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Olimpico di Roma
01/05/1977
h.16.00
LAZIO - TORINO 0-0
Lazio
: F.Pulici, Ammoniaci, Martini (al 23' Ghedini), Wilson, Manfredonia, Cordova, Rossi, Agostinelli, Giordano, Viola, Badiani. A disposizione: Garella, Garlaschelli. All.: Vinicio.
Torino: Castellini, Danova, Salvadori, P.Sala, Mozzini, Caporale, C.Sala, Pecci, Graziani, Zaccarelli, P.Pulici. A disposizione: Cazzaniga, Butti, Garritano. All.: Radice.
Arbitro: Michelotti di Parma.
Reti: -
Spettatori: 48.326 di cui 14.332 abbonati e 33.994 paganti.
Note: Giornata nuvolosa, ma calda con leggero vento. Terreno in buone condizioni. Ammonito al 40' Giordano per proteste, calci d'angolo 9-6 per la Lazio.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 3 maggio 1977]
Contro una Lazio così avrebbe trovato duro chiunque e non soltanto il Torino. Il pareggio, quindi, può stargli benissimo, proprio nel modo in cui sta invece piuttosto strettino ai laziali. Se andiamo a guardare alle occasioni da rete e facciamo un conto, vediamo che i granata sono stati pericolosi due volte, mentre i loro avversari hanno fatto tremare la panchina del Torino parecchie volte di più. Nel gioco del calcio, però, quello che conta è sempre il pallone che rotola in fondo alla rete e gli uomini di Vinicio non sono arrivati a tanto, soprattutto perché si sono trovati di fronte un Castellini strepitoso, di epiche dimensioni ed anche perché i loro attaccanti non hanno una grossa statura di stoccatori. Il Torino se ne esce quindi con un punto che conta e si può affermare che se lo è meritato quando non ha perso la testa di fronte ad un avversario caricatissimo. Se la Lazio avesse sempre giocato così, forse a quest'ora si troverebbe al comando della classifica; visto che le cose non stanno in questo modo, è evidente che si è trattato della ''partita dell'anno'', quella che solitamente tutti cercano di giocare contro i campioni d'Italia. E' uno scotto da pagare e certe volte costa carissimo. Di fronte ad una squadra tanto determinata a correre e lottare, il Torino ha opposto quello che oggi ha a disposizione, dopo una stagione logorante, soprattutto sotto l'aspetto psicologico. Anche la notizia che la Juventus aveva vinto contro il Napoli e poteva quindi stare tranquillamente a guardare, può aver avuto il suo peso. Certo, in una partita di questo genere, parecchi granata hanno perso lo smalto. Non siamo più al "pressing", tanto per intenderci. O quantomeno questo vocabolo anglosassone affiora piuttosto di rado. Qualcuno probabilmente è stanco, qualcun altro - succede - non ha indovinato la partita. Il dato maggiormente positivo risulta dalla grossa prova di carattere fornita da una squadra che non ha perso la testa neppure quando la Lazio si è esaltata per le proprie prodezze. Abbiamo detto delle occasioni-gol costruite dai laziali. Per loro disgrazia, non dispongono di un cannoniere ad alto livello: nessuno possiede il guizzo risolutore. Quello che di solito sfoggiano Pulici e Graziani, tanto per intenderci. Ma all'Olimpico i gemelli se ne sono stati buoni buoni. Forse, in questo loro "assenteismo" si può trovare la chiave per spiegare, la sconcertante prova del Torino che si è fatto pericoloso esclusivamente grazie ad un bel colpo di testa di Zaccarelli (i fotografi piazzati dietro la porta assicuravano addirittura che la palla aveva superato la linea bianca) e ad un affondo vincente di Patrizio Sala che però tirava appena a lato. Non è molto, per una squadra abituata sempre ad assalire l'avversario, a stringerlo, a metterlo alle corde. Nel primo tempo non si sono registrate grosse emozioni, ma la ripresa è stata perlomeno elettrizzante. Ed ha messo in mostra, come abbiamo detto, un Castellini più giaguaro che mai. Se pensiamo che non molto tempo fa qualcuno lo metteva in discussione c'è soltanto da sorridere. Ha parato tutto. 52', gran batti e ribatti con stangata finale di Giordano ribattuta da campione, 67', corner battuto da Viola, colpo di testa di Ghedin, altra respinta ad alto livello. Poi i minuti finali, certamente drammatici per i tifosi granata. 81', Giordano impazza in area, si libera di Mozzini, potrebbe tirare da due passi, ma Castellini lo ipnotizza, l'altro cerca il difficile, vuol saltare anche lui, perde l'attimo e qualcuno (Patrizio Sala?) potrà respingere sulla linea. Ed infine, proprio quando Michelotti si prepara a fischiare la fine, ancora Ghedin che tira ed il portiere del Torino che salva. Nonostante tutto ciò, comunque, il Torino ci ha messo una pezza ed il suo pareggio se l'è abbondantemente guadagnato, anche se attraverso qualche difficoltà. Castellini, tra l'altro, è uno degli undici della squadra. Qualcuno dei compagni non è a questo livello di forma ed è comprensibile se si guarda alle tante battaglie sostenute. Qualcun altro, invece, se la cava in modo egregio, come se il campionato cominciasse adesso. Salvadori è stato il migliore ed è proprio da qualche sua impennata vincente che ha preso forma la riscossa del Torino. Un Torino che lascia l'Olimpico contento del pareggio.