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Olimpico di Roma |
31/12/1977 |
h.14.30 |
LAZIO - TORINO 1-1 (1-0) Lazio: Garella, Pighin, Ghedin, Wilson, Manfredonia, Cordova, Garlaschelli, Agostinelli, Giordano, D'Amico, Badiani. A disposizione: Avagliano, Martini L., Lopez. All.: Vinicio. Torino: Terraneo, Danova, Salvadori, Gorin, Santin, Caporale, Sala C., Pecci (al 46' Sala P.), Graziani, Butti, Garritano. A disposizione: Rottoli, Pulici. All.: Radice. Arbitro: Bergamo di Livorno. Reti: Wilson 3' (L), Santin 69' (T) Spettatori: 45.736 di cui 13.640 abbonati e 32.096 paganti. Note: Giornata serena, terreno in perfette condizioni, ammonito Garritano per fallo di reazione. Cronaca [Tratto da La Stampa del 2 gennaio 1978] A Gigi Radice piace il risultato, ma non piace il Torino, che per tutto il primo tempo, subisce il gioco della Lazio, arranca in una manovra lenta e senza idee, accetta, quasi senza reagire, il punteggio che potrebbe significare una disfatta. Al trainer invece, piace la vigorosa ripresa della sua squadra, nel secondo tempo. La pressione costante, la vigoria negli interventi, il dinamismo del centrocampo arricchito dal ritmo di Pat Sala e dalla generosa reazione di Butti. Al gol di Wilson, i torinesi rispondono con una rete di Santin, due difensori improvvisati attaccanti, due gol pressoché uguali. Fa 1-1, pari e patta. Vinicio protesta, Radice critica i suoi, ma la realtà ha risvolti diversi. C'è il grave dubbio per un rigore non concesso al Torino per un intervento a placcaggio sia pure in caduta di GareLla ai danni di Garritano. C'è l'ombra di un gol annullato alla Lazio, gol segnato da Manfredonia a stretto contatto con Terraneo. Fallo del laziale? Forse. La somma di erRori arbitrali porta al risultato nullo per cui né la Lazio né il Torino avrebbero diritto di reclamare. Un punto a testa basta, e ne avanza per quanto hanno fatto i romani e i torinesi. Il Torino scende a Roma con la squadra mutilata dagli infortuni. Manca Castellini, ma Terraneo non lo fa rimpiangere. Non c'è Mozzini, ma Santin oltre che difendere imita il compagno assente, avanzando e segnando di testa il pareggio. E' rimasto a casa (e dovrà rimanerci almeno per un mese ancora) Zaccarelli e qui l'assenza si fa sentire. Zaccarelli è un centrocampista che ragiona. Corre, combatte, ma non lascia nulla al caso. Lo sostituisce Butti, bravo ma non bravissimo, utile ma sovente fermo, volenteroso ma non molto preciso. Non è una critica, è un giudizio di merito. Senza Zaccarelli il Torino manca di un ragionatore capace di intuire le invenzioni di Claudio Sala, di cucire la manovra, di fornire palloni validi alle punte ed allo stesso poeta del gol. Radice lascia in panchina Paolino Pulici, forse appena convalescente, forse debole, forse psicologicamente condizionato su campi esterni. Gioca Garritano, sbaglia un gol, ma si muove con determinazione, combatte, accetta la sfida rude con gli avversari. Se la scelta è dovuta alle condizioni dell'attaccante titolare, nulla da eccepire. Se la decisione di Radice trae origine da considerazioni tecniche, ci sia permesso di non essere d'accordo. Garritano è una punta valida, ma Pulici ha più esperienza, più rabbia nel tiro. Con Pulici, Graziani può eludere la marcatura arretrando. Con Garritano la coppia si scinde, perché anche Garritano è uomo di manovra. Nel vivo della difesa laziale manca la punta d'ariete. Che dire della difesa? Il reparto palesa alcune incertezze che potrebbero costare care. C'è disordine nelle posizioni, c'è confusione nel gioco di disimpegno. La Lazio non ha grandi attaccanti. Visti oggi, Giordano e Garlaschelli potrebbero essere definiti ''le belle statuine'', ma nonostante questo, i rischi per Terraneo sono stati parecchi. Non è colpa di Danova o di Santin, di Salvadori o di Caporale. E' colpa di tutti. Piuttosto qualche uomo non è in forma, e più che altro manca la determinazione di qualche settimana fa. Ritorniamo al discorso iniziale: buono il risultato, meno buona la squadra. Non lo diciamo noi. Lo conferma Radice. Forse il riferimento interessa essenzialmente il primo tempo. Passano pochi minuti (tre) e viene il gol. Il primo slancio in avanti di D'Amico (e sarà anche l'unico) mette in crisi l'intero settore difensivo granata. D'Amico giunge a fondo campo e viene affrontato da Salvadori e da Caporale. E' fallo. Cordova pennella una palla sul mucchio davanti a Terraneo. Santin, Salvadori e Caporale tentano il salto ma sbagliano tempo, forse la palla è imprendibile. Giunge Wilson, smarcatissimo, e mette in rete. La scarsa vena del Torino risulta evidente proprio nel momento della rimonta. I centrocampisti balbettano, un gioco strano, la manovra è lenta, Graziani non ha palloni utili, Garritano sgambetta, ma combina poco. Rimane Claudio Sala. Marcato da Badiani, il capitano si destreggia alla sua maniera. Non è in giornata di grande vena, comunque prova. Gorin cerca il gol (come Wilson) ma sbaglia (9'), e verso la mezz'ora Garella deve uscire e respingere di piede un pallone deviato da Garritano. C'è l'episodio del gol contestato. Dopo un errore di Graziani che tarda a tirare, viene un calcio d'angolo. La palla giunge a Manfredonia che indirizza a rete, scontrandosi con Terraneo In uscita. Pecci respinge, ma la palla è ben oltre la linea del gol. Bergamo punisce l'intervento di Manfredonia. C'è molta perplessità sulla decisione arbitrale, c'è anche qualche protesta. Con Pat Sala il Torino migliora il gioco. La Lazio accusa la fatica del primo tempo, sbanda. Aumenta la confusione. D'Amico praticamente scompare, Cordova non regge il ritmo, Agostinelli gioca a rimpiattino. GII attaccanti sembrano assenti. E' il momento migliore del Torino. Graziani arretra cercando di portare via dalla zona il suo controllore. E si batte bene anche Garritano che viene fermato con un autentico placcaggio da Garella senza che Bergamo intervenga a punire con il rigore la palese infrazione. Claudio Sala cresce, Patrizio Sala combatte assieme a Butti ed a Gorin. Bravo il biondo mediano, altruista, generoso, corridore ma anche ragionatore. Il pareggio del Torino arriva imitando il gol laziale. Cordova, fiaccato dalla fatica, atterra Garritano a tre metri dall'area. Claudio Sala alza un pallone imprendibile per tutti, sbuca a sinistra Santin che di testa batte Gareila (69'). La Lazio trema. Il Torino galvanizzato gioca le sue carte per vincere, ma non è un bel Torino, sbaglia, corre qualche rischio in contropiede, e chiude con un po' d'affanno su un ultimo assalto della Lazio, assalto bloccato dall'arbitro pignolo sino al secondo. Bergamo fischia la fine nel bel mezzo di una bagarre sotto la porta torinese. Il Torino torna a casa subito per festeggiare l'anno nuovo, torna con un punto prezioso, che denota la saldezza della squadra anche in momenti difficili. Ma è bene dirlo chiaramente non è il Torino irresistibile dello scorso anno. Il pressing è approssimato, molti sembrano stanchi. Perché? Siamo a poco più di un terzo della stagione. Non è troppo presto? La Lazio accusa l'arbitro, ma Vinicio farebbe bene ad esaminare la situazione interna con calma. Molti giocatori appaiono lenti, svogliati, svagati. Sono giovani. Occorre la frusta. Basta saperla usare con discernimento. |
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