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Comunale |
02/04/1978 |
h.15.30 |
JUVENTUS - TORINO 0-0 Juventus: Zoff, Cuccureddu, Cabrini, Gentile, Morini, Scirea, Causio, Tardelli, Boninsegna, Benetti, Bettega. A disposizione: Alessandrelli, Furino, Fanna. All.: Trapattoni. Torino: Terraneo, Danova, Santin, Mozzini, Caporale, Sala P., Sala C., Butti (al 56' Pecci), Graziani, Zaccarelli, Pulici. A disposizione: Castellini, Gorin II. All.: Radice. Arbitro: Michelotti di Parma. Reti: - Spettatori: 58.567 di cui 12.243 abbonati e 46.324 paganti per un incasso di 188.997.200 lire. Note: Giornata nuvolosa, terreno soffice e scivoloso in alcuni punti. Ammoniti per scorrettezze Mozzini, Gentile, Morini e C.Sala. Cronaca [Tratto da La Stampa del 4 aprile 1978] Pari all'andata, pari domenica, ma l'ultimo derby al di là del risultato di zero a zero ha sancito la superiorità della Juventus nell'arco della stagione, ed il suo pieno merito allo scudetto. Il Torino non ha detto certo ''prego s'accomodi'' ai rivali cittadini, ma sicuramente ha giocato dibattuto fra la voglia di tentare l'ultima carta e l'intima convinzione che la partita fosse ormai inutile, la stagione ormai persa ben prima, nelle balorde giornate di Roma, di Perugia e di Pescara, sei punti regalati che pesano irrimediabilmente sulla classifica. Cosi è nato il derby più agonisticamente moscio delle ultime annate, e l'arbitro Michelotti ha dovuto spremere tutta la sua severità per trovare lo spunto di tre ammonizioni (Mozzini, Gentile e Morini) che stonano persino con l'andamento del match. Non rimpiangiamo di certo, per carità, certe risse di un tempo, ma è chiaro che dal derby si vorrebbe il massimo in tutto: nel gioco, nella correttezza, nello spirito combattivo. Domenica, il gioco l'ha offerto a tratti solo la Juventus, la correttezza è parsa più fiacchezza degli uni che frutto di comune serietà professionistica (onore a Morini e Graziani, che hanno onestamente lottato a gomiti larghi sino alla fine), lo spirito combattivo è sprizzato a fiammate, e nulla più. Forse, alla vigilia, dedicando molto spazio all'esame delle situazioni psicologiche delle due contendenti, si era dato poco peso alle condizioni di forma dei due compassi, che il campo ha sottolineato in modo chiaro: al cospetto di una Juventus addirittura preda al dubbio per abbondanza (Furino o Cabrini, poi risolto secondo logica da Trapattoni dando spazio al più giovane), il Torino regalava alcuni degli atleti in grado di fare gioco con maggiore intelligenza: Salvadori e Pecci (ripescato poi dalla panchina, dove Radice l'aveva relegato pensandolo non ancora pronto per sostenere 90 minuti) e Zaccarelli, la cui presenza in campo è stata soltanto fisica, ma quasi nulla come rendimento. Un grosso handicap (é con Salvadori, Pecci e con Zaccarelli vivo che il Toro due stagioni or sono vinse lo scudetto). La Juventus, per contro, ha centrato in pieno la gara mettendo paura agli avversari, Trapattoni non ha sbagliato una mossa. Ha cominciato con il vincere con Cabrini e Gentile la doppia sfida con i due Sala, partendo con Cabrini sul capitano granata, raddoppiando spesso la marcatura sullo stesso, e forzando la copertura di Patrizio con l'affondo alternato dei due difensori. Morini e Cuccureddu intanto avevano messo il bavaglio a Graziani e Pulici magari combattivi ma malissimo appoggiati (e per conto loro poco propensi a smarcarsi), Benetti aveva la meglio su Butti, Causio trovava spazio insperato nella marcatura larga di Danova, Tardelli si trovava al cospetto dell'ombra di Zaccarelli. La partita, cosi impari, è finita zero a zero solo per gli errori di mira della Juve, e per due prodezze di Terraneo su Tardelli, perché sul gol annullato al 37' di gioco il guardalinee ha segnalato prima del tiro di Benetti (come dimostra la foto) a Michelotti un fuori gioco di Boninsegna sul tiro respinto da Terraneo e poi ripreso da Romeo. Alla sera, la moviola tv ha però dimostrato che se Bonimba poteva essere in fuori gioco nei confronti di Santin, era coperto da Caporale e quindi si trovava in posizione regolare. Sul fronte opposto. Radice non ha avuto mano altrettanto felice. Qualche decisione del trainer ha lasciato perplessi. Anzitutto, le marcature così variate rispetto a precedenti derby. Butti era andato benissimo all'andata su Taridelli (corsa contro corsa), Santin aveva già marcato con successo Bettega e più che mai pareva adatto allo scopo domenica, vista la posizione arretrata del bianconero. Invece Santin è stato impegnato in pura difesa su Boninsegna, e Mozzini è stato risucchiato fra Bettega in una posizione di mediano dove si è trovato chiaramente a disagio. Per ironia della sorte, la palla gol del Torino è capitata al 23' della ripresa proprio a Mozzini, che ha toccato maldestramente di ginocchio mettendo a lato. Sarebbe stata un furto la vittoria granata? Certo, visto l'andamento del gioco, ma a quei punto la Juve aveva già dilapidato le sue occasioni. Se si fosse trovato Santin al posto di Mozzini.. Il Torino ha cercato nel primo tempo di bloccare l'attacco bianconero con il fuori gioco, ma la forma imperfetta di alcuni ed il rivoluzionamento, forzato e no, della difesa, ha provocato non pochi rischi per i granata, tanto è vero che nella ripresa la squadra è tornata alla difesa a uomo senza fantasie. Si diceva dopo Juve-Bruges, che il fuorigioco difensivo occorre averlo nel proprio bagaglio tecnico, ma che l'applicazione è legata al tipo di partita, ed al tipo di avversario. La Juventus allenata dai belgi era poco disposta a farsi beffare un'altra volta (e poi il Bruges ha ali tra esperienza in materia). La superiorità dei bianconeri è confermata dalle numerose occasioni favorevoli non sfruttate a fondo. Subito Caporale aveva dovuto ribattere sulla linea un tiro di Bettega (ripetendosi poco dopo, ma in una situazione meno pericolosa): quindi tiri di Boninsegna (14'), Tardelli (26'), ancora Boninsegna (35') creavano pericoli e trovavano risposta solo al 43' con un traversone basso di Claudio Sala sul quale Zaccarelli in scivolata non arrivava in tempo. Terraneo nella ripresa era poi costretto a due grossi interventi su Tardelli (uscita a chiudere al 3', deviazione in angolo al 21'), correva altri rischi su una puntata di Causio, per una botta di Gentile di poco sul fondo, per una staffilata di Bettega a lato, soprattutto per una girata al volo di Boninsegna andava a carambolare contro il montante. Nel finale, con Pecci (entrato al 56' al posto di Butti) a dare ordine ed idee al centrocampo, i granata si facevano più aggressivi, ma l'unico pericolo Zoff lo correva appunto sulla ginocchiata di Mozzini che si perdeva sul fondo. Cosi la Juventus ha pareggiato un derby che meritava di vincere, quanto gli avversari meritavano di perderlo. Un derby strano, vibrante solo a tratti, che ha confermato le difficoltà di gioco di un Torino costretto troppe volte nell'anno a variare formazione. Alla fine, i sorrisi del bianconeri si aprivano schietti, pensando ai quattro punti di vantaggio invariati ed al calendario abbastanza favorevole. Ottanta per cento di scudetto ha detto Tardelli con persino eccessiva anche se comprensibile prudenza. Delicato, adesso, è il momento del Torino. Se non saprà stringere i denti e trovare motivazioni, già domenica a San Siro rischierà grosso. Rischia di perdere il secondo posto che merita, al di là di infortuni ed errori. |
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