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Comunale |
30/10/1977 |
h.14.30 |
TORINO - GENOA 1893 3-1 (1-1) Torino: Castellini, Danova, Salvadori, Sala P., Mozzini, Caporale, Sala C., Pecci, Graziani, Zaccarelli, Pulici. A disposizione: Terraneo, Butti. All.: Radice. Genoa 1893: Girardi, Ogliari, Silipo, Onofri, Berni (al 13' Secondini), Castronaro, Damiani, Arcoleo, Pruzzo, Mendoza, Basilico. A disposizione: Tarocco, Rizzo. All.: Simoni. Arbitro: Agnolin di Bassano del Grappa. Reti: Pulici 8' (T), Damiani 30' (G), Graziani 52' rig (T), Pecci 82' (T). Spettatori: 46.643 di cui 15.975 abbonati e 30.668 paganti per un incasso di 95.769.700 lire. Note Bella giornata, terreno in splendide condizioni. Ammoniti Pecci, Silipo e Damiani. Cronaca [Tratto da La Stampa del 31 ottobre 1977] Il Torino dopo mesi riaffronta il campionato nella formazione scudetto, e subito la marcia del Genoa capolista subisce un brusco stop. Fanno tutto i granata, in tutti i sensi. Cominciano da dominatori, anche se attraverso una condotta di gara un po' diversa da quella cui i tifosi sono ormai abituati, vanno in vantaggio con Pulici, dimostrano di saper controllare la situazione, poi si inguaiano da soli con una incertezza di Castellini, si arrabbiano, smarriscono il filo del discorso, diventano rudi, quindi si riprendono, tornano in vantaggio su rigore di Graziani e chiudono sul 3 a 1 con una rete-gioiello di piedone Pecci passato dal rischio di espulsione al trionfo. Il Genoa non ha fatto da spettatore, ma da spalla a fianco di un protagonista grosso, nel bene e nel male. I liguri hanno giocato con attenzione, ma anche con evidente soggezione sin dall'avvio, come testimoniano i palloni ricacciati via alla meglio, con affanno, al cospetto della partenza incisiva degli avversari. All'attacco solo le serpentine di Damiani hanno preoccupato il Torino: Pruzzo, come al solito, è stato annullato da Mozzini. Gli uomini di Simoni sono anche stati sfortunati: non hanno potuto approfittare appieno del loro momento migliore, perché hanno giocato tutta la ripresa con Basilico semi-immobilizzato all'ala da una distorsione al ginocchio, praticamente in dieci in quanto - sostituito l'infortunato Berni con Secondini dopo pochi minuti - non avevano più la possibilità di effettuare cambi. Il lavoro dei centrocampisti rossoblu è risultato quasi sempre privo di sbocchi ed alla fine inutile; mentre la difesa ha penato non poco di fronte alle martellate di Graziani (grande) e colleghi, anche se Pulici dopo mezz'ora aveva lasciato il posto a Garritano. Tre gol (di cui uno, il secondo, su rigore), due pali (Garritano e Mozzini), un salvataggio disperato di Onofri su botta a colpo sicuro di Graziani, una serie di palle-gol mancate di un soffio dicono degli indiscutibili meriti del granata. Sull'altro fronte un solo tiro, e su punizione di Pruzzo e non trattenuto da Castellini (gol di Damiani), due o tre belle avanzate di Onofri, alcuni fuochi d'artificio fini a se stessi di Damiani: troppo poco per una squadra che sinora, al di là del risultati, aveva convinto per il gioco. Il Torino era avviato molto bene sino al gol di Damiani: il fatto che dopo la squadra abbia attraversato lunghi momenti di non gioco, di rabbia collettiva che ha offuscato le Idee (ed indispettito Agnolin, severo sino all'estremo), dimostra che la squadra, di Radice soffre sempre di questo strano alternarsi di rendimento, che Sembra legato più a debolezza psicologica che altro. Un cambio di faccia che sorprende ancora una volta, e non si poteva certo parlare di stanchezza dopo mezz'ora di gioco, una mezz'ora in cui i granata avevano dato anzi l'impressione di tenere il campo senza sprecare energie. Lo svolgimento dell'incontro, chiarirà meglio l'alternarsi di situazioni e di emozioni. Il Torino ha giocato con alle spalle la folla calda e affettuosa delle giornate più belle, cui faceva da contrappunto la abbastanza folta rappresentanza di sostenitori rossoblù. La presenza in tribuna d'onore del presidente Pinaelli con li nipotino Giorgio in braccio, era uno sprone in più per i granata, che affrontavano il match con decisione e giusta prudenza. Mozzini addosso a Pruzzo, Salvadori su Damiani e Danova contro Basilico per pochi minuti e poi Radice comandava lo scambio delle marcature, mentre il Genoa affrontava Pulici con Silipo, Berni (che dopo quattordici minuti, infortunato, lasciava l'incarico a Secondini) andava su Graziani, Castronaro si spostava su Claudio Sala mentre a centrocampo Arcoleo battagliava con Claudio Sala, Mendoza aspettava Pecci, Ogliari andava nella zona di Zaccarelli. I granata mostravano subito un volto diverso. Il pressing a centrocampo toccava a volte al Genoa, i centrocampisti del Torino però si muovevano, bene, con Zaccarelli più in copertura e Pecci in regia. Il movimento di Pulici e Graziani creava spazi per i lanci. Un Torino che alternava momenti di pressione collettiva a puntate in contropiede che dimostravano come lo squadra stesse cercando alternative al gioco tutto-attacco che le è solito. Subito si presentava al tiro Patrizio Sala (angolo), quindi avanzava Mozzini per battere forte da lontano ed impegnare Girardi in una difficile parata. Al 9' i granata erano già in vantaggio. Graziani avanzava palla al piede sulla destra, il suo cross per Pulici era respinto, la palla ancora a destra era t testa di Garritano controllata da Claudio Sala: nuovo centro. Pulici andava incontro alla palla e di destro la deviava in rete. Il Genoa era frastornato, la sua difesa si salvava alla meglio, ancora Graziani scattava e centrava, Girardi anticipava Zaccarelli con un tuffo disperato. Il portiere rossoblu usciva di piede su Pulici, quindi si sviluppava - al 14' - un'azione corale dei granata: passaggio di tacco di Graziani per Claudio Sala, cross, volo di Pulici che mandava di testa la palla di poco a lato, e cadendo si provocava una seria contusione alla spalla. Nell'azione si infortunava anche Berni, che lasciava il posto a Secondini, mentre Pulici restava ancora in campo. Insisteva il Torino, Graziani costringeva Girardi a respingere alla meglio, e si vedeva anticipato dal coraggiosissimo tuffo del portiere quando si accingeva a ribattere in rete. Il Genoa cercava di avanzare, portava più avanti la linea del centrocampo, il Torino controllava bene, ripiegava con calma pronto a partire di rimessa. Al granata mancava l'apporto pieno di Claudio Sala, ma la squadra sopperiva alle pause dei capitano. Agnolin cominciava a beccare i granata con zelo, dando l'impressione di essere per un football non certo all'inglese. E cosi al 32' puniva un innocente tackle in spaccata di Caporale al limite dell'area. Punizione, palla da Arcoleo a Pruzzo, botta forte ma centralissima. Castellini si accartocciava sicuro sulla palla, ma questa gli sfuggiva rotolando verso Damiani che era lesto a ribattere dentro. Primo (ed ultimo) tiro rossoblu, gol del pareggio. Pulici lasciava il campo dolorante, sostituito da Garritano, i granata avevano una reazione più istintiva che lucida. Avanzava Mozzini e trovava il varco per un lancio perfetto a Garritano, la cui botta in corsa si stampava contro il montante alla sinistra di Girardi, sotto l'incrocio del pali. Ancora Claudio Sala per Garritano, bella botta parata, poi il Genoa, malgrado l'infortunio a Basilico cominciava a farsi più incisivo a centrocampo. Iniziava un periodo più difficile per i granata, la battaglia con il Genoa e contro Agnolin si faceva pesante, Pecci infilava due o tre brutti falli (ammonito), poi l'arbitro mostrava cerò che la sua legge era eguale per tutti: al 7' andava via in palleggio Graziani, ed all'ultimo dribbling era agganciato da Secondini. Rigore. Con Pulici in spogliatoio, metteva la palla sul dischetto lo stesso Graziani. Rincorsa rallentata, a metà quasi una pausa al limiti del regolamento, botta angolatissima alla destra di Girardi che intuiva la direzione del tiro ma pur allungandosi non arrivava a deviare. Il vantaggio ridava sicurezza al Torino, ancora tentativi pericolosi di Patrizio Sala e Garritane, un salvataggio di Onofri che respingeva di pancia (e restava a terra dolorante) la botta di un Graziani scatenato che aveva saltato anche Girardi. A sette minuti dalla fine il gol della sicurezza: Pecci vinceva un tackle sui tre quarti nella metà campo granata, partiva da solo in palleggio, superava due avversari, ignorava saggiamente Garritano finito in fuori gioco sulla sua destra, insisteva da solo, faceva fuori anche Onofri e da dieci metri infilava con un tocco preciso. Un gol eccezionale. Sulla replica rossoblu, Agnolin fermava Damiani in un fuori gioco per lo meno dubbio, e tornava sotto il Torino per l'ultimo assalto, Pecci smarcava Mozzini, la botta dello stopper rimbalzava violentemente contro la base del montante. Era l'ultima emozione. |
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