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Comunale di Bologna |
06/11/1977 |
h.14.30 |
BOLOGNA - TORINO 1-3 (0-1) Bologna: Mancini, Roversi, Cresci, Cereser, Bellugi (al 16' Garuti), Maselli, Chiodi, Paris, De Ponti, Massimelli, Colomba. A disposizione: Adani, Mastalli. All.: Pesaola. Torino: Castellini, Danova, Salvadori, Sala P., Mozzini, Caporale, Sala C., Pecci, Graziani, Zaccarelli, Garritano. A disposizione: Terraneo, Gorin II, Butti. All.: Radice. Arbitro: Lattanzi di Roma. Reti: Graziani 22' rig., 71' (T), Pecci 52' (T), De Ponti 56' (B). Spettatori: 38.877 di cui 9.383 abbonati e 29.494 paganti. Note: Giornata buona, terreno soffice e non poco scivoloso. Ammoniti Danova, Roversi, Colomba, Cereser per scorrettezze, C.Sala e Pecci per proteste. Cronaca [Tratto da La Stampa del 7 novembre 1977] Il Torino vince la sua prima partita esterna e scaccia ombre e fantasmi. La ''settimana della verità'' rilancia la squadra di Radice al vertici che le competono, dopo qualche scricchiolio ritorna in scena una delle protagoniste. Motivi psicologici più che tecnici avevano oscurato il rendimento granata nel primo scorcio di stagione e insieme con le difficoltà di preparare contemporaneamente due squadre, una per il campionato e l'altra per la Coppa, erano anche venute le sconfitte in trasferta: prima Roma, poi Foggia dopo lo scialbo pareggio di Vicenza. Crisi? Problemi tecnici? Necessità di rivedere qualcosa nel meccanismo granata? La risposta, come sempre, è venuta dal campo. Il sorriso di Radice a Bologna, nello spogliatoio, fotografa la partita e il momento: la vittoria è importante, per il morale per la classifica per tutto, ma più ancora conta il modo con cui è stata raggiunta. Continuità. ''L'importante non è trovare il gioco ma dargli continuità'', diceva Radice una settimana fa a proposito dei guai granata. Poi sono venute la dolce sconfitta di Zagabria e la splendida vittoria di Bologna, vale a dire l'altro volto del Torino, quello che l'allenatore andava ricercando fra le pieghe psicologiche del quotidiano. Aggrediti a Zagabria, aggrediti a Bologna, i granata hanno riscoperto voglie pugnaci e volontà vincenti, il piacere di giocare calcio collettivo. Ha sbagliato forse il Bologna nell'impostare la gara ad armi pari e la prima mezz'ora è stato spettacolo catturante e antico. Davanti agli occhi esterrefatti di Julien Filippi, direttore sportivo del Bastia, il Torino ha segnato, dominato, reagito, trionfato. Graziani, Pecci e Patrizio Sala sono stati i migliori. Mozzini ha cancellato Chiodi, Castellini è stato pronto e sicuro, Danova e Salvadori discreti, Caporale diligente e ordinato. Alla fine sorrideva largo: quattro partite giocate contro i suoi ex compagni, quattro vittorie. Claudio Sala, dopo la febbre di Zagabria è in lento e costante progresso mentre Zaccarelli stupisse per continuità di rendimento. Resta Garritano, tenace e ostinato nel ricercare 11 gol e nel creare spazi, un'ottima spalla per Graziani. I gol. Claudio Sala fa slalom in area e Cresci, da dietro, allunga la gamba e aggancia. Rigore. Siamo al 23' e Graziani segna sulla destra di Mancini. Però accenna anche alla finta e Lattanzi fa ripetere. Palla a sinistra e gol. Ripresa. Al 51' Pecci ruba il tempo a Maselli, entra in area e lascia secco con una finta Cereser (bloccato da una caviglia dolorante) prima di infilare di sinistro. Nella stessa maniera il centrocampista del Torino aveva segnato contro il Genoa e nella partita di andata con la Dinamo. Quattro minuti dopo Cresci mette in area un pallone che sorvola Mozzini e Danova. Tutto solo De Ponti batte al volo Castellini. Reagisce il Torino e al 70' va ancora in gol con Graziani che riprende una corta respinta di Roversi dopo fuga e tiro di Garritano. Mancini, sperando nel fuorigioco, se n'era stato fermo fra i pali. Ancora due episodi da ricordare. All'11' Graziani aveva colpito il palo di testa mentre al 38' una spinta di Patrizio Sala in area al danni di Massimelli non era stata fischiata da Lattanzi, arbitro del resto assai bravo e autoritario: ben sei gli ammoniti, vale a dire Danova, Roversi, Claudio Sala, Colomba, Pecci e Cereser. Duello mancato. Per diciotto minuti Bellugi e Graziani hanno fatto scintille. Il centravanti della nazionale e il suo ex compagno che cercava il rilancio di prestigio nella speranza di riprendersi in azzurro la maglia numero cinque. Mozzini, sull'altro fronte, faceva ovviamente tifo interessato per Graziani. Ma il duello, che si prospettava di grande interesse, è mancato. Ci sono stati due splendidi duelli aerei, uno vinto da Bellugi, l'altro da Graziani che colpiva il palo, poi il difensore bolognese accusava uno stiramento all'inguine e lasciava il campo. Ne avrà per una quindicina di giorni. Diceva Mozzini nello spogliatolo: ''Non pensavo affatto ad una sfida a distanza, lo ho fatto la mia partita. Mi dispiace per Bellugi. Aveva bisogno di giocare per ritornare quello di un tempo, questo inconveniente non ci voleva. Gli faccio tanti auguri''. Graziani, due gol. Il comando della classifica del marcatori alla pari con Savoldi, un'altra dimostrazione di classe, potenza e calcio totale. Dovunque si sviluppasse l'azione pericolosa, li c'era il centravanti: abile nel tornare, caparbio, generoso ed altruista, Graziani ha trascinato il Torino fuori da ogni pericolo di crisi. Nella settimana della verità è stato senza dubbio l'anima e l'esempio granata. Alla fine non appariva neppure troppo stanco. Felice sì, ma non stanco. Evidentemente ha ragione Radice: quando si vince e si gioca bene la fatica non pesa. Questione di professionismo e di testa. |
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