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Comunale |
24/04/1977 |
h.15.00 |
TORINO - HELLAS VERONA 1-0 (1-0) Torino: Castellini, Danova, Salvadori, Sala P., Mozzini, Caporale, Sala C., Pecci, Graziani, Zaccarelli, Pulici. A disposizione: Cazzaniga, Butti, Garritano. All.: Radice. Hellas Verona: Superchi, Giubertoni, Franzot, Busatta, Bachlechner, Negrisolo, Fiaschi, Mascetti, Petrini, Maddé, Zigoni. A disposizione: Porrino, Logozzo, Guidolin. All.: Valcareggi. Arbitro: Panzino di Catanzaro. Reti: Pulici 22'. Spettatori: 40.615 di cui 16.498 abbonati e 24.117 paganti. Cronaca [Tratto da La Stampa del 25 aprile 1977] L'aggancio alla Juventus si verifica puntuale, com'era nelle previsioni ed aspettative granata, ma nella partita con il Verona si infila anche qualcosa di inaspettato: la gran paura che ha attanagliato il Torino nel secondo tempo ed in particolare nei minuti finali. Se qualcuno avesse detto a Radice che Castellini sarebbe risultato il giocatore determinante, probabilmente l'allenatore del Torino avrebbe sorriso, con evidente incredulità. Invece, Castellini ha messo una vistosissima pezza, salvando il risultato sull'uno a zero (gol di Pulici nel primo tempo). Chiaro che non si può ridurre tutto agli episodi spiccioli, che le partite si esauriscono attraverso tanti fattori, evidente che il Torino ha avuto molte occasioni per raddoppiare, ma altrettanto vero che il Verona nella ripresa ha fatto soffrire parecchio l'avversario e che in chiusura Radice ha tirato un grosso sospiro di sollievo. Con i tempi che corrono (e sono tempi straordinariamente belli per le due squadre torinesi, assolute dominatrici del torneo) non è più il caso di sottilizzare, bisogna prendere per buono - anzi buonissimo - tutto quello che viene, anche una vittoria striminzita e travagliatissima. Perché quello che conta adesso è il risultato e sarà la stessa cosa per le quattro domeniche che mancano alla fine. Ma queste considerazioni non possono cancellare del tutto una prova certo non convincente. Il Torino ha le sue brave attenuanti. E' andato in campo con Graziani. Zaccareili, Pecci e Salvadori in condizioni fisiche non perfette. Dopo qualche minuto Graziani ha rimediato una brutta botta e la cosa più logica sarebbe stata quella di mandarlo negli spogliatoi, visto che il suo rendimento era molto ridotto rispetto agli standard soliti. Ma Radice era preoccupato per la tenuta degli altri semi-infortunati, aveva paura di qualche Improvvisa rottura che lo obbligasse a rivoluzionare lo schieramento, a cambio già avvenuto. Ha quindi preferito limitarsi ai primi danni, sperando che la squadra tenesse e riuscisse a sbloccare definitivamente la partita anche senza il suo centravanti al massimo del rendimento. Non è stato cosi: Pulici si è mosso con molto impegno e vivacità, ma la spalla ideale gli mancava, di conseguenza Il Torino ha cozzato contro il muro veronese senza apprezzabili risultati, nonostante sia riuscito a creare parecchie azioni da gol. Gol che ha comunque trovato dopo soli ventun minuti. Un lungo lancio per Pulici - a riprova del fatto che quando parte in profondità con pallone tra i piedi ed un bello spazio davanti, Pupi è sempre molto difficile da fermare - e scatto talmente rapido da far perdere completamente la testa al malcapitato Giubertoni che ad un certo punto sembra controllare la situazione, col pieno possesso della palla. Ma Pulici gli ruba il tempo, avanza ancora e piazza la botta nell'angolino dove Superchi non può arrivare. E' il classico gol di rapina e slancio, la cui paternità spetta ad un giocatore nel pieno della forma fisica, dotato di eccezionali riflessi. In quel momento il Torino aveva tutte le possibilità per tramutare la partita in una passeggiata senza difficoltà. Almeno, cosi sembrava. Il Verona non aveva grossi impegni di classifica e punti, giocava in piena tranquillità, senza ansie ed affanni. Anche se parecchi dei suoi giocatori mostravano la corda sul piano della classe pura - con sbagli ed ingenuità evidentissimi - la mano del vecchio zio Ferruccio si vedeva molto bene in un gioco ordinato ed attento. Il Torino, nel primo tempo, sembrava comunque dovesse straripare da un momento all'altro. Superchi era bravissimo a ribattere (23') ma non a trattenere un tiro di Pecci e Graziani ribatteva alto al volo. Al 37' un bello scambio tra Pulici e Zaccarelli, con il portiere veronese che ancora riusciva a deviare in corner. Arrivava intanto la notizia del pareggio del Perugia ed il pubblico, con un lungo boato, ne informava subito i giocatori del Torino. Ma senza successo. La ripresa avrebbe dovuto sistemare definitivamente le cose, ma tutto andava in modo inaspettato. Claudio Sala, che nei primi quarantacinque minuti aveva giocato da poeti come sempre, sorprendeva tutti estraniandosi quasi completamente dalla manovra. Evidentemente non può giocare sempre da primattore, polarizzando la manovra, ma l'Intera squadra è abituata a poter contare su di lui (magari soltanto per tenere il pallone dando modo agli altri di tirare il fiato) ed i risultati erano evidenti: il Torino In vantaggio faceva un gran salto di qualità, permettendo al Verona di riaffacciarsi fino a farsi molto pericoloso. Così, proprio nei primi minuti, si arrivava alla grande paura con tre corner consecutivi battuti dal Verona e con la difesa granata decisamente in barca. I veronesi reclamano almeno due falli da calcio di rigore. Il primo per l'intervento di Salvadori che avrebbe buttato il pallone sul fondo con il pugno. Il secondo per la respinta di Pecci che avrebbe ricevuto la palla sul braccio. L'azione è stata molto concitata e dalla tribuna non è certo possibile emettere un giudizio definitivo. Salvadori è entrato sul pallone, nel tentativo riuscito di mandarlo In corner. Pecci, il tiro l'ha ricevuto addosso. I veronesi giurano sull'ineccepibilità dei calcio di rigore, ma il loro parere, ovviamente interessato, è smentito da arbitro e guardialinee. Piuttosto - anziché dar troppo peso a questo episodio - bisogna notare che il Verona ha avuto in seguito altre occasioni per arrivare al pareggio. In particolare (86') quando Castellini è stato bravissimo a respingere i tiri consecutivi di Maddè e Fiaschi, quando il pareggio sembrava ormai cosa fatta. Anche se questo finale da terrore potrebbe far pensare ad un Torino in netta difficoltà sul plano della manovra, molti altri fattori concorrono a tranquillizzare Radice. Evidentemente, il lungo stress psicologico comincia a farsi sentire, il duello a distanza con la Juventus ha un suo innegabile peso. Qualcuno è stanco, altri sono acciaccati ma cercano di stringere i denti. Chi è in salute piena (strepitoso Mozzini) tira la carretta. Non era certo quella di ieri la giornata adatta per scoprire il Torino e le sue possibilità di gioco. Ai granata bastano il risultato e l'aggancio. E' difficile dar loro torto. |
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