciso. Era il gol del due a zero, e della definitiva riconciliazione dell'esultante toscano con i tifosi. La gara, ancora per merito di Lattanzi, aveva un ultimo sussulto allo scadere del novantesimo minuto. Ancora Savoldi allarmava la difesa granata, Lombardo toccava maldestramente di testa lanciando praticamente Vitali sul quale usciva a valanga, con le gambe alte, Pigino. Lattanzi concedeva un fallo per ostruzionismo a favore degli ospiti, e con tutti i granata a far mucchio sulla linea di porta Longoni realizzava, sul tocco laterale di Vitali. Quasi un gol beffa per i vicentini in extremis. La partita vera è tutta qui, compresa nell'ultima mezz'ora abbondante di gioco. C'è da chiedersi se prima di andare in campo i granata non avessero bevuto camomilla, vista la scarsa convinzione dimostrata nel primo tempo, e oltre. Per più di quarantacinque minuti solo Callioni, ed a tratti Sala, hanno dimostrato di saper toccare il pallone nel modo che si richiederebbe a giocatori di serie A: tutti gli altri semispenti, fiacchi, scarsamente concentrati, quasi non trovassero nella partita motivazioni sufficienti per dare qualcosa di più. Per contro, di motivi il Vicenza ne aveva uno solo ma validissimo, la precaria classifica. Ed i veneti (ha ragione Ferrante) dimostravano ancora una volta di saper produrre un ottimo football, confermando che quest'anno le squadra di coda cercano i punti con il gioco, affrontando a viso aperto tutti gli avversari. Mentre i granata stentavano, non trovavano i collegamenti, la manovra fluiva partendo dalla difesa vicentina dove il solido) Gorin lottava bene, fra scambi di gomitate e scatti furiosi, contro Sala. Ben sorretto da Faloppa, e soprattutto da Bernardis, a centrocampo Savoldi reggeva le fila del gioco, con scatti improvvisi e lanci di esterno che dimostravano ancora una volta la classe di questo "Cruyff dei poveri". Tutto finiva a livello di punte, per la scarsa consistenza di Vitali e la lentezza di un Sormani ricco di classe quanto di acciacchi (e di anni). Il Torino per un lungo periodo ha solo avuto delle reazioni rabbiose, scatti individuali, affondo, che morivano nel folto della difesa avversaria. Rossi era in giornata contraria, Graziani non riceveva una palla decente e via via si smarriva. Zaccarelli. Mascetti e Agroppi avevano il loro da fare a presidiare il centrocampo; dietro, Lombardo concedeva a Galuppi la parte di Garrincha, Mozzini (riscattatosi poi con una ripresa autoritaria, ricca di efficaci proiezioni offensive) aveva delle battute a vuoto. Per fortuna reggeva bene Callioni, con qualche licenza di tocco, e soprattutto Cereser metteva una pezza a tutto, prima davanti a Castellini e poi a Pigino, dopo l'uscita del titolare per il riacutizzarsi di un malanno accusato sabato, in modo Panale. Un'ennesima prova del malocchio che perseguita i granata. A Napoli o a Palermo li avrebbero già coperti di sale. Poi, nella ripresa, ha pensato Lattanzi a suonare la carica. Il Torino ha ritrovato di colpo la grinta, la voglia di vincere, il Vicenza ha accusato il "salto di qualità" di un avversario che ormai non temeva più. Sono saliti di tono un po' tutti i granata, con particolari note di merito per Mozzini, Sala, Agroppi e Mascetti il quale ha sostenuto con alterna fortuna ma con un evidente impegno la parte di coordinatore al centro del terreno. Anche se l'ex veronese risulta più appariscente negli affondo in velocità (ma non è detto che debba rinunciarvi, è sufficiente che un compagno a turno gli assicuri la necessaria copertura), il suo lavoro non è stato negativo, visti anche i suoi tentativi di sbarazzarsi della palla senza indugi. Un Torino strano, comunque, che prima ha irritato poi ha divertito. Ma ha vinto, la classifica ha pure la sua parte. |
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