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Olimpico di Roma |
11/09/1977 |
h.16.00 |
ROMA - TORINO 2-1 (0-1) Roma: Conti P., Chinellato, Menichini, Maggiora (al 45' Ugolotti), Santarini, De Nadai, Conti B., Di Bartolomei, Musiello, De Sisti, Piacenti. A disposizione: Tancredi, Cesaroli. All.: Giagnoni. Torino: Castellini, Danova, Salvadori, Sala P., Mozzini, Santin, Sala C., Zaccarelli, Graziani, Butti, Pulici. A disposizione: Terraneo, Gorin II, Garritano. All.: Radice. Arbitro: Agnolin di Bassano del Grappa. Reti: Pulici 34' (T), Di Bartolomei 62' rig (R), Ugolotti 87' (R) Spettatori: 50.833 di cui 11.713 abbonati e 39.120 paganti per un incasso di 103.815.000 lire. Note: Ammoniti Chinellato, Menichini, Ugolotti, Pulici, Conti B. e Zaccarelli; calci d'angolo 11-2 per il Torino. Tempo buono, terreno in ottime condizioni. Cronaca [Tratto da La Stampa del 12 settembre 1977] Forse, leggendo domattina la classifica sui giornali, i granata si convinceranno che il tempo delle amichevoli precampionato è finito, che i gol non si regalano, che gli avversari una volta domati (e la Roma era già doma in partenza..) vanno messi ko, che non si deve mai prendere nessuno sottogamba. Il Torino pareva condizionato dal calendario (quello solare, non certo quello del campionato): questo è ancora tempo di esibizioni solitamente, è vero, ma la stagione mundial ha anticipato i tempi, è già ora di fare sul serio. Mai vista una partita pazzesca come quella persa per 2 a 1 dalla squadra di Radice all'Olimpico. Almeno l'anno scorso, pure sconfitta, aveva giocato malissimo: c'è stata una sola formazione in campo, l'altra era in soggezione, timorosa di andare avanti, sballottata in difesa da un avversario che la stringeva d'assedio, che ne frenava i contropiede con sicure rincorse o con una perfetta applicazione della tattica del fuori gioco. Marziani, o quasi, insomma i granata grazie anche alla scarsa consistenza della Roma, con giocatori importanti - Di Bartolomei, Paolo Conti, Santarini - ancora storditi dalla notte di trattative sul reingaggio. Ma dalla supremazia granata usciva il solo gol, pur magnifico, di Pulici su assist di Claudio Sala, troppo poco. Giagnoni, (il quale si riscattava nel secondo tempo mandando in campo una seconda punta, Ugolotti, che doveva fare la sua parte in modo egregio) dava involontariamente una mano ai granata affidando Zaccarelli a De Sisti, ovvero spompando l'unico centrocampista pensante in una sfida diretta già persa in partenza. Ed infatti Zaccarelli figurava spesso da dominatore sull'asse i centrale del terreno, con Butti e Pat Sala a lavorare con profitto ai suoi fianchi, con Claudio Sala a mandare in barca gli avversari spinto da una rabbia agonistica spiegabile solo con il grande carattere del capitano. Agli errori di mira del primo tempo (Graziani all'I11, solo davanti a Conti dopo uno scatto perentorio, ha tirato addosso al portiere, ed al 28' ha calciato precipitosamente sulla curva un pallone certo meglio sfruttabile visto che ne aveva il modo) hanno fatto seguito nella ripresa due svarioni difensivi che la Roma ha puntualmente e spietatamente punito. Questo mentre gli attaccanti granata continuavano a scialare. La sconfitta ha questi contorni. Giagnoni aveva solo più da scusarsi, parlando di Toro bello e di Roma fortunata, Radice pareva reduce da un brutto sogno. Poco gli serviva il ricorso storico della stagione dello scudetto: sconfitta a Bologna nella prima giornata. In effetti una partita così non si deve perdere, già pareggiarla sarebbe stato un delitto. La lezione è arrivata subito, dura ed istruttiva. Come un pugile ha il dovere sportivo di mettere giù l'avversario quando lo vede in difficoltà, così una squadra di calcio non può gingillarsi quando sono in palio i due punti. Ancora sull'1 a 2 i granata hanno condotto alcune azioni da esibizione: un narcisismo che deve essere riveduto e corretto. Nessun dramma, certo, ma una di quelle botte che ti lasciano i lividi nel sedere per il gran tonfo all'indietro. Castellini, Santin e Graziani sono stati i tre contropersonaggi della giornata. Luciano già nel primo tempo aveva tentato il bis dello scorso anno con una uscita fuori tempo e fuori logica su un corner di Bruno Conti, e nella ripresa non ha trovato di meglio che ingaggiare un corpo a corpo con Musiello su una palla spiovente malamente deviata da Mozzini ed e arrivato il rigore, realizzato da Di Bartolomei con una botta di destro di rara potenza. Santin a quattro minuti dalla fine si è fatto prendere dall'affanno su un forte centro scagliato da lontano da Bruno Conti, ha solo alzato la traiettoria del pallone che Ugolotti (Danova, dov'eri?) ha agganciato e messo alle spalle di Castellini con la sicurezza del veterano. Graziani ai regali fatti alla Roma nel primo tempo ne ha aggiunto uno graditissimo al 33' della ripresa, sull'1 a 1. Su tiro cross basso di Pulici dalla sinistra, si è trovato solo davanti alla porta sguernita e di piatto ha mandato la palla sulla bandierina del corner o giù di lì. Un errore clamoroso. Un salvataggio di Chinellato sulla linea nel primo tempo, un intervento discutibile di Agnolin (ormai avviato a tradire le promesse degli anni del suo boom) nella ripresa completano il quadro degli episodi salienti della partita. Agnolin ha fermato Claudio Sala per un "gioco pericoloso" davvero sfuggitoci, mentre il capitano stava depositando con un bel colpo di testa la palla alle spalle di Paolo Conti. La sfera è rotolata sì in rete, ma seguita dalle imprecazioni dei granata (e sarebbe stato il 2 a 1). Il pareggio pareva già bastare come punizione della storditezza e della sufficienza dei granata. La sconfitta è davvero una punizione terribile, per un Torino che ha iniziato il campionato con un piglio diverso, con maggiore sicurezza, con la determinazione di aggredire l'avversario, di vincere. Ecco, questo è il vero lato positivo della partita, che il duro contraccolpo rappresentato dall'uno-due della Roma non deve intaccare. Certo, c'è da lavorare ancora, soprattutto la squadra deve sfruttare meglio le occasioni da gol. Non si può nemmeno dire che in questa gara gli uomini di Radice non abbiano saputo "congelare" il gioco. Non era necessario, occorreva segnare ancora perché la strada era aperta. Ed anche la tariffa della punizione ci sembra irripetibile: due svarioni difensivi e due gol alle spalle, una cosa incredibile. Giagnoni giustamente alzava gli occhi al cielo alle domande sulla sua squadra. Il campo era stato chiaro nel suo verdetto di gioco, bugiardo sul verdetto numerico. Sarà una diagnosi semplicistica, ma davvero non si sa cosa dire d'altro su una partita tanto balorda, tanto diversa fra andamento e risultato. Pur nella formazione non completa per le assenze di Caporale e di Pecci il Torino ha dimostrato una valida organizzazione del centrocampo, con Butti e Pat Sala a sgobbare e Zaccarelli a reggere le fila: alla fine neppure i tifosi romanisti sapevano cosa dire. Tutto merito della "non-firma" di Prati, che tutti ormai considerano una palla al piede di Giagnoni? Tutto merito dell'abbandono della stupenda canzone giallorossa di Antonello Venditti, bella ma scalognata? L'inno di quest'anno di Lando Fiorini, è più brutto ma indubbiamente porta bene. Certe storie nascono così. Non importa che il merito della vittoria sia di.. Graziani e di chi nel Torino pensava ancora di poter scherzare. |
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