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Comunale di Firenze |
31/10/1976 |
h.14.30 |
FIORENTINA - TORINO 0-1 (0-0) Fiorentina: Mattolini, Galdiolo, Rossinelli, Pellegrini, Della Martira, Restelli, Cosa, Gola, Desolati, Antognoni (al 69' Tendi), Bertarelli. A disposizione: Ginulfi, Casarsa. All.: Mazzone. Torino: Castellini, Danova, Santin, Salvadori, Mozzini, Caporale, Butti, Sala P., Graziani, Zaccarelli (al 73' Garritano), Pulici. A disposizione: Cazzaniga, Gorin II. All.: Radice. Arbitro: Agnolin di Bassano del Grappa. Reti: Graziani 78'. Spettatori: 35.177 di cui 14.313 abbonati e 20.864 paganti. Note: Ammoniti Butti e P.Sala. Cronaca [Tratto da La Stampa del 1 novembre 1976] Il Torino vince con le marce basse. Doveva controllare qui a Firenze gli ingranaggi e il ritmo del suo motore ''formula due'' e il collaudo è risultato più che positivo: non c'è stato bisogno di salire alle cadenze più alte, non è stato proprio un Impegno ruggente visto che la Fiorentina si esprime più che altro sottovoce e quando vuole farsi sentire tira fuori soltanto del belati. Ma ogni cosa ha funzionato, per quanto richiedevano le circostanze, con un centrocampo che di minuto in minuto prendeva sempre più nettamente il sopravvento, con il pallone che restava quasi costantemente sotto il controllo del campioni d'Italia, con gli avversari che spesso facevano "melina" all'indietro nella convinzione di non trovare sbocchi in avanti e nella speranza di tenere in piedi un pareggio più che gradito. In una partita quasi tutta condotta a ritmo di ''slow'', addirittura sonnecchiante nel primo tempo e poi un po' movimentata nella ripresa, il Torino ha dovuto aspettare fino a 13 minuti dalla fine per arrivare al gol. Lo stava cercando, con decisione crescente, dopo aver preso atto - per manifesta inferiorità- della pochezza della Fiorentina. L'ha trovato con la collaborazione, involontaria degli avversari dato che su un cross dalla sinistri) di Butti, mentre il portiere in uscita "Chiamava'' il pallone. Galdiolo - controllore di Graziani - saltava e di testa alzava la traiettoria della sfera. Si creava così un beffardo pallonetto che scavalcava Mattolini per ricadere giusto sulla linea di porta, dove si lanciava Graziani a spingerlo In rete di testa, spalla a spalla con Galdiolo che cercava di rimediare alla propria disgrazia. Ma nel calcio si vince con merito anche quando ti danno una mano gli avversari. Succede per esempio pure negli scacchi e oggi il Torino aveva fatto tutte le mosse giuste per un'ora e un quarto, spostando con ordine - anche se un po' lentamente - pedine e torri e alfieri: ha dato scacco matto alla Fiorentina perché i viola hanno sbagliato una mossa decisiva ma non per questo vanno dimenticati i suoi precedenti meriti - come dire? - preparatori. Certo, non è stato un Torino frizzante e Radice è il primo ad ammetterlo, aggiungendo subito che non si può essere troppo esigenti quando bisogna lasciar fuori due elementi fondamentali come Pecci e Claudio Sala. E se l'assenza del primo viene ben mascherata con l'equilibrio di tutto un reparto, la mancanza di Claudio toglie troppo al gioco d'attacco: si è visto anche oggi che in una manovra d'assieme pressoché perfetta manca proprio il passaggio-gol. L'affondo indispensabile per fare arrivare il pallone sulla linea di fondo e di rimetterlo sul centro già trasformato in un proiettile per i due cannonieri Pulici e Graziani. Purtroppo un nuovo colpo poco fortunato entra nel bilancio del Torino: l'infortunio di Zaccarelli, uscito al 28' della ripresa dopo un fallo di Restelli a metà campo, quasi sicuramente disponibile per mercoledì in Coppa dei Campioni. Zaccarelli era, a quel punto, da considerare il migliore dei granata dopo Graziani. Gli era toccato il compito di controllare Antognoni e l'ha fatto alla perfezione, agevolato - ma senza responsabilità diretta - dal ridotto dinamismo dell'avversario uscito con una caviglia acciaccata da un contrasto al 15' del primo tempo e poi sempre più spento e scoraggiato fino ad essere sostituito dopo 22 minuti della ripresa. E Zaccarelli, disputato un primo tempo limitato alla fase di tamponamento, era riuscito subito all'avvio della ripresa a farsi sentire anche in avanti, a stendere un po' la sua bella falcata trovando spazio verso il fronte sinistro (mentre a destra latitavano gli ''affondi'' di Patrizio Sala). Proprio ''Zac'' al 53' era arrivato palla al piede in area, con un veloce slalom vincente, e Mattolini aveva dovuto alzargli in angolo un bel tiro teso, in diagonale. Se il Torino va applaudito per questo successo (senza grida di urrah!) forse non sono immeritati i fischi che la Fiorentina ha dovuto incassare. Gli stessi granata si aspettavano una prova più decisa, una frequenza di gioco più elevata - se non proprio frenetica - dai viola. Invece se Castellini ha corso qualche pericolo è stato solo per piccole incertezze dei difensori granata che del resto hanno concesso ben poche conclusioni nello specchio della porta a Desolati e Bertarelli. La Fiorentina ha i suoi guai, le mancano Zuccheri e Roggi e in più c'è un Gola poco meno che immobile, che pure giocando quasi da fermo non è riuscito ad evitare una ricaduta del suo malanno muscolare. Gola, il ''perno'' della squadra, si è piazzato davanti ai difensori e ha cercato di dirigere - col solo sinistro - un gioco subito apparso misero e stentato, soprattutto j quando si è visto che Antognoni non poteva vivacizzarlo con i suoi spunti o i suoi lanci. Il Torino i per un po' si è limitato a fare il controcanto - sottovoce - e così i primi 45 minuti hanno offerto un calcio statico e monotono, con palleggi fitti e lenti, con pochi uomini - a volte Caso, sempre Graziani - a cercare di regalare qualche scossa. Veniva da pensare, allora, a certe stradine di Firenze, nei borghi più antichi, che ricordano le calli di Venezia e si chiamano ''chiassi'': stretti e corti non offrono mai sbocchi netti all'itinerario di chi li percorre e altrettanto 'ciechi'' parevano all'osservatore in tribuna gli indirizzi scelti dalla Fiorentina. Per fortuna nella ripresa il Torino ha capito di dover cercare altre strade, ed anche per questo è giusto che sia stato premiato. Tra l'altro, la Fiorentina avrebbe potuto trovare spunti almeno emotivi per ''spingere'' di più da una partenza abbastanza promettente. Due mischie consecutive in area granata vedevano un po' in affanno Castellini e Danova (il quale ribatteva di schiena un tiro di Caso al 9'), ma per rivedere i viola sottoporta bisognava poi aspettare fino al 33'. In questo caso era Castellini a fallire il tempo in uscita su corner di Bertarelli e Desolati ''girava''sull'esterno della rete a porta vuota. Nel frattempo il Torino aveva preso un certo sopravvento un po' accademico, bloccando gli avversari e sovrastandoli nei duelli individuali ma rimanendo sempre un po' sulle sue, senza mai innestare le marce alte. Due ''sinistri'' di Graziani fuori, ancora un ''destro'' del centravanti alto, niente di più in 30 minuti. Nel finale del tempo due conclusioni per Pulici, agevolato dalla pretesa dei difensori viola di cercare ad ogni costo, senza riuscirci, il ''trucchetto'' del fuorigioco. Mattolini parava, con i pugni, le conclusioni di Pulici. Ripresa più piena di fatti e di ritmo. Da una parte sbaglia Bertarelli, dall'altra avanzano prima Zaccarelli e poi Butti, concludendo con efficacia: nel primo caso para Mattolini, nel secondo la palla esce sfiorando la traversa. Il Torino controlla il pallone e la situazione, senza forzare. Al 22' esce Antognoni e lo sostituisce un difensore, Tendi, allora i campioni decidono di spingere un po' di più ma poco dopo perdono puri troppo Zaccarelli (28') e c'è l'occasione - non gradita, certo - per vedere la formula delle tre punte nell'attacco granata con l'ingresso di Garritano. Impossibile, è ovvio, dare validità al collaudo di un quarto d'ora ma almeno bisogna dire che la formula porta fortuna visto che due minuti dopo l'entrata di Garritano il Torino va in gol, complice Galdiolo. Prima della fine due ammonizioni (Butti al 40' e Patrizio Sala al 43') e qualche mini rischio per il Torino: ma la Fiorentina sembra proprio non credere alla possibilità di pareggiare. |
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