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Comunale |
11/12/1977 |
h.14.30 |
TORINO - JUVENTUS 0-0 Torino: Terraneo, Danova, Salvadori, Gorin, Santin, Caporale, Sala C., Sala P., Graziani, Butti, Pulici. A disposizione: Rottoli, Pileggi, Garritano. All.: Radice. Juventus: Zoff, Cuccureddu, Gentile, Furino, Morini, Scirea, Causio, Tardelli, Virdis, Benetti, Bettega. A disposizione: Alessandrelli, Spinosi, Boninsegna. All.: Trapattoni. Arbitro: Serafino di Roma. Reti: - Spettatori: 62.582 di cui 15.975 abbonati e 46.607 paganti per un incasso di 189.106.800 lire. Note: Giornata buona, terreno soffice, nessun incidente di rilievo nonostante il grande agonismo visto in campo. Ammoniti Danova per gioco falloso, Tardelli e Morini per proteste, Benetti per comportamento non regolamentare. Il Comunale si presenta con un colpo d'occhio che rasenta il tutto esaurito. Cronaca [Tratto da La Stampa del 12 dicembre 1977] Il derby ha fatto davvero un passo Indietro, il timore espresso nella presentazione del match ha trovato riscontro sul campo. Un passo indietro non tanto perché Torino e Juventus dopo due stagioni al vertice si battevano solo per il secondo posto (al momento è cosi, sperando in tempi migliori), ma soprattutto per l'assoluta superiorità dimostrata dalle difese sugli attacchi, un autentico blocco che ha tolto vita, respiro, entusiasmo, alla stracotadina. Una sola palla gol pulita in novanta minuti, quella sciupata per troppa precipitazione da Graziani al 17' di gioco (tutti i difensori bianconeri addosso a Pulici, palla che torna a Francesco, liberissimo, e lui che la batte al volo con forza ma oltre la traversa), due tentativi di Bettega senza esito (bellissimo, e pieno di rischi, il tuffo al 7' della ripresa sii centro di Causio, alta la deviazione), un secondo brivido per Zoff al 17' della ripresa quando Butti che avrebbe potuto puntargli contro preferiva il tocco al centro sul quale Pulici si avventava invano; par Terraneo due, difficili respinte a pugno ed una magnifica uscita a terra su Causio (lanciato, al 29' del secondo tempo, non dal passaggio di un compagno ma da un casuale rimpallo fra i piedi di Virdis e di Caporale). Queste le maggiori emozioni che il derby corto ha offerto. Corto perché spezzettato di continuo e senza ragione dall'arbitro Serafino (il quale ha chiuso gli occhi sulle pochissime rudezze vere ed ha fischiato, non raramente al contrario, per normali contrasti di gioco) e chiuso senza un attimo di recupero, quando c'erano state non poche interruzioni. Un derby dominato dal terrore. Terrorizzato l'arbitro, evidentemente arrivato al Comunale già convinto di trovarsi fra le mani una patata bollente, spaventata la Juventus dal ruolo di favorita, dalla convinzione - esatta, visto l'andamento del gioco - sulle capacità di reazione dì un Toro ferito, doppiamente pericoloso. Avevano ragione i granata, dicendo sabato con sicurezza, per una partita le assenza non peseranno, lo slancio di chi entra supplirà alla mancanza degli schemi abituali. Perché è chiaro che solo il Torino può essere soddisfatto di questo derby. Un Torino che andando a salutare i fedelissimi della curva Maratona all'ingresso sul terreno prendendo a prestito il gesto dal Bastia, aveva già avvertito la Juventus della carica agonistica che gli bruciava dentro. Le battute iniziali di gioco hanno delineato con chiarezza un rapporto di forze destinato a restare immutato per tutto il primo tempo, di netto colore granata, e che si sarebbe equilibrato nella ripresa, quando sette del Torino hanno cominciato a sommare nel muscoli i residui del match di coppa elle tossine della gara in corso. Il Torino aveva l'iniziativa, non sfondava ma obbligava le Juventus ad una difesa affannosa, bloccava con facilità, spesso sul nascere, ogni faticosa replica degli uomini di Trapattoni. La convinzione di aver tutto da perdere già sottolineata dal trainer alla vigilia, sembrava bloccare i bianconeri al di sotto del loro standard attuale di rendimento, già distante dall'optimum. Cuccureddu era assorbito dalla guardia a Pulici, Morini si mostrava subito efficace, spesso inesorabile, su Graziani ma a patto di una concentrazione assoluta, Scirea non si fidava a mollare la posizione, Gentile si trovava di fronte un Claudio Sala scatenato, sullo slancio della già ottime prestazione fornita contro i corsi. Se si aggiunge che Furino e Patrizio Sala iniziavano subito un incolore duello senza vincitori né vinti, che Tardelli non riusciva a prevalere nella sfida con Butti il quale non raramente mostrava maggior dinamismo, che Benetti trovava un Gorin troppo fresco e ricco di motivazioni per poterlo frenare, ecco completato il quadro delle difficoltà bianconere nella spinta agli avanti. Spinta che Causio non riusciva ad incrementare se non raramente per la buona, decisa, guardia di Danova, al quale Radice continua ad affidare i clienti più difficili. La mossa di Danova su Causio, azzeccata visti i risultati, ha costituito uno del due colpi inattesi di Gigi Radice. L'altro è stato la marcatura di Salvadori, sacrificatosi come dimostra la completa rinuncia agli sganciamenti, su Virdis, mentre non ha fatto sorpresa la destinazione di Santin alla custodia dì Bettega, visto che il granata già in passato si era dedicato a Bobby. Proprio Santin e Gorin sono stati fra i migliori del Torino: massima la loro concentrazione, comprensibile la motivazione interna per battersi al meglio. Sottolineando la loro prestazione, non vogliamo schierarci con i tifosi granata che fanno antipatici confronti di valori e qualità, ma invece sottolineare la professionalità del due atleti (per Terraneo e Butti il discorso è diverso, sono costantemente in preallarme) i quali, chiamati in prima squadra dopo una lunga assenza, si sono mostrati perfettamente in condizione. Segno che non hanno mai mollato, che malgrado i mugugni hanno sempre seguito Radice con la massima concentrazione. Con Gorin che spingeva molto, e con lucidità, a centrocampo andando anche a smarcarsi per il tiro, il Torino ha Iniziato con sicurezza: l'impegno e la dedizione di tutti sopperivano alle forzate improvvisazioni di un reparto delicato quale è il centrocampo. Serafino cominciava a spezzettare la partite, mentre la Juventus con sconcertante ingenuità cercava di puntare sul presunto disagio di Terraneo, il quale nei primi minuti rispondeva con disinvoltura ad una punizione a sorpresa di Causio e ad un corner calciato volutamente nell'area piccola, per impegnare ancora il portiere. Tranquillo alle spalle. Il Torino cercava di far gioco in attacco, ma come si è detto la Juve contrava bene anche se era spesso costretta ad un semplice lavoro di rottura. Scaramuccia al decimo ira Benetti a Claudio Sala (Serafino dove sei, quando varrebbe la peno di farsi sentire?), poi al 17' l'occasione da gol non sfruttata da Graziani. Il Torino continuava a comandare il gioco a centrocampo, senza però trovare varchi utili in area bianconera. Graziani e Pulici si battevano bene, ma avevano in Morini e Cuccureddu due avversari che non concedevano loro respiro. Tentava due volte il tiro Gorin da lontano, con forza ma scarsa, mira, ed il primo tempo si chiudeva con una situazione di pericolo per uno dei tanti falli concessi a proposito, ed a sproposito da Serafino. Nell'occasione ne beneficiava la Juventus, per una ostruzione di Santin a Bettega, ma dopo una lunga manfrina sulla distanza della barriera - la stessa scena si era svolta prima a, parti scambiate - Cuccureddu calciava addosso agli avversari. (Questa delle discussioni sulle punizioni contìnua ad essere una abitudine ridìcola del nostri calciatori. £' l'unica situazione in cui davvero rimpiangiamo Delcourt, l'inflessìbile direttore di Borussia-Torino). La ripresa mostrava subito un equilibrarsi del valori. Claudio Sala (''ventun giocatori ed un campione'' un buon titolo per il primo tempo) si concedeva qualche giustificatissima pausa. Gentile indomito ne approfittava per farsi vedere finalmente qualche volta sulla fascia laterale, mentre continuava a restare in ombra Tardelli-Virdis con suoi validi stacchi di testa dava qualche fastidio a Salvadori e colleghi, Bettega al settimo regalava un autentico brivido a Santin e Terraneo lanciandosi in tuffo su un cross di Causio ed alzando la palla oltre la traversa. Terraneo in alcune uscite tempestive di pugno dimostrava tutta la sua sicurezza, quindi il Torino aveva una serie di sussulti difensivi che allarmavano la difesa bianconera. Al 17' Claudio Sala lanciava bene Butti il quale peccava di fiducia in se stesso, ed invece - una volta saltato Tardelli - di andare al tiro, preferiva toccare al centro. Graziani non arrivava sulla palla, si avventava Pulici, c'era un contrasto con Scirea e la sfera finiva fra le mani di Zoff. Subito dopo, Scirea intercettava con un braccio (tenuto contro il corpo, però) un centro di Claudio Sala, Serafino era per l'involontarietà del libero tra le proteste dei granata. Sul rovesciamento di fronte. Terraneo si accartocciava su un pallone deviato da Bettega a filo di montante, poi Serafino ammoniva Morini che accennava una protesta dopo essersi visto punire con un fallo un pulito anticipo su Graziani. La partita si spezzettava ancora di più in episodi. Benetti (gomitata a Gorin e botta a Graziani) si meritava prima il cartellino giallo e poi le rimostranze degli avversari, c'erano ancora tentativi di affondo ma sempre meno convinti. Terraneo alla mezz'ora usciva a bloccare anticipando Causio. Finiva con un ennesimo scontro vigoroso tra Gentile e Claudio Sala, il granata restava a terra, veniva soccorso dal massaggiatore. Poi strette di mano tra i due. Ancora una volta è stato il loro duello, soprattutto, a caratterizzare un derby che ha confermato vecchi complessi e reali difficoltà di gioco della Juve. Che ha testimoniato sullo spirito di reazione del Torino. Ma adesso granata e bianconeri tornano alleati, si profila la sfida con Milano. |
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