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Cibali |
21/09/1975 |
h.17.00 |
CATANIA - TORINO 1-4 (1-0) Catania: Petrovic, Labrocca, Ceccarini, Benincasa (al 79' Chiavaro), Battilani, Cantone, Colombo, Morra, Ciceri, Panizza, Malaman (al 79' Ventura). All.: Rubino. Torino: Castellini, Gorin, Salvadori (all'83' Pallavicini), Sala P., Mozzini, Santin, Sala C., Pecci, Graziani, Zaccarelli, Pulici. All.: Radice. Arbitro: Casarin di Milano. Reti: Ciceri 18' (C), Mozzini 52' (T), Pecci 58' (T), Pulici 62' (T), Santin 90' (T). Spettatori: 15.169 paganti per un incasso di 50.199.500 lire. Note: Ammoniti Mozzini, Graziani, P.Sala, Gorin, Panizza e Labrocca. Pomeriggio estivo, terreno in ottime condizioni. Cronaca [Tratto da La Stampa del 22 settembre 1975] Vittoria rotonda per il Torino, ma vittoria inutile per la classifica di Coppa, che vede ancora in testa il Verona con un punto in più. Comunque il 4 a 1 di Catania serve al Torino per alcune verifiche importanti ed è opportuno anche per addolcire polemiche che potrebbero diventare pericolose per la tranquillità della squadra in questo momento delicato della stagione. Vincere fa sempre bene, tranquillizza i tifosi, riduce la tensione tra i giocatori, accelera il processo d'inserimento dei nuovi, accompagna i favoriti all'evolversi della trasformazione tattica voluta dal nuovo allenatore Gigi Radice. Quindi sia benvenuto questo 4 a 1, ma attenti a non cadere nell'illusione! Il Torino di Catania non ha affascinato nessuno, neppure i suoi amici più cari. La squadra ha subito l'iniziativa del Catania per una buona mezz'ora, ha incassato un gol, s'è salvata in qualche altra circostanza con un po' di fortuna. Il vero Torino si è visto soltanto nella ripresa, e non sempre. I siciliani, in difficoltà di preparazione a causa dei noti casi di protesta per il mancato accordo per l'ingaggio (alcuni sono addirittura ancora aventiniani, Fraccapani, altri hanno giocato dopo appena due o tre settimane di allenamento, Malanimi e Ceccherini). I padroni di casa, dicevamo, hanno iniziato a spron battuto sfidando i granata sul ritmo. Ed è qui che sono apparse le lacune più gravi in campo torinese. Il centrocampo veniva preso d'infilata con manovre rapide e ficcanti, i catanesi giocavano tutti di prima, Cantone, Morra e Panizza manovravano alla perfezione, rendendo inutili gli sforzi di Pecci, di Zaccarelli, di Patrizio Sala e di Claudio Sala. C'era da rimanere sbalorditi per la facilità con cui gli isolani portavano avanti le loro azioni d'attacco. Castellini, Santin e Salvadori avevano un gran lavoro. Lo sbrigavano con attenzione, ma anche con qualche smagliatura. Al 10' Castellini doveva intervenire da campione per salvare un gol certo; usciva di porta anticipando con un balzo prodigioso il cross di Malaman destinato a Morra appostato proprio davanti alla rete. Al 16' solo una fortunata deviazione in angolo evitava la capitolazione della porta granata in seguito ad una punizione calciata da Malaman. Poco dopo il gol catanese: Casarin puniva un duro intervento a metà campo. Calciava Labrocca, Morra correggeva di testa verso Ciceri, che sullo scatto sorprendeva Mozzini e Santin e buttava in rete. Fuorigioco di Ciceri? Dalla tribuna la posizione del centravanti era apparsa irregolare, ma Casarin si trovava a due passi, non interpellava neppure il suo collaboratore, che comunque appariva molto perplesso (18'). I granata reagivano da grande squadra. Con qualche avventatezza, con alcuni errori, ma con il cipiglio di chi vuol riparare ad una situazione che ritiene ingiusta. I padroni di casa istintivamente arretravano i centrocampisti commettendo il primo errore tattico della gara. Poi tentavano anche di perdere tempo. Troppo presto! La manovra d'attacco del Torino si faceva più fitta. Non era limpida ma pressante. Zaccarelli non riusciva a trovare la giusta posizione, Pecci tentava di reggere il gioco con dinamismo ma con poca sagacia, Patrizio Sala correva per sé e per gli altri, ma confermava anche di non aver ancora la personalità per comandare in campo. In effetti il compito di regista era riservato a Pecci, ma il bolognese deve ancora capire i compagni prima di poter governare il gioco come si pretende da lui. La difesa, consolidata dopo i primi sbandamenti, non aveva grande lavoro. All'attacco risultava palese un equivoco tattico che Radice, prima o poi, dovrà pure risolvere. In quale zona deve giocare Claudio Sala? L'attaccante non rimaneva sulle fasce laterali, né manovrava al centro. Si arrangiava con tocchi da fine artista, ma raramente il suo apporto era efficace. Con Pecci in ritardo di forma (è militare e non può allenarsi a dovere), e con Zaccarelli in crisi di gioco, Pulici e Graziani ricevevano scarso aiuto. Sbagliavano anche loro, ma erano i meno colpevoli. Il gioco diventava equilibrato. Al 34' Pecci (utilissima la sua abitudine di piazzarsi sul palo in occasione del corners) salvava di testa a porta vuota un pallone deviato in rete da Labrocca, e poco dopo (36') era Ceccherini ad evitare la capitolazione di Petrovich, rubando dal piede di Pulici una palla destinata al gol. I primi minuti della ripresa mostravano un Torino decisissimo a superare l'impasse. Di contro stava un Catania ormai allo stremo delle forze e nel breve spazio di dieci minuti i granata segnavano tre gol: al 51' realizzava Mozzini, avanzato a raccogliere di testa una punizione battuta da Sala; al 58' era Pecci ad indovinare un diagonale tagliatissimo che sorprendeva tutti, compreso il portiere Petrovich; al 61' toccava a Pulici correggere in rete una bellissima azione in profondità Patrizio Sala-Pecci-Claudio Sala. La partita era decisa. Stranamente i giocatori diventavano nervosi. Casarin distribuiva ammonizioni non tutte giuste, alcune esagerate, altre addirittura generose, perché i falli avrebbero meritato di più. Certi gesti di Pecci (palla in faccia all'avversario) e di Gorin (intervento deciso ai danni dell'avversario di Pecci) erano sintomi di reazioni sproporzionate. Con un arbitro meno paternalistico, qualcuno sarebbe finito negli spogliatoi anzitempo. E non ci sarebbe stato nulla da obiettare. Si continuava a giocare. Benincasa e Malaman, sfiancati dal ritmo, lasciavano il posto a Chiavaro e Ventura (77'): nel Torino s'infortunava leggermente Salvadori e veniva sostituito da Pallavicini (81'). Proprio nei minuti di recupero OD il Torino completava il suo bottino con Santin, cha avanzando rubava una palla a Pulici e batteva per la quarta volta Petrovich. Il fischio di chiusura sanzionava la grossa vittoria del Torino, un successo che non può essere discusso sul piano tecnico, ma che non ha cancellato tutte le perplessità sull'attuale condizione della squadra di Gigi Radice. Le modifiche tattiche volute dal trainer non sono ancora applicate. Il Torino continua a preferire il gioco di contropiede. Inoltre occorre risolvere l'equivoco sulla posizione di Claudio Sala: o ala con compiti di rimanere sulle fasce laterali o centravanti arretrato. E' inutile che vada al centro dell'area a confondere Graziani e Pulici. Ai centrocampisti occorredar tempo perché si conoscano. Giocano da poco tempo assieme perché gli scambi siano già automatici. Pecci regista è una bella speranza, Zaccarelli deve ancora confermare le sue possibilità. Patrizio Sala corre per gli altri e si sfianca in un gioco di coordinamento utile ma a tratti impreciso. Il Torino sta ancora cercando se stesso. Ammoniti da Casarin Claudio Sala, Mozzini e Gorin per il Torino; Petrovich e Panizza per il Catania. |
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