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San Siro |
29/02/1976 |
h.15.00 |
INTER - TORINO 1-0 (0-0) Inter: Vieri, Giubertoni, Fedele, Oriali, Gasparini, Facchetti, Pavone, Marini, Boninsegna, Mazzola, Bertini. A disposizione: Bordon I, Galbiati, Libera. All.: Chiappella. Torino: Castellini, Gorin, Lombardo, P.Sala, Mozzini, Caporale, C.Sala, Salvadori, Graziani, Zaccarelli, Pulici. A disposizione: Cazzaniga, Bacchin, Roccotelli. All.: Radice. Arbitro: Ciacci di Firenze. Reti: Pavone 71'. Spettatori: 67.154 di cui 52.324 paganti per un incasso di lire 196.766.400 e 14.830 abbonati. Note: Giornata tiepida, terreno in buone condizioni. Nessun incidente di rilievo in campo. Purtroppo incidenti assai spiacevoli sono avvenuti sugli spalti. Dopo il gol nerazzurro alcuni commandos granata, il cui atteggiamento risulta inqualificabile, hanno riversato dalla balconata al di sopra della tribuna centrale ogni sorta di oggetti sugli spettatori della sottostante tribuna. Tra questi figura anche la pioggia di liquido organico (si fa per dire..): una vergogna. Una vergogna che purtroppo attacca l'onesta facciata del grosso della tifoseria granata. Presente in tribuna d'onore il tecnico azzurro Azeglio Vicini. Sorteggio per il controllo antidoping, positivo per Gasparini, Pavone, Marini, Gorin, Mozzini e Zaccarelli. Ammonito Pulici per proteste. Cronaca [Tratto da La Stampa del 1 marzo 1976] San Siro nerazzurro ancora una volta amarissimo per li Torino. Ancora una volta, a conferma della solarità del suo campionato, l'undici di Radice è stato punito senza pietà alla prima giornata davvero difficile, in cui può accampare concrete attenuanti che a questo punto sanno peraltro soltanto di vano contentino, anche se vanno elencate. La prima parte della bella avventura granata è finita oggi a Milano, ma da Milano può ripartire la seconda parte che darà ai tifosi ancora grosse soddisfazioni, e non è detto non possa ancore offrire qualche emozione al campionato, che adesso è più che mai di marca Juventus. Dopo tanto faticare, battersi, sacrificarsi, per offrire qualcosa di nuovo non solo al propri sostenitori, ma al calcio italiano (Essen è vicina, non ci lasciamo certo ingannare dalle facili critiche che sentiamo stasera, facili e soprattutto ingenerose), il Torino scivolando si ritrova non solo con i bianconeri nettamente davanti in fuga, ma con il Milan a un punto alle spalle. Il momento per Radice e suoi è difficile, ma è proprio questa l'ora di reagire. In Italia, e quindi nel nostro calcio, le novità danno molto fastidio il Torino è piaciuto a molti, ma in certo modo disturbava - al di fuori della nostra città, dove la rivalità era intesa in modo sano e completo soprattutto dalla Juventus - che qualcuno tentasse di mettere i bastoni tra le ruote ai campioni d'Italia. Il motto ''tutti mediocri dietro là Juventus'' era comodo per chi dimostrava di non saper lare molto e di non tentare strade nuove. Per questo, adesso, mentre molti danno la stura alle critiche, diciamo a Radice di non aver scordato le belle prove offerte dalla sua squadra nel girone di andata e di aspettarla prestissimo a quel livello. Forse, paradossalmente, tutto sarà più facile ora che certe tensioni sono inevitabilmente allentate dalla verità della classifica. La realtà di oggi dice Intanto che il Torino ha perso giocando male. Vediamo di andare un po' più a fondo. L'andamento della gara è stato strano. L'Inter è partita a tutta andatura, senza schemi precisi ma con fiondate che prendevano di petto la squadra granata e la squassavano da ogni parto. Se nei primi venti minuti i nerazzurri fossero andati in vantaggio - non ci sono riusciti per i loro errori in fase di tiro e per le prodezze di Castellini - la cosa sarebbe parsa la più logica, visto lo svolgimento della partita. Poi. grazie agli scatti decisi in avanti operati da Claudio Sala che vinceva alcuni tackles a centrocampo riportando la palla verso l'area nerazzurra. I granata si sono un po' risollevati, gli stessi Gorin e Salvadori, dopo lo scambio di marcature (prima rispettivamente Mazzola e Marini, poi viceversa), hanno cominciato ad offrirsi in avanti con maggiore efficacia. Patrizio Sala ha sbagliato un po' meno. Caporale si è fatto vedere all'attacco in più occasioni. Il match, peraltro mai bello, si e fatto più equilibrato e il Torino ha osato qualcosa ancora di più in apertura di ripresa, grazie al maggior apporto di Pulici. Il quale aveva impiegato un tempo per smaltire la sbornia di elogi del dopo Essen. E cosi, al 61', Sala andava via di forza sulla destra evitando anche la scarpata in faccia tiratagli da Gasparini. attirava su di sé Facchetti e centrava. Graziani (con il diretto rivale Gasparini ancora arrancante dopo il duro Intervento a vuoto su Sala) riceveva la palla solo, completamente solo o cinque metri da Vieri. Ma quando ci si aspettava di vedere come l'avrebbe depositata in rete, ecco che il centravanti falliva in modo banale l'aggancio mancando la più clamorosa occasione di tutta la partita. I granata si scaldavano un poco, ma l'Inter li puniva dieci minuti dopo l'errore di Graziani con un secco colpo d'incontro. Partiva Facchetti, ancora Graziani, il più vicino, lo lasciava andare.. Giacintone tagliava a lunghe falcate tutto il campo scambiando con Boninsegna che gli restituiva la sfera larga sulla destra, faceva partire un traversone secco a mezza altezza sul quale Pavone era lesto a colpire di forza al volo: palo, carambola e gol. Si scatenava la solita ignobile gazzarra in tribuna, colpevoli gli sconsiderati tifosi che dall'alto bersagliavano il pubblico sottostante, volavano i purtroppo consueti insulti ai dirigenti granata in tribuna, iniziava un forcing del Torino più velleitario che efficace, culminato con una botta da fuori area di Patrizio Sala deviata con bravura da Vieri contro la traversa. La partita è tutta qui. La cronaca aggiungerà poco a questa impressione globale. Resta da vedere perché il Torino, che pur poteva fare risultato, è stato tanto diverso dal solito. Mancavano Pecci e Santin, Zaccarelli era al rientro e evidentemente ancora in non buone condizioni, sulle gambe di Patrizio Sala. Graziani e Pulici avrà ben pesato - se è lecito ricordarlo - in qualche modo la fatica di Essen. Radice è stato costretto ad avanzare Salvadori proprio nell'occasione in cui gli veniva a mancare anche l'altro terzino titolare, cosi due reparti sono risultati variati, la retroguardia e il centrocampo. Senza Pecci nessuno ha avuto la autorità, la lucidità e diciamo pure, la capacità per prenderne il posto. Tutti marcavano e contrastavano, ma non si facevano vedere dal compagno. C'era soltanto Sala per questo, ma logicamente votato all'offensiva visto che la prima parte della gara, giocata all'antica (le due punte davanti, il resto della squadra bloccato nella sua metà campo) era stato un disastro se non nel punteggio almeno sul piano del gioco. Sala junior ha patito più di altri le rivoluzioni che gli sono successe attorno. Zaccarelli ha faticato molto su Orlali, torte fisicamente anche se con i soliti piedi incerti. Ecco spiegato il motivo per cui il Torino è parso una squadra diversa di quella di sempre: Il centrocampo soprattutto è parso un'altra cosa. Mancavano i rincalzi di classe, non e un ritornello nuovo, ma va considerato a livello di società più che di squadra Lombardo, perché è stato fuori sinora, è esploso talvolta come tutti sanno. Come farebbe il Torino ad avere dei cosiddetti rincalzi di lusso? L'esempio è sulla piazza, imparare dalla Juventus. La partita del Torino ha suscitato prima pena poi rabbia, la seconda ha superato complessivamente di gran lunga la prima se si considera che pure in una giornata bislacca, capitan Sala e colleghi ad un certo punto della gara hanno avuto in mano il risultato. Non hanno attenuanti, se non quello già ricordate, l'arbitro Ciacci ha fatto confusione ma non ha danneggiato nessuno, tanto meno i granata. L'Inter ha giocato con il cuore in mano intorno ai sempreverdi Facchetti e Mazzola, ma ha dimostrato di soffrire se attaccata in modo coerente, cosa che ai granata è successo in pochissime fasi della gara. La partenza dei nerazzurri è stata veemente di fronte a un avversario scese in campo impaurito dalle temute debolezze di schieramento, e già al 6' Boninsegna avrebbe potuto realizzare quando, dopo una incertezza di Patrizio Sala sulla fascia laterale, Pavone e andato in avanti scambiando con il centravanti e liberandolo per il tiro. Per fortuna dei granata. Castellini è stato bravo a chiudere il varco all'attaccante che gli ha sparato addosso. Il Torino perdeva palloni facili a mezzocampo, ne approfittava l'Inter per ripartire ogni volta a gran folate. Al 17' scattava Marini, resisteva al fallo di Gorin (una spinta in più e sarebbe stato rigore netto) per calciare alla meglio fra le gambe di Caporale trovando ancora Castellini al punto giusto. Al 21', dopo un calcio d'angolo, era Salvadori a servire storditamente con un colpo di testa Boninsegna, il quale perdeva il tempo per la botta a colpo sicuro e mandava poi la palla sul fondo. La prima azione granata degna di tal nome è giunta al 26': Salvadori apriva per Gorin che con un lungo passaggio tagliava il campo verso Patrizio Sala, il quale al volo mandava la palla aita sulla traversa di Vieri. Saliva di tono Claudio Sala, tutto il Torino migliorava un poco, i difensori si tacevano finalmente vedere in avanti fra le punte, fra le quali Pulici si beccava sacrosanta ammonizione per un'ennesima sceneggiata ai danni dell'arbitro. Castellini ancora alla ribalta sul finire del tempo, poi la ripresa offriva momenti equilibrati anche se giocati a ritmo blando visto che l'Inter cominciava ad accusare la fatica. Cerano poi l'errore di Graziani, quindi la botta in qol di Pavone, la staffilata di Sala junior deviata da Vieri contro la traversa, poi il vano serrate di un Torino poco convinto di sé stesso. Se è stato soltanto un episodio (con motivate scusanti) lo dirà il campionato da domenica prossima alla fine. Restiamo dell'opinione che il Torino del girone di andata non è certo perso, ma ha soltanto pagato errori, sfortuna e inesperienza. |
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