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Comunale |
21/03/1976 |
h.15.30 |
TORINO - ROMA 1-0 (1-0) Torino: Castellini, Gorin, Salvadori, P.Sala, Mozzini, Santin, C.Sala, Pecci, Graziani, Zaccarelli, Pulici (all'89' Garritano). A disposizione: Cazzaniga, Lombardo. All.: Radice. Roma: Conti, Sandreani, Rocca, Cordova, Santarini, Batistoni, Pellegrini, Negrisolo, Petrini, De Sisti, Casaroli. A disposizione: Meola, Bacci, Persiani. All.: Liedholm. Arbitro: Bergamo di Livorno. Reti: Graziani 32'. Spettatori: 30.292 di cui 16.067 paganti per in incasso di lire 39.512.200. Note: Pallido sole, buon terreno, clima ideale per il calcio. Nessun incidente apparentemente grave.E' stato ammonito Rocca per proteste. Angoli 12 a 7 per il Torino. Si sono sottoposti al controllo antidoping Pecci, Graziani, Pulici, Batistoni, Pellegrini e De Sisti. Cronaca [Tratto da La Stampa del 22 marzo 1976] Ultimi minuti di Torino-Roma con Claudio Sala che tiene la palla nel vivo della difesa giallorossa a scanso di rischi e guadagna tre angoli consecutivi, e qualche granata che trova il tempo per dare occhiate furtive al tabellone. Il 2 a 1 del Cesena sulla Juve resta, e rimane lo striminzito ma utilissimo uno a zero al granata, conquistato in une partita emozionante, con la squadra di Radice altalenante fra sprazzi di gran gioco, con Claudio Sala e Salvadori in evidenza, ed allegrie difensive piuttosto pericolose anche se finite bene per la bravura di Castellini e la scarsa predisposizione al tiro di Pestrini e colleghi. La Roma giovane di Liedholm ha fatto la sua parte con efficacia, ribattendo colpo su colpo, ed uscendo spesso fuori dalla stretta granata con bella autorità, trascinata nove volte su dieci da un Rocca strepitoso nel doppio compito di marcatore inesorabile di Pulici e di suggeritore delle offensive. Quando Kavasaki si sganciava con la sua corsa Incisiva, Pulici si guardava bene dal seguirlo, per cui toccava a Zaccarelli, a Salvadori, andare a chiudere sullo scatenato avversarlo. Il Torino ha dovuto premere molto per arrivare al gol, ed ha sofferto nella ripresa non tanto per la reale pericolosità di una Roma calata alla distanza, quanto per la tensione psicologica creata dalla notizia del risultato del rivali cittadini in Romagna. Nella seconda fase della gara, muovendosi soprattutto di rimessa, i granata hanno avuto nitide occasioni per raddoppiare, ma le hanno mancate per precipitazione pura, per errori di controllo. Clamoroso uno di Graziani, che negli spogliatoi ha accusato il fondo del Comunale, a suo dire disegnale e traditore. Qualche difficoltà reale ha piuttosto creato al granata la disposizione difensiva con Santin libero al posto di Caporale. La manovra della retroguardia, è noto, non è impostata su una chiusura ermetica (gli uomini non sono adatti per una disposizione rigida) ma si avvale della mobilità e della scelta di tempo di Caporale, che rischia ma esce spesso con tempestività, sull'avversario avanzante palla al piede. Santin, che si è per altro battuto con grande impegno, non poteva avere questa scioltezza dopo un campionato giocato da marcatore, e pertanto qualche errore di tempo negli interventi fuori area ha provocato scompensi rimediati alla meglio. Detto dei rischi, ecco il rovescio della medaglia. In attacco, soprattutto nel primo tempo, il Torino ha offerto delle fasi esaltanti, confermando di essere una squadra da spettacolo (per ora) più che da risultato. La stessa condotta dei granata, del resto, ha un sapore goliardico che avvince, anche se il giudizio probabilmente non piacerà a Radice. La caratteristica è legata, ci sembra, all'età di chi guida la manovra: Pecci, Patrizio Sala, lo stesso Zaccarelli, sono poco più che ragazzi ed hanno tutte le virtù ed i difetti della loro invidiabile età. Claudio Sala ha tardato un poco a carburarsi, ma ha avuto i soliti spunti travolgenti e nel finale è stato addirittura grandioso per il modo con il quale ha messo a disposizione della squadra i suoi numeri di palleggiatore. L'inizio della Roma, che ha disposto sul campo le sue pedine - onore a Liedholm - con notevole intelligenza tattica, ha messo in difficoltà il Torino che ha rischiato di lasciarsi invischiare dal fraseggio lento, ma fitto ed insistito, di avversari che non disdegnavano di fare melina arretrando sino a ridosso del proprio portiere. Solo quando i granata hanno cambiato passo, ritornando al pressing a tutto campo sino a disturbare i difensori romanisti, essi sono riusciti a prendere in mano la partita ed a farsi pericolosi. Pecci, inizialmente in ombra ed impreciso, è salito via via alla ribalta con buona autorità, e contemporaneamente ha preso vigore Patrizio Sala dando una mano a Salvadori che nella fase iniziale aveva corso per sé e per gli altri, difendendo ed attaccando. Nel cambiare ritmo, per passare da un gioco per così dire tradizionale al pressing, i granata hanno trovato non solo l'ostacolo di una Roma ancora fresca, vivace, pronta a ribattere colpo su colpo, ma anche l'opposizione del direttore di gara. L'arbitro Bergamo non ha commesso errori determinanti, ma ha confermato l'impressione che le nostre casacche nere non siano affatto preparate ad uno stile che è fatto di contrasti duri in ogni parte del campo, contrasti che vanno considerati con attenzione. Ad un pericoloso affondo granata, subito al primo minuto, con botta alta di Zaccarelll su passaggio di Graziani, la Roma ha replicato immediatamente con il primo scatto di Rocca, il quale lasciato Pulici ha creato una situazione difficile risolta di forza da Santin. Ha risposto Sala con una serpentina ed un cross troppo lungo per Graziani, quindi lo stesso centravanti ha impegnato Conti in una parata a terra. Al 5' Castellini ha corso il primo grosso pericolo: Sandreani è venuto avanti bene sulla sinistra e con un lungo lancio ha beccato Petrini solo dalla parte opposta. In fuori gioco? Difficile dirlo, ma l'arbitro ha fatto proseguire il gioco e l'attaccante, solo, ha calciato storditamente fuori della porta, sulla rete esterna. Il Torino ha reagito con forza e per la Roma sono arrivate le difficoltà. Al 15' Zaccarelli ha sfiorato il gol con un pallonetto intelligente ma alto su Conti dopo una manovra Salvadori-Claudlo Sala-Salvadori, ed un minuto dopo Pulici ha lavorato il più bel pallone della partita, cercando l'uno-due con Graziani per avventarsi al tiro. La botta è stata stoppata fra braccio e corpo da Santarini, chiaramente in modo involontario ad onta delle proteste granata. Reazione glallorossa con botta a lato di Pellegrini da buona posizione, poi una staffilata fuori di Zaccarelll quindi, al 29', una splendida manovra granata sfortunata nella conclusione. E' andato via Sala sulla destra, e sul suo centro dal fondo Pulici ha calciato al volo con rara violenza incocciando letteralmente Conti in mezzo ai pali. Il gol decisivo arrivava due minuti dopo, come conclusione di una serie di assalti. Salvadori si faceva luce sulla sinistra, toccava al centro, Pecci nel folto azzeccava una staffilata che Conti bravissimo respingeva in volo con la mano destra: Graziani in corsa entrava di testa al rimbalzo e segnava. Il tempo si chiudeva con una botta al volo di Zaccarelli deviata in angolo, e la ripresa si apriva con una magnifica folata offensiva della Roma: partiva Rocca, Zaccarelli cercava di andargli addosso lasciando libero Negrisolo che riceveva la palla sulla destra e faceva partire una bordata verso l'incrocio del pali. Castellini volava a deviare con un balzo splendido. Appariva sul tabellone il risultato per il Cesena, la partita assumeva una fisionomia diversa con un Torino più nervoso e meno preciso. Castellini compiva ancora una prodezza deviando sulla rete esterna una botta di Petrini, i granata andavano vicino al gol con una botta di Patrizio Sala (rete esterna), un inserimento perentorio di Zaccarelli che al momento del tocco in rete si scontrava con Conti in uscita, mentre Pulici e Graziani mancavano banalmente il controllo su due palloni più che favorevoli. Quindi il finale orchestrato da Sala, l'ingresso all'89' di Garritano al posto di Pulici, ancora un attacco e palla proprio a Garritano che scivolava al momento della botta decisiva. Poi l'entusiasmo del granata e del tifosi con il pensiero - pieno di speranza e di preoccupazione - al derby di fuoco che si profila. |
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