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Comunale di Bergamo |
08/10/1978 |
h.15.00 |
ATALANTA - TORINO 0-1 (0-1) Atalanta: Pizzaballa, Vavassori, Mei (al 74' Chiarenza), Mastropasqua, Marchetti, Prandelli, Pircher, Rocca, Garritano, Tavola, Finardi. A disposizione: Bodini, Andena. All.: Rota. Torino: Terraneo, Danova, Vullo, Onofri, Mozzini, Salvadori, Sala P., Erba, Graziani, Pecci (all'89' Greco), Pulici. A disposizione: Copparoni, Camolese. All.: Radice. Arbitro: Bergamo di Livorno. Reti: Pulici 18'. Spettatori: 24.365 di cui 11.009 abbonati e 13.356 paganti per un incasso di 60.208.800 lire. Cronaca [Tratto da La Stampa del 9 ottobre 1978] Gigi Radice stavolta è andato a incontrare i giornalisti. La partita era finita da poco, e già l'allenatore del Torino si presentava in sala stampa per le interviste di rito. Sorriso largo, volto disteso. La sua squadra ha vinto, una vittoria importante, i due punti che ci volevano per risollevare animi abbacchiati e giocatori che si sentivano perseguitati dalla sfortuna. Gigi Radice, sabato pomeriggio prima di partire con la squadra alla volta di Bergamo, aveva ripetuto la sua fiducia nelle volontà di risalita del Torino. Aveva detto che i suoi ragazzi erano maturi, rispondevano bene alle sollecitazioni, dimostravano spiriti combattivi e orgogli mai spenti, ma aveva anche detto che un risultato, in questa fase, sarebbe stata la cura migliore per guarire le ferite. E il Torino, a Bergamo, si è portato a casa i due punti. Non capitava dal 9 maggio di quest'anno che i granata vincessero fuori casa, dal 3-1 di Napoli che aveva costituito l'ultimo en plein della squadra di Radice. A Bergamo il Torino non s'imponeva addirittura da una ventina d'anni ed è dunque logica la gioia con la quale Radice si è presentato nello spogliatoio dopo la partita: ''E' stata forse la vittoria più bella mai ottenuta da quando sono alla guida della squadra'', ha detto riferendosi al momento particolare, alla crisi appena superata, agli infortunati che hanno privato il Torino di alcune pedine base. Privi di Claudio Sala e Zaccarelli, i granata hanno logicamente dovuto rivedere alcuni schemi tattici. Il pressing, arma vincente di tante battaglie viene ora applicato con convinzione minore, mentre anche la trappola del fuorigioco tende ad essere usata in rare occasioni, soltanto quando si offre la possibilità e gli avversari finiscono per essere colti di sorpresa. Costretto dalle circostanze a mettere in campo una formazione rimaneggiata, Gigi Radice ha chiesto ai suoi uomini il massimo dello sforzo e della concentrazione. Già l'altra domenica contro la Fiorentina la squadra aveva denotato sintomi di ripresa. Al termine era stato solo un pareggio ma date le condizioni, come lo stesso allenatore aveva sostenuto riferendosi agli infortuni di Graziani e Iorio, il Torino era piaciuto. Gioco se n'era visto poco, ma il carattere e le voglie vincenti non erano mancate, un buon segno in vista della trasferta di Bergamo. Per dare coesione al reparto, fiducia al morale abbattuto, era necessario il risultato. Contro l'Atalanta, ancora una volta il gioco non è stato eccelso, ma uno splendido gol di Pulici, di testa, su punizione dalla destra di Pecci, ha dato la vittoria al Torino. Era soltanto il 18', e la squadra, a questo punto, poteva anche perdere il filo della partita e lasciare all'Atalanta l'iniziativa. Invece, per tutto il primo tempo, i granata hanno imposto il loro gioco, controllando con autorità la gara e proseguendo nell'azione offensiva. Quando poi l'Atalanta, in inizio di ripresa, ha spinto con maggior decisione, la difesa, reparto sovente criticato, ha retto assai bene. Danova ha in pratica soffocato Garritano, anticipandolo regolarmente e chiudendogli ogni varco verso la porta di Terraneo, e ai padroni di casa non è bastata la buona vena di Pircher, che ha messo spesso in difficoltà Mozzini, per superare la retroguardia del Torino. Onofri è cresciuto di tono, ha lottato, corso, ostacolato con forza. Si è anche spinto in avanti, dettando l'azione al centrocampo. In attacco il Torino ha vissuto sulla gran vena di Paolo Pulici. Graziani non al pieno della forma, ancora sofferente al fianco, si è dimostrato assai generoso nel" rientrare e intelligente nel far spazio al compagno, ma Pulici è stato veramente grande. Il migliore in campo. Ha segnato il gol della vittoria, vero, però l'apporto dato ieri alla squadra è andato ben al di là del pallone messo alle spalle dell'anziano Pizzaballa. La punta granata, specie nel primo tempo, ha compiuto numeri di alta classe strappando applausi allo stesso pubblico bergamasco che sugli spalti, prima della terribile caccia all'uomo per le vie della città, si era comportato in maniera dignitosa. Resta l'episodio di Greco, che ha esordito in serie A per soli due minuti e senza toccare il pallone. Un fatto curioso. Il giovane attaccante alla fine era un po' perplesso, ma nel Torino del futuro c'è posto ancora per lui. Basta saper attendere e lavorare. |
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