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Comunale |
02/11/1975 |
h.14.30 |
TORINO - INTER 2-1 (1-0) Torino: Castellini, Gorin, Salvadori, P.Sala, Mozzini (al 61' Lombardo), Caporale, C.Sala, Pecci, Graziani, Zaccarelli, Pulici. A disposizione: Cazzaniga, Garritano. All.: Radice. Inter: Vieri, Giubertoni, Fedele, Oriali, Gasparini, Facchetti, Marini, Boninsegna, Mazzola (al 64' Libera), Bertini. A disposizione: Bordon, Bini. All.: Chiappella. Arbitro: Michelotti di Parma. Reti: Pulici 18' (T), Gorin 85' (T), Boninsegna 88' (I). Spettatori: 40.776 dei quali circa 15 mila abbonati e 26.276 paganti per un incasso di lire 85.371.000. Note: Cielo coperto, terreno scivoloso per la pioggia della vigilia, temperatura fresca. In tribuna d'onore Enzo Bearzot. Incidente a Mozzini (distorsione al ginocchio), ammoniti Pulici, Bertini, C.Sala e Fedele per gioco scorretto. Prima della gara è stato consegnato a Pulici il premio Chevron Sportman quale capocannoniere della serie A per la stagione 1974-75. Cronaca [Tratto da La Stampa del 3 novembre 1975] Al Torino-squadra che sa cosa vuole, come procedere, quali rischi prendersi, l'Inter ha opposto una partita di pari vigore atletico, di pari coraggio, ma ha mostrato la corda sul piano dell'organizzazione, degli schemi, ed ha perso giustamente perché nel football moderno c'è sempre minore spazio, e minore fortuna, per chi improvvisa. La partita è stata vibrante, combattutissima, a tratti bella. I granata di Radice hanno fatto pesare in modo determinante la consapevolezza di chi conosce di se stesso pregi e difetti. I nerazzurri hanno recitato a soggetto. La loro azione ha toccato livelli alti quando era Mazzola, ossigenato nei capelli e nel polmoni, a guidare il gioco ed a toccare il pallone, ma a Sandrino è rimasto nelle mani solo l'applauso pieno di ammirazione e di affetto che il pubblico torinese gli ha dedicato, ad un suo ennesimo affondo. Per il resto la squadra che Chiappella ha già portato ad una più che valida condizione atletica è vissuta sull'improvvisazione. Con Mazzola, sia Giubertoni che Oriali, sia il tecnico e lucidissimo Marini che Fedele si sono dimostrati validissimi, ma ogni volta la battuta era legata all'estro dei singoli, si avvertiva la mancanza di un copione (o meglio il copione ci sarà, ma la compagnia non l'ha ancora imparato). Le stesse orgogliose incursioni di Facchetti avevano qualcosa di patetico: ma dove vuol arrivare, Giacinto, tentando dribglings impossibili con le tue gambe da Ribot? Con il ritmo e l'estro dei singoli, l'Inter è stata comunque ben viva sul molle terreno dello stadio: la gagllardia dei nerazzurri va ricordata, perché sottolinea i meriti di un Torino in continuo crescendo, sia pure con sbavature del singoli e con qualche rischio di fronte al contropiede avversario. Rischi calcolati, comunque, che sono diventati più gravi del temuto per alcuni svarioni di Caporale, che ha dimostrato di non essere molto sicuro quando il fronte dei suoi interventi diventa molto ampio. Vista nel suo insieme la squadra ha girato e come, confermando che il centrocampo ha gli uomini giusti per fare una stagione ad alto livello. La diagonale Pecci-Patrizio Sala si rivela sempre più consistente: sono stati loro ad emergere in una giornata nella quale Claudio Sala e Zaccarelli hanno badato più al sodo che alle fantasie. Pecci è stato semplicemente formidabile per continuità e senso del gioco: lo si è visto puntuale in fase di filtro alla difesa e pronto ad inserirsi alle spalle delle punte. Dicono che è lento, che ha i piedi grossi, che ha la lingua lunga: sarà così, ma di domenica in domenica ribadisce con le sue prestazioni la buona scelta del Torino sul mercato. La squadra cercava un giocatore di questo tipo e l'ha trovato: semmai il problema è quello della continuità, della capacità di concentrazione nell'arco di un campionato (tenendo anche a mente che il giocatore è militare e vive meno di altri il clima della squadra), ma a questo ci penserà Radice il quale sta dimostrando di conoscere a fondo i suoi giocatori. La conferma di Gorin testimonia delle qualità del trainer; la prontezza con la quale ha cambiato le marcature iniziali ne sottolinea la duttilità. Così come l'inserimento di Patrizio Sala sin dall'inizio, dalle gare precampionato e dalla Coppa Italia, conferma che Radice non solo sa giudicare un atleta con notevole rapidità di intuito, ma è libero da qualsiasi pregiudizio legato ad anzianità, esperienza o altro. Se un ragazzo vale, eccolo con la maglia di titolare (e con quale disinvoltura la porta). Attorno al centrocampo, il Torino ha costruito la sua partita. Primo tempo più marcatamente offensivo, gol di Pulici, ripresa più orientata al contenimento senza però scadere mai all'ammucchiata nella propria area di rigore, favoloso raddoppio di Gorin in contropiede e quando la festa era completa è arrivato il rigore che Michelotti ha decretato solo perché il risultato era à deciso. Il tiro di Boninsegna che ha battuto Castellini è stato la classica bottiglia che sa di tappo in mezzo ad un brindisi. Con il penalty, Michelotti ha fatto vedere ancora una volta di non essere in un periodo di vena. Il suo inizio di stagione fra rigori inventati e gol non concessi (clamoroso quello negato alla Lazio tre domeniche or sono) non è stato dei più brillanti, certamente non all'altezza della sua fama. Ed anche giovedì scorso a Bratislava gli inglesi, che pure non sono signorine, si sono lamentati per come ha tollerato le scorrettezze dei cecoslovacchi. Pure ieri ha usato metri diversi di situazione in situazione. Non ha certo convinto i giocatori granata, ha inviperito il pubblico sorvolando su due possibili rigori (su Graziani e Pulici). I granata hanno iniziato sparati e già al primo minuto Gorin inseritosi bene sulla sinistra con il suo cross ha costretto Facchetti a rinviare alla meglio: la palla è stata controllata da Pecci la cui bordata è finita sul fondo. La risposta dell'Inter in contropiede diventava subito pericolosa, Caporale era costretto a mettere giù Bertini prima che il nerazzurro lanciatissimo entrasse in area di rigore. Insistevano gli uomini di Chiappella, ed al 6' Marini apriva bene per Fedele sul cui cross Boninsegna calciava al volo con prontezza ma fuori bersaglio. Caporale complicava le cose due minuti dopo tentando una pericolosa uscita in dribbling ai limiti dell'area: perdeva la palla a favore di Boninsegna sul cui cross radente Gorin anticipava in spaccata Mazzola. Un po' troppo sbilanciato in avanti nelle battute iniziali, il Torino si assestava grazie ad alcuni cambi di marcature. Gorin lasciava Mazzola ed andava su Pavone, Salvadori si appiccicava a Sandrino, Patrizio Sala abbandonava Bertini per portarsi su Marini, e Bertini finiva nella zona di Pecci. I granata stringevano i tempi, marcavano a tutto campo con opportuni arretramenti e rientri delle punte, sfruttavano il terreno viscido per alcuni takles scivolati molto redditizi. L'Inter appariva disorientata, Graziani si mostrava in netta ripresa e la difesa concentrata su Pulici doveva ben presto accorgersi di aver sbagliato i calcoli, tanto è vero che al 18' proprio Graziani propiziava la rete che sbloccava il risultato L'azione granata partiva dalla metà campo, Sala vinceva un tackle con rabbia e toccava per Salvadori la cui apertura per Graziani era pronta. Ancora più pronto il cambio dell'attaccante verso Patrizio Sala che si era come al solito inserito nello spazio vuoto sulla destra del terreno. Il giovane mediano centrava lungo e forte, Graziani - libero, Gasparini dov'eri? - aveva il tempo di stoppare la palla di petto e calciarla con violenza contro il montante basso alla destra di Vieri. Pulici con una cannonata al rimbalzo faceva secchi portiere e difensori. L'uno a zero non placava il Torino, anche se l'Inter aveva una logica reazione che la portava a sfiorare il pareggio al 28' e al 29'. Prima era Oriali a scattare bene sulla sinistra, evitare l'entrata maldestra di Caporale e sull'uscita di Castellini toccare verso Boninsegna che vedeva il suo tiro respinto da Mozzini, poi era Mazzola a far sibilare il pallone sulla traversa granata. Il Torino chiedeva invano un rigore al 36' per un agganciamento di Graziani in area da parte di Gasparini, tentava quindi senza fortuna l'affondo Sala, poi l'Inter chiudeva il tempo in attacco. I granata rispondevano in apertura di ripresa, e dopo venti secondi su centro rasoterra di Graziani era Zaccarelli a sciupare una occasione da gol alzando la palla oltre la traversa da pochi passi. Tentava la risposta Mazzola, ma era ancora il Torino a farsi pericoloso. Centro basso di Patrizio Sala dalla sinistra, "ciccata" clamorosa di Pulici sull'invitante pallone. Partiva da solo Graziani al 10', andava via a Gasparini e Facchetti, ma trovava Giubertoni pronto a ribattere il tiro. Brivido per Castellini al 13', propiziato da un buco di Caporale su Mazzola avanzante sulla linea laterale: Sandrino puntava sin sul fondo, il portiere era bravo e fargli perdere l'attimo valido per il tiro, e quando il nerazzurro centrava basso per Boninsegna la difesa era ormai bloccata e respingeva. La partita nel finale calava di ritmo, entravano Lombardo al posto del dolorante Mozzini e Libera sostituiva Bertini. Sala zoppicava dopo uno scontro fortuito con Zaccarelli, il Torino controllava il risultato ma trovava l'estro per raddoppiare a cinque minuti dalla fine: Gorin partiva dalla sua metà campo anticipando Libera, scambiava in corsa con Graziani, saltava la difesa e batteva Vieri con un bolide di rara potenza scagliato da dieci metri. Il tempo di esultare e riprendere il gioco che Michelotti vedeva un rigore su una palla carambolata contro un braccio di Lombardo che combatteva con Boninsegna su un cross dalla destra. Boninsegna realizzava. Castellini tirava l'ultimo moccolo. |
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