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San Siro |
13/03/1977 |
h.15.00 |
INTER - TORINO 0-1 (0-1) Inter: Bordon, Canuti (al 46' Merlo), Fedele, Oriali, Gasparini, Bini, Anastasdi, Bertini, Mazzola, Marini, Muraro. A disposizione: Martina, Libera. All.: Chiappella. Torino: Cazzaniga, Santin, Salvadori, Sala P, Mozzini, Zaccarelli, Sala C., Pecci, Graziani, Butti, Pulici. A disposizione: Riccarand, Gorin II, Garritano. All.: Radice. Arbitro: Serafino di Roma. Reti: Aut.Bini 6'. Spettatori: 73.910 di cui 15.850 abbonati e 58.060 paganti per un incasso di 247.784.300 lire. Note: Calci d'angolo 10-6 per l'Inter, ammoniti Buzzi e Cazzaniga per comportamento non regolamentare. Cronaca [Tratto da La Stampa del 14 marzo 1977] Le streghe hanno finalmente cambiato obiettivo ed il Torino, dopo sette anni di sconfitte con l'Inter, ha espugnato San Siro, dove non vinceva da un decennio esatto. E' stato un autogol di Bini a decidere il risultato ma questo fortunato episodio non deve trarre in inganno: i campioni d'Italia hanno largamente suffragato il successo con una chiara superiorità tecnica e tattica sebbene fossero scesi in campo con una formazione d'emergenza. All'assenza scontata di Castellini si erano aggiunti i ''forfaits'' dell'ultim'ora di Danova, debilitato dalla febbre, e di Caporale, vittima di un leggero stiramento muscolare. Poche ora prima di trasferirsi da Monza a Milano Radice aveva provato nei pressi dell'albergo sia Danova sia Caporale, poi aveva rinunciato al loro Impiego prendendo una decisione coraggiosa solo in apparenza ma che stava meditando da tempo nel caso se ne fosse presentata l'occasione: Zaccarelli libero, con Santin terzino e Butti a centrocampo. Una mezza rivoluzione. Nel ruolo di battitore, Zaccarelli aveva giocato a lungo nel Novara di Parola ed anche nel Torino aveva già dato un saggio della sua abilità a Dusseldorf, contro il Borussia, dopo l'espulsione di Caporale. Zaccarelli è un calciatore di tipo universale, che sa adattarsi sia a compiti offensivi sia in fase di costruzione o nell'interdizione. C'era solo il problema della desuetudine, ma Zaccarelli l'ha superato In bellezza, disputando una prova semplicemente perfetta e ricordando, per l'eleganza, la pulizia nel tocco e la padronanza con cui ha governato la sua zona il ''kaiser''Franz Beckenbauer. Si è spinto anche all'attacco, al momento opportuno, fallendo di un soffio nella ripresa, una bella palla-gol. Era una delle sei occasioni, autogol di Bini escluso, che il Torino aveva costruito, mancandole per sfortuna, per precipitazione o per imprecisione. Quasi tutte scaturite da efficacissime azioni di rimessa. Solo nelle battute d'avvio il Torino aveva aggredito l'Inter che, tremebonda, si era rintanata nella propria metà campo. Mazzola agiva In posizione arretrata risucchiando in avanti il bravo Salvadori. Ed era proprio da uno spunto di faina che il Torino si portava In vantaggio. Salvadori scendeva sulla destra, con una bella finta si liberava di un avversarlo e serviva Claudio Sala: Il capitano centrava e Bini, con un affannoso intervento, girava di testa alle spalle dell'esterrefatto Bordon, con una perfetta conclusione a fil di palo degna di.. Nicolai. Sbloccato il risultato, il Torino cercava di amministrarlo ''melinando'' in attesa della sfuriata interista. Era una situazione ideale. Vivace appariva Anastasi che giocando ''di prima'', eludeva il controllo di Santin e smistava buoni palloni ma Cazzaniga non correva alcun pericolo sino al 17'. Fedele scambiava con Mazzola sulla destra ed effettuava uno spiovente in area: Cazzaniga dava l'impressione di uscire per ''farfalle'', invece riusciva, inarcandosi, a sfiorare la palla di quel tanto che bastava per mandare a vuoto il colpo di testa di Muraro. Santin liberava. Era l'episodio che avrebbe potuto determinare il pareggio dell'Inter ed imprimere una svolta tattica alla gara. L'Inter continuava ad attaccare In modo sconclusionato ed In contropiede i granata andavano a nozze, con i proficui sganciamenti di Patrizio e Claudio Sala e Salvadori. Al 27' Pulici, con un magnifico palleggio, aggirava Canuti e staffilava di sinistro a fil di palo. Poi era il turno di Graziani ad impegnare Bordon. Era un campanello d'allarme per l'Inter che, spaventata, anziché affondare la sua azione offensiva, giocava a ritroso, come i gamberi, con servizi al proprio portiere. Il pubblico fischiava e l'Inter si scuoteva procurando qualche brivido a Cazzaniga che, disturbato dal sole e chiaramente emozionato, aveva qualche incertezza, senza conseguenze. Al 32' su corner di Muraro, il portiere si lasciava sfuggire la palla in angolo, poi parava, con qualche difficoltà, un tiro tutt'altro che irresistibile di Bertini. Capovolgimento di fronte e panico per Bordoni Salvadori avanzava tutto solo sulla sinistra, toccava a Zaccarelli la cui folgore dal limite sibilava di pochi centimetri a lato. Nel finale della prima frazione Cazzaniga, a valanga, intercettava con i pugni un traversone destinato a Muraro. Dopo l'intervallo, l'Inter si ripresentava in campo senza Canuti, vittima di uno stiramento, con Merlo a centrocampo (su Pecci) e con Bertini terzino (elastico) su Pulici. Una mossa obbligata per Chiappella, ma tutt'altro che felice. Proprio Bertini combinava un guaio inciampandosi sul pallone e mettendo Claudio Sala in condizione di raddoppiare: il poeta steccava. L'Inter tentava il tutto per tutto gettandosi all'arrembaggio, ma Anastasi, bloccato da una contrattura alla coscia sinistra, era agevolmente neutralizzato da Santin ed il solo Muraro non riusciva ad impensierire Cazzaniga che appariva un po' frastornato. Dopo un bel tiro di Zaccarelli (11'), Gasparini ''bucava'' di sinistro da buona posizione. La squadra nerazzurra era sbilanciata in avanti ed i contrattacchi del Torino erano sempre efficacissimi. Al 16' Graziani, che si era notato poco nelle conclusioni ma che si era prodigato a sostegno del centrocampo e anche in difesa (pur avendo subito una botta al piede destro che ne riduceva il rendimento) scattava in profonditàin tandem con Pulici ma non si avvedeva del compagno, smarcatissimo sulla sinistra, e appoggiava verso Patrizio Sala sulla destra: Il tiro del mediano era deviato da Bordon, Bertini impediva a Pulici di ribattere In porta e l'azione sfumava. Al 17' Claudio Sala entrava In scivolata su Fedele, che lo feriva con i tacchetti al padiglione auricolare destro (negli spogliatoi gli hanno praticato due punti di sutura). Con Sala a terra, dolorante, il gioco si fermava per un paio di minuti durante i quali si verificavano incidenti sugli spalti. C'era il solito incivile lancio di oggetti da parte di teppisti che si trovavano nell'anello sopra la tribuna, sugli spettatori. In campo volava una bottiglia senza arrecare danni. La gara riprendeva e l'Inter produceva la sua più bella azione (20'): Mazzola apriva su Muraro che si liberava di Mozzini e crossava sotto rete; Fedele serviva di testa Orlali che, al volo sparava a fil di traversa. C'era poi, al 23', un episodio che faceva gridare al rigore per un intervento in area di Fedele su Claudio Sala ma Serafino non fischiava. Effettivamente ci è parso che Sala avesse un po' accentuato le conseguenze dell'intervento ''sporco'' dell'avversarlo. Ancora un'occasione per Pulici (29'), ma Bertini ribatteva. Al 31' l'arbitro ammoniva Cazzaniga per comportamento antiregolamentare (Il portiere voleva calciare una punizione anziché rimettere dal fondo). Serafino poi sorvolava giustamente su un mani involontario di Graziani nell'area granata. L'Inter era ormai alla deriva (Mazzola era scoppiato), rassegnata al peggio ed il Torino mancava altre tre grosse occasioni: al 33', su lancio di Pulici, Zaccarelli scavalcava Bini, anticipava Bordon in uscita ma tirava fuori bersaglio; al 38' Claudio Sala rifiniva per Graziani che tirava sul portiere; al 40' era il turno di Claudio Sala a sprecare, di destro, una favorevole palla-gol. Fortunatamente per Il Torino, l'Inter non sapeva approfittare di un simile spreco. Al 90' Radice sostituiva Pulici con Garritano, che faceva in tempo a partecipare all'ultima offensiva, in tandem con Graziani, Le torinesi hanno ribadito la loro dittatura sul campionato facendo l'en plein nella sfida sulle milanesi. Faceva tenerezza quel ragazzino che, nello stadio ormai deserto, sventolava un'enorme bandiera nerazzurra sfiorando le nove targhe impolverate, ricordo del lontano e dominio euromondiale delle due squadre meneghine. |
w w w . a r c h i v i o t o r o . i t | ||
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