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Comunale
28/11/1976
h.14.30
TORINO - NAPOLI 2-1 (2-1)
Torino
: Castellini, Danova, Salvadori, Gorin, Mozzini, Caporale, Sala C., Sala P., Graziani, Zaccarelli, Pulici (al 75' Garritano). A disposizione: Cazzaniga, Bertocchi. All.: Radice.
Napoli: Carmignani, Bruscolotti, La Palma (al 65' Vinazzani), Burgnich, Vavassori, Orlandini, Massa, Juliano, Savoldi, Esposito, Speggiorin. A disposizione: Favaro, Catellani. All.: Pesaola.
Arbitro: Meneali di Roma.
Reti: Graziani 13' (T), Orlandini 20' (N), Zaccarelli 22' (T).
Spettatori: 50.333 di cui 16.498 abbonati e 33.835 paganti.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 29 novembre 1976]
Torino strabiliante per mezz'ora, fortissimo per il resto del primo tempo, meno spumeggiante nella ripresa quando però il Napoli - ormai ''sotto'' per 2 a 1, un risultato numerico molto avaro con i granata - ha mostrato la corda, cozzando invano contro un avversario in calando, ma ancora molto concentrato ed attento. Il primo assalto degli azzurri di Pesaola al calcio torinese e andato così a vuoto, chissà non sia come in passato l'inizio di un ridimensionamento. Se Burgnich e colleghi, cercano giustificazioni, il Torino di Radice le offre con abbondanza. ''Mai visto una cosa del genere. Una determinazione eccezionale, favolosa'' così un collega napoletano ci ha riassunto le sue impressioni sui granata, con particolare riferimento alla prima parte del match. Il rientro di Claudio Sala ha ridato tono a tutta la squadra, dalla metà campo in su. Solo in difesa i granata, che hanno potuto contare su Castellini ma erano privi di Santin, hanno denunciato sbandamenti, più che altro momenti di scarsa attenzione che hanno favorito il gol di Orlandini, ed hanno creato alcune difficoltà nell'applicazione dell'accorgimento del fuori gioco. E fra le sbavature, anche le difficoltà di Pulici nel rientrare in pieno nella parte: abbiamo detto prima tutto il ''male'' per poter parlare con calma di tutto il ''bene'', a partire ovviamente da capitan Sala, che esordiva praticamente in campionato dopo i primi sette minuti giocati contro la Samp, un inizio folgorante che però gli era costalo lo strappo causa della lunga assenza (complicala dalla ricaduta accusata nel match d'andata con il Borussia). Dunque, Claudio Sala si presenta in campionato ed è come se avesse nelle gambe quel ritmo di gara che invece non può ancora avere. La classe, l'inventiva, la voglia di giocare, il desiderio di ricompensare i compagni per quanto hanno fatto senza di lui (e senza Pecci, che morde il freno anelando al rientro), danno al capitano una carica che mette subito in soggezione il Napoli, prima di travolgerlo, e dà alla squadra granata il tono che mancava. Migliora subito il rendimento di Patrizio Sala, che ritrova il compagno con cui scambiare e ''lavorare'' sulla fascia destra del terreno, migliora Zaccarelli, le punte vedono aumentare in modo sensibile il numero e la qualità dei rifornimenti. L'avvio è subito esaltante. Claudio lancia Patrizio che va sul fondo e centra per Pulici anticipato in angolo. Azzurri subito in affanno, e Claudio insiste con uno slalom troncato di brutto alle soglie dell'area partenopea. Ripartono gli azzurri, La Palma è affrontato in modo deciso da Salvadori, fa la sua bella sceneggiata e Menegali comincia a mostrarsi scioccamente duro con i granata. Ma c'è Claudio Sala che ha voglia di sfogarsi dopo tanta attesa, ed al 5' va via di forza sulla destra, rientra tagliando fuori La Palma, si infila in area e batte secco di sinistro: Gedeone Carmignani è bravissimo, si allunga e devia in angolo il bolide. Il Torino corre un pericolo al nono quando una respinta difettosa di Caporale dà via libera a Massa che entra in area ma si vede respingere la botta dal miracolato Castellini, senza che Savoldi riesca a controllare la palla al rimbalzo. Variano tema i granata, Zaccarelli lancia Gorin sul quale entra alla meglio Bruscolotti e sventa il pericolo. Palla di nuovo sulla destra ed apertura di quaranta metri di Claudio Sala per l'avanzante Mozzini: tocco di testa dello stopper nel folto, traiettoria allungata ancora di testa da Pulici, violenta botta al volo di destro di Graziani, tunnel a pelo d'erba a Carmignani e palla dentro. Uno a zero, mezzo stadio in ebollizione, muta rassegnazione fra i tifosi partenopei che sin dal mattino avevano preso d'assalto la città e lo stadio. Claudio Sala prende fiato, il Torino si guarda allo specchio ed il Napoli lo riporta subito con i piedi per terra, pareggiando al 24'. Salvadori fallisce di poco l'anticipo su Esposito, esce dal folto Caporale e anche lui perde il contrasto aereo per questione di attimi, la palla arriva sulla destra verso Orlandini che non sbaglia, ed infila Castellini con uno splendido diagonale rasoterra. Due minuti, ed i campioni tornano in vantaggio: Claudio Sala tenta un affondo, è respinto, va allora al cross Mozzini da sinistra, respinge la difesa, Graziani recupera la palla, tocca per Patrizio Sala che avanza e centra alto, poco dentro l'area azzurra Zaccarelli arriva in corsa e con un secco colpo di testa infila Carmignani, vanamente proteso in tuffo sulla sua sinistra. Un gol stupendo per partecipazione corale ed esecuzione, con Zaccarelli che chiude subito il conto con il diretto avversario Orlandini, da lui un po' "trascuralo" in occasione della rete partenopea. Ancora attacchi dello stesso Zaccarelli, di Graziani, un affondo di Pulici bloccato, due o tre azioni di Claudio Sala che richiamano nella zona calda anche Burgnich, a fare barriera. Scatta sul filo del fuorigioco un contropiede azzurro al 58' e Castellini in uscita obbliga Orlandini a cercare il pallonetto da lontano, che va fuori misura, ma replica immediatamente il Torino: Claudio Sala stavolta dà la misura delle sue doti di interditore. Rompe una azione avversaria in tackle, lancia Pulici che fa ottima sponda per Graziani che stavolta sbaglia a cercare il tiro (fuori) dal limite quando potrebbe ancora avanzare verso Carmignani. Che la ripresa non abbia riofferto lo spettacolo del primo tempo è parso quasi logico. Il Torino si è presentato più volte in attacco ma raramente con manovre corali, come al 5' quando Pulici ha sparato alle stelle su lancio di Zaccarelli, prima di essere poi colpito con una ginocchiata alla schiena che lo ha lasciato dolorante (tanto è vero che nel finale ha lasciato il posto a Garritano). La flebile pressione del Napoli è stata ben bloccata a metà campo dai granata, Claudio Sala si è dedicato maggiormente alla copertura ma ogni sua 'uscita'' ha seminato paura nella difesa avversaria. Carmignani al 55' si è fatto soffiare la palla da Graziani dopo un affondo di Zaccarelli. Ma l'attaccante non ha avuto modo di girarsi per battere a rete, mentre sull'altro fronte Castellini si è opposto ad una devia zione di Massa, ed ha poi sbrigato sui corner ''pratiche'' di ordinaria amministrazione. La cronaca della partita vale per chiarire l'andamento della stessa. Con Sala, che come si è visto è entrato da protagonista nella maggioranza delle azioni, i granata hanno ritrovato schemi, grinta, quelle fiammate di gioco che hanno caratterizzato la stagione dello scudetto. Perugia è stata cancellata, la partita con il Napoli ha confermato che il Torino ha qualcosa di valido da opporre alla Juve che marcia a pieno regime. Il Napoli ha figurato meno di quanto si pensasse perché con il ritorno ad un efficace pressing a tutto campo il Torino non lo ha lasciato ragionare, respirare, bloccando Juliano con il dinamico Gorin, costringendo gli altri centrocampisti azzurri ad un duro lavoro di arginamento, cancellando dal campo Savoldi grazie alla prova splendida di Mozzini. Le disattenzioni difensive vanno però curate, anche se è indubbio che i continui mutamenti forzati del pacchetto di retroguardia (ieri Salvadori è tornato terzino, al posto di Santin. Con Gorin davanti) non possono agevolare l'intesa, specie quando si cerca di adottare la delicata, anche se efficace, tattica del fuorigioco. Il Napoli di Vinicio, è indubbio, aveva saputo opporre un gioco migliore al Torino. La squadra di Pesaola è solida, furba, ha ben mascherato con il combattivo Speggiorin (che tanti grattacapi ha procurato a Donava) l'assenza di un Chiarugi che in trasferta, comunque, non è un drago, ma non ha la varietà di schemi d'attacco che il verbo del tecnico brasiliano le consentiva. In fase offensiva, la squadra azzurra ha vissuto su monotoni lanci per Savoldi, inutili vista la vena di Mozzini, e solo per demerito del Torino è riuscita a filtrare manovrando. Un Napoli meno ''bello'' quindi, ma non più efficace, ed allora è comprensibile la nostalgia di molti per la squadra delle passate stagioni. E forse non a caso, proprio ieri, la Lazio di Vinicio ha operato il sorpasso.