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Zaccheria |
15/05/1977 |
h.16.00 |
FOGGIA - TORINO 0-1 (0-0) Foggia: Memo, Sali, Scala, Pirazzini, Colla, Nicoli, Salvioni (all'82' Domenighini), Bergamaschi, Ulivieri, Del Neri, Bordon. A disposizione: Bertoni, Sasso. All.: Balestri e Puricelli. Torino: Castellini, Danova, Salvadori, Sala P. (al 70' Garritano), Mozzini, Caporale, Sala C., Pecci, Graziani, Zaccarelli, Pulici. A disposizione: Cazzaniga, Butti. All.: Radice. Arbitro: Casarin di Milano. Reti: Graziani 78'. Spettatori: 21.319 di cui 10.134 abbonati e 11.185 paganti. Cronaca [Tratto da La Stampa del 16 maggio 1977] Un gol di Graziani ed il Torino ritorna a sperare. Continua così il lungo duello con la Juventus. I granata hanno un punto in meno in classifica, ma domenica giocheranno in casa contro il Genoa mentre i bianconeri dovranno andare in trasferta per Incontrare una disperata Sampdoria. La lotta sarà decisa all'ultimo minuto dell'ultima partita. Juve e Toro sono così appaiate a più cinque in media scudetto. E' un traguardo mai raggiunto prima d'ora. A Foggia il Torino ha sofferto ma ha vinto. Ha rischiato di perdere ma, graziato da Salvioni che sbagliava, solo palla al piede, davanti a Castellini, sapeva reagire e Salvadori al termine di una azione corale offriva a Graziani la palla dell'uno e zero. Il tutto in un minuto, al 79'. Il pubblico di fede foggiana reagiva con violenza alla botta, ma non reagivano con altrettanta forza i rassegnati padroni di casa, mentre erano euforici i campioni che dal gol di Graziani traevano speranze nuove. La partita non è stata bella, ma vivace, alterna ed interessante. Il Torino ha giocato meglio e nessuno potevo dubitarne, data la notevole differenza di classe. Il Foggia però ha risposto con dinamismo e sagacia tattica alla superiorità stilistica degli avversari, rintuzzando colpo su colpo, manovrando di rimessa ma con passaggi rapidi ed improvvisi, che sovente creavano varchi per gli attaccanti rossoneri. Se il Foggia ha fatto il possibile, il Torino sul plano del gioco ha leggermente deluso. Non è une critica, sarebbe ingiustificata a questo punto della stagione, è soltanto una constatazione che merita comunque alcune precisazioni. Dopo oltre nove mesi di lavoro, anche i campioni hanno il diritto di essere stanchi, ma soprattutto posano gli stress psicologici. Hanno volontà, corrono, ma sovente sbagliano. I muscoli rispondono ancora alle sollecitazioni, i riflessi un po' meno. Non è il caso di fare una graduatoria di merito e di demerito. Tutti hanno giocato e lottato con volontà riuscendo a battere il Foggia, ristabilendo una situazione di classifica che pareva compromessa. Il merito del granata è stato principalmente quello di aver creduto. Anche nei momenti difficili, anche nella contusione del gioco, I torinesi hanno combattuto con lo sguardo diretto al risultato. E' mancato il pressing delle giornate migliori, sono mancate le sgroppate in tandem di Graziani e di Pulici, non si sono visti spesso i suggerimenti Intelligenti di Zaccarelli ed ha fatto difetto la continuità di azione di Pecci. Ma al gran gioco di Claudio Sala, alla potente copertura del difensori, ha fatto corona una generale volontà di vincere, volontà che alla fine è stata premiata. Il pubblico di Foggia ha reagito con insulti e grida ostili al gol vincente di Graziani. Era una reazione comprensibile perché dettata da una grande delusione, ma sinceramente bisognava convenire che i granata, pur nella giornata difficile, avevano giocato meglio meritando il gol che doveva decidere il risultato. I pugliesi hanno fatto il loro dovere. Hanno puntato le loro carte sul nullo pur senza rinunciare ad attaccare. La tattica di Puricelli è una tattica di prudenza, con un gioco a fisarmonica che chiama in causa essenzialmente i centrocampisti mandando in avanti a volte gli stessi terzini, come pretende il calcio del giorni nostri. Ma se l'impostazione tattica era giusta, gli esecutori palesavano lacune non indifferenti. Perché ad esempio è stato utilizzato il solo sinistro Sali come terzino destro? Forse non c'era altra soluzione, ma proprio a Sali, in apertura, si è presentata l'occasione del gol, fallita perché una palla docile, docile è stata battuta a rete da un destro senza logica. Ma altri errori foggiani stanno segnati sul nostro taccuino. Ne ricordiamo uno solo, quello di Salvioni, che tutto solo davanti alla porta vuota, ha trovato modo di lanciare la palla oltre la traversa. Non c'è stato record di pubblico - resiste sempre il primato di Foggia-Napoli dello scorso autunno -, ma il campo era quasi pieno. Il Foggia giocoforza rinunciava a Gentile e a Bruschini per squalifica. Il Torino sì presentava al gran completo. La battaglia è cominciata presto ed a pochi istanti dal fischio d'Inizio. Olivieri serviva Sali solo sulla sinistrai Pulici non aveva seguito il suo custode, e Sali si è trovato a tu per tu con Castellini. Sarebbe bastato un tocco dì destro, invece Sali preferiva deviare con il sinistro mandando la palla fuori. Infastidito da questo Inizio pericoloso, il Torino cercava la grinta solita, ma tra i granata qualcuno girava a tre cilindri e forse anche a meno. I centrocampisti erano troppe volte saltati dagli avversari, Pulici si dava da fare ma non rischiava molto, Graziani era controllato con severità da Colla. La tattica del fuorigioco creava però difficoltà agli attaccanti pugliesi che andavano avanti a testa bassa, finendo sempre sotto il controllo dell'arbitro. Il Torino giocava, ma non incantava. Claudio Sala tentava di governare la manovra ma avevo scarso aiuto. Stranamente, era in leggera crisi lo stesso Zaccarelli. Con il centrocampo in difficoltà il gioco era asfittico, prevedibile. Nemo, in grande giornata, pareva imbattibile. C'era un certo equilibrio dì azioni e anche di errori. Con il passare del tempo, il Foggia cercava addirittura di addormentare la partita nella speranza di portare a casa il punto della salvezza. Il Torino reagiva con rabbia, ma con scarso ordine. Il tempo, i lunghi mesi di lavoro, le fatiche di partite difficili, hanno lasciato il segno. Ad un certo punto Radice ha tentato le tre punte. Mandava negli spogliatoi Patrizio Sala sostituendolo con Garritano. C'era più vivacità nel gioco granata, ma c'era anche più rischio. Ed Infatti al 78' Il Foggia andava via in contropiede. Ulivieri lanciava Del Neri che correva solo verso l'area granata. Giunto a pochi metri dal fondo centrava. Caporale, Mozzini, Salvadori, erano tagliati fuori dal pallone che spioveva docile sul piede di Salvioni. Castellini usciva e Salvioni tentando il pallonetto mandava oltre la traversa. Batteva dal fondo Castellini, nasceva una manovra con Salvadorl che concludeva con un cross al centro: Graziani di testa ingannava Nemo: uno a zero. La partita era finita. I foggiani mollavano lentamente ed il Torino sfiorava il raddoppio con Garritano. Bastava l'uno a zero. Il Torino tornava in corsa. La decisione per lo scudetto veniva rinviata a domenica, o forse addirittura ad uno spareggio. |
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