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Bentegodi |
27/08/1975 |
h.17.00 |
HELLAS VERONA - TORINO 2-0 (2-0) Hellas Verona: Porrino, Nanni, Sirena, Bachlechner, Catellani, Cozzi, Franzot, Mascetti, Macchi, Moro, Zigoni (al 69' Vriz). All.: Valcareggi. Torino: Castellini, Lombardo, Gorin, Pallavicino (al 46' Garritano), Mozzini, Santin, Sala C., Pecci, Graziani, Zaccarelli, Pulici. All.: Radice. Arbitro: Reggiani di Bologna. Reti: Moro 6', Macchi 33'. Spettatori: 22.270 paganti per un incasso di 50.582.500 lire. Note: Terreno erboso in buone condizioni, serata afosa. In tribuna i commissari tecnici Bearzot e Vicini. Ammoniti Patrizio Sala per scorrettezze e Mozzini per gioco falloso. Cronaca [Tratto da La Stampa del 28 agosto 1975] Sconcertante esordio del Torino in Coppa Italia: la squadra di Radice è naufragata al Bentegodi contro un Verona rimaneggiato che ha meritatamente conquistato ì due punti in palio. Nessuno si aspettava un Torino tanto dimesso. Si erano scomodati addirittura in due, Bearzot e Vicini, per vedere all'opera i granata candidati a vestire la maglia azzurra contro la Finlandia a fine settembre: i due tecnici della Nazionale non hanno certo riportato una favorevole impressione. Colpito a freddo dal gol di Moro (sesto minuto), il Torino non ha saputo reagire adeguatamente, smarrendosi in una manovra senza sbocchi. Contro l'Academic i granata non avevano incantato, ma avevano lasciato vedere scampoli di gioco, creando diverse occasioni da gol mancate d'un soffio. Ieri sera niente ha funzionato. ''Davanti marmotte, dietro ubriachi. Se la squadra continuasse così, altro che puntare allo scudetto! Si dovrebbe lottare per una posizione di centro classifica''. Questo il drastico commento del presidente Pianelli. Un giudizio dettato anche dall'amarezza, ma senza dubbio ineccepibile. Le assenze di Claudio Sala e di Salvatori non giustificano là balorda prestazione dei granata. ''E' toccando il fondo che si può ricominciare'', dice Radice. Il trainer cerca di trovare una spiegazione logica alla scialba prestazione della sua squadra. Aggiunge: ''Il Verona ha centrato la gara. Il primo gol lo ha reso euforico e ci ha fatto fuori alla grande. Noi, invece, non abbiamo avuto una reazione decisa. Eppure ci teniamo a questa Coppa Italia, anche se ci serve come rodaggio al campionato. Se Pulici, nel primo tempo, riesce a sfruttare l'unica occasione capitatagli, la partita cambia volto, ma il gol bisogna cercarlo con maggiore insistenza. C'è modo e modo di perdere. Adesso ho aperto gli occhi e ne so di più su questo Torino. So anche che c'è molto da lavorare, ma non sono il tipo che si tira indietro. Garantisco che il vero Torino è un'altra cosa e che l'attesa dei tifosi non andrà delusa''. Siamo d'accordo con Radice che accetta la nuova realtà. La squadra devo acquisire una mentalità diversa. Gli schemi di gioco, voluti da Radice, stentano ad essere assimilati: ci vuole maggior movimento collettivo. Pecci non ha brillato, ma non è stato messo in condizione di operare nel migliore dei modi. ''Se il reparto non funziona - osserva giustamente Radice - non si può dare la colpa a Pecci. Il centrocampo è composto anche da Zaccarelli, da Patrizio Sala e da Pallavicini. Forse sono stati proprio i due giovani che hanno lottato con maggiore energia''. Patrizio Sala, per la verità, si è impegnato a fondo, mentre Zaccarelli è parso avulso dalle linee del gioco, si è mosso al piccolo trotto. Evidentemente non è ancora in forma. Radice cercherà di scuoterlo, poiché considera Zaccarelli una pedina molto importante nell'economia del Torino. ''Non si può giudicare il Torino di Verona, anche se attualmente possiamo dare molto di più. Una serata storta. Spero che Bearzot l'abbia capito'', dice Zaccarelli. Pulici si associa alle considerazioni del compagno. Paolino, ieri sera, era capitano e avrebbe voluto festeggiare l'avvenimento con un gol, ma, ancora una volta, non è stato felice nelle conclusioni. C'è da dire che il ritmo del Verona (preparato a dovere da Valcareggi) ha sorpreso il Torino. Subito il gol di Moro, i granata sono apparsi indecisi se attuare il forcing alla ricerca del pareggio o temporeggiare nella speranza che la sfuriata dei gialloblù si esaurisse. Cosi hanno incassato la seconda rete, bellissima, trasformata da Macchiin sforbiciata a conclusione di urna combinazione Mascetti-Zigoni. Un gol che ha messo k.o. i granata. Nella ripresa Radice ha tentato il tutto per tutto inserendo Garritano come terza punta e arretrando Patrizio Sala in mediana, al posto di Pallavicini, rimasto negli, spogliatoi. Garritano ha reso un po' più incisivo il Torino, liberando Graziani e Pulici dalla morsa della difesa veronese, ma non è bastato per ribaltare una situazione ormai compromessa. In contropiede, il Verona s'è reso ancora pericoloso e ha mancato d'un soffio il terzo gol, sempre con lo scatenato Macchi. Anche la difesa del Torino ha denunciato lacune. Santin è in rodaggio come libero, ruolo che non ricopre da tempo. Gorin, al quale la grinta non fa difetto, ha effettuato alcuni decisi interventi su Zigoni, ma non è riuscito ad impedirgli il passaggio-gol per Macchi. L'ex vicentino deve ambientarsi. Mozzini è parso in difficoltà nei confronti di Macchi, mentre Lombardo ha faticato a tenere a bada Franzot, il meno appariscente, ma che ha svolto un utile lavoro di raccordo. Le incertezze difensive derivano anche dal centrocampo. C'è da sperare che domenica prossima, al Comunale, contro il Cagliari, il Torino si riscatti di fronte al pubblico amico. |
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