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El Molinon
13/09/1978
h.20.30
SPORTING GIJON - TORINO 3-0 (2-0)
Sporting Gijón
: Castor, Redondo, Cundi, Uria, Criaco, Rezza, Moran, Joaquim, Quini, David, Ferrero. A disposizione: Rivero, Gonzales, Mesa, Andres, Abet. All.: Miera.
Torino: Terraneo, Danova, Santin, Salvadori, Mozzini, Onofri, Sala P., Pecci, Graziani, Vullo, Pulici. A disposizione:. Copparoni, Erba, Iorio, Camolese, Cuttone. All.: Radice.
Arbitro: Wohrer (Austria)
Reti: Ferrero 4', Moran 14', 68'
Spettatori: 30.000 circa per un incasso di 180 milioni.
Note: Record di spettatori e incasso per lo stadio El Molinon di Gijón. Ammonito Mozzini.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 14 settembre 1978]
Gran folla - circa 30 mila spettatori, non il pienone, ma un incasso record di 1 milione e 500 mila pesetas, pari a 180 milioni di lire - per l'ingresso ufficiale dello Sporting Gijon sulla scena europea. Lo stadio El Molinon era pavesato a festa, proprio come cinquantanni fa quando aveva ospitato la Nazionale italiana in un'amichevole con la Spagna conclusasi in parità (uno a uno), organizzata per l'inaugurazione della prima tribuna dello stadio che ora si presenta interamente al coperto ed è l'ideale per il calcio. Per il Torino è il nono impegno europeo, il quinto in Coppa Uefa (in questa competizione è stato eliminato tre volte al primo turno e nella scorsa stagione è uscito agli ottavi di finale), e il trentottesimo incontro internazionale. Persino Ladislao Kubala. Direttore tecnico della Spagna, si era scomodato per vedere gli eventuali "nazionali" del Torino che Bearzot potrebbe utilizzare nell'amichevole con gli iberici in programma in Italia il 20 dicembre prossimo. Tra gli spettatori anche un centinaio di tifosi torinesi con due vistosi striscioni. Il Torino, però, era stato accompagnato in questa trasferta nelle Asturie, da un diffuso pessimismo per l'assenza di Claudio Sala e Zaccarelli e per la condizione di forma tutt'altro che ideale dimostrata in questo scorcio di stagione. Lo Sporting era favorito e lo dimostrava fin dalle prime battute aggredendo il Torino che si difendeva con qualche affanno Santin era alle prese con il velocissimo Ferrero mentre Danova dall'altra parte seguiva Moran. Con Mozzini addetto al controllo del centravanti di manovra e capitano Quini. A centro campo si fronteggiano Salvadori-Ciriaco, Pecci-David. VulloJoaquin, Patrizio Sala-Uria, mentre sulle punte Pulici e Graziani c'erano Rezza e Cundi protetti alle spalle del libero Redondo. Lo Sporting si portava in vantaggio dopo appena tre minuti. L'azione nasceva sulla sinistra da una gran finta di Ferrero che "bruciava" Santin e puntava a rete ma Onofri, sulla soglia dell'area di rigore, lo atterrava. Malgrado le proteste del pubblico che pretendeva il "penalty" l'arbitro giustamente decretava un calcio di punizione dal limite. Lo batteva Quini e la barriera deviava in corner. Ferrero, con un tiro eccezionale segnava direttamente dalla bandierina del calcio d'angolo: il pallone, tagliatissimo, compiva una parabola alta e ricadeva dalla parte opposta, lasciando di sale l'esterrefatto Terraneo. Un gol stupendo, un'autentica prodezza dell'argentino, degna di quelle che avevano reso famoso Mumo Orsi. Radice correva ai ripari invertendo le marcature nell'estrema difesa: Ferrero veniva preso in consegna da Danova. Mentre Santin si spostava a sinistra su Moran. Al 9' un altro brivido per Terraneo: su punizione di Cundi dalla destra, Quini in rovesciata "lisciava" da felice posizione. Il Torino tentava di assumere l'iniziativa ma lo Sporting glielo impediva tenendolo costantemente sotto pressione, e al 14' Terraneo subiva la seconda rete. Lo scatenato Ferrero, spostato a destra, discendeva, evitava il tentativo di fallo di Santin poi superava Danova e Terraneo, uscito dai pali, e serviva sul centro lo smarcato Moran che faceva filtrare la palla fra le gambe di Mozzini, insaccando. 2 a 0. Il pubblico si infiammava e si divertiva alle manovre graffianti dei biancorossi che mettevano alle corde il Torino. Per eccesso di sufficienza, per voglia di strafare, Quini falliva una buona occasione (21') su passaggio-gol di Moran. Il capitano anziché tirare con decisione a rete tentava il pallonetto e falliva il bersaglio. A questo punto nuovo cambiamento di marcature. Su Moran si portava Mozzini con Santin su Quini e Danova ancora su Ferrero. Finalmente il Torino riusciva a distendersi in avanti creando la prima occasione al 25'. Dopo un bello scambio volante di testa con Pulici, Graziani scaricava il destro al volo in porta, ma Castro, con bell'intuito, riusciva a evitare il gol deviando in calcio d'angolo. Dopo mezz'ora condotta con ritmo forsennato, lo Sporting si concedeva una pausa, rifiatava ed il Torino dava l'impressione di crescere di tono, di riuscire a prendere le misure agli scatenati avversari. Salvadori e il sorprendente Vullo si batteva con notevole ardore agonistico, riuscivano a puntellare il centrocampo dove Pecci non sempre cuciva il gioco tenendo i collegamenti con Graziani e Pulici. Si assisteva così a qualche tentativo di affondo del Torino ma poi lo Sporting aveva una nuova fiammata al 41' con il saettante Moran. Si incuneava fra le larghe maglie della difesa granata, penetrava in area e veniva steso fallosamente da Onofri. L'arbitro, anziché concedere il penalty, accordava una punizione di seconda per ostruzionismo di Onofri. La decisione del signor Woehrer inviperiva il pubblico che si rivol; geva per protestare verso il palco d'onore dove si trovava monsieur Cagnion, il segretario della Federazione francese venuto a Gijon come delegato dell'Uefa. Il gioco riprendeva con una punizione di seconda: David toccava a Ferrero e tirava centralmente consentendo a Terraneo di bloccare senza problemi. Insisteva all'attacco lo Sporting e pochi istanti prima del riposo di metà tempo, per un fallo di Santin su David, fruiva di una punizione che si infrangeva sulla barriera, senza alcun esito. In avvio di ripresa lo Sporting produceva il suo forcing schiacciando il Torino nella propria area e sfiorando il gol. Ci sarebbe stato gol al quarto minuto, il corner dello specialista Ferrero spioveva sul primo palo dove Moran, con le spalle alla porta girava di testa a rete ma Terraneo, con eccezionale prontezza di riflessi, alzava in calcio d'angolo. Lo Sporting collezionava ben quattro corner consecutivi e poi, granzie alla spinta di Vullo, forse l'unico granata che riusciva a reggere al ritmo degli avversari, la morsa degli spagnoli si allentava. Un bello scambio fra Graziani e Pulici si spegneva nei pressi dell'area avversaria grazie all'intervento di Redondo, barbuto libero biancorosso. Proprio mentre il Torino dava l'impressione di poter abbozzare una rimonta, lo Sporting consolidava il successo. Dopo un affondo di Cundi stroncato fallosamente da Pulici, la palla tornava a centrocampo, dove Quini effettuava un lungo lancio in profondità: Onofri entrava a vuoto e Moran superava la difesa granata, si presentava davanti a Terraneo, uscito dai pali, e lo freddava con un preciso e angolato rasoterra. Era il 65'. Alla disperata il Torino si buttava all'attacco tentando di segnare un gol che potrebbe aprire qualche spiraglio per il ritorno. Al 67' Graziani, smarcato sulla sinistra da Pecci, di destro colpiva il palo. Capovolgimento di fronte con Terraneo che doveva uscire alla disperata su Uria e altra palla-gol per Graziani al 68'. Il centravanti scambiava due volte con Patrizio Sala, poi entrava in area e con un violento diagonale impegnava il portiere in una deviazione in angolo. Sfoderando insospettate energie, malgrado lo sforzo prodotto in precedenza, lo Sporting dava vita ad un fulmineo contropiede al 78': Quini lanciava Moran e Mozzini non poteva far altro che ricorrere ad un placcaggio da rugby per impedire all'avversario di filare in gol. L'arbitro ammoniva lo stopper granata. La punizione degli spagnoli non produceva alcun effetto. Generosissimo, comunque, il finale di partita da parte dei granata. All'84' Graziani al volo scodellava un bel pallone per Pulici che, spinto irregolarmente da Redondo, perdeva l'equilibrio e non riusciva a concludere da felice posizione. L'arbitro sorvolava sul fallo da rigore compensando così il penalty non concesso in precedenza agli spagnoli.