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Comunale
18/02/1979
h.15.00
TORINO - ASCOLI 3-1 (1-0)
Torino
: Terraneo, Salvadori, Vullo, Zaccarelli, Mozzini, Santin, Sala C., Pecci, Graziani, Greco, Pulici P. A disposizione: Copparoni, Mandorlini, Iorio. All.: Radice.
Ascoli: Pulici F., Legnaro, Anzivino, Scorsa, Castoldi, Perico, Trevisanello (al 64' Roccotelli), Pileggi, Ambu, Bellotto, Quadri. A disposizione: Brini, Landini II. All.: Renna.
Arbitro: Michelotti di Parma.
Reti: Graziani 43' (T), Pulici 51' (T), Quadri 54' (A), Greco 55' (T).
Spettatori: 29.361 di cui 10.156 abbonati e 19.205 paganti per un incasso di 54.220.100 lire.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 19 febbraio 1979]
Per il Torino, rispettata la regola del tre. Anche stavolta, al Comunale, tre palloni sono finiti nella rete degli avversari ed in più il Milan ha lasciato un punto per strada. Quindi, domenica di festa ma, per piacere, cerchiamo di non equivocare: non è stato come nelle ultime partite casalinghe, con l'avversario completamente travolto ed il risultato mal in discussione, vistosi bagliori di pressing e tutti i granata sul piano della disinvoltura. L'Ascoli ha messo in piedi una resistenza sapientemente manovrata, nel primo tempo ha tenuto il Torino talmente in soggezione da creare addirittura l'occasione per il gol ed ha finito per arrendersi soltanto perché il suo difensore Castoldi ha inventato un liscio da balera (ma proprio di estrema periferia) dando via libera a Graziani che ha fatto secco Pulici perché si è trovato smarcatissimo e con mezzo campo davanti. Mancavano due minuti alla conclusione del tempo e fino a quel momento l'Ascoli aveva assorbito senza troppi drammi la pressione dei granata che sembravano meno brillanti del solito. Si sono presentati in campo senza Patrizio Sala, bloccato in mattinata da una faringite, e con un Pecci presente ma in evidente difficoltà per le sue precarie condizioni fisiche. Ma Radice non se l'è sentita di rinunciare contemporaneamente a due uomini del centrocampo e così Pecci ha giocato cercando di fare del suo meglio, ma evidentemente non riuscendo a fornire un rendimento elettrizzante. Così il Torino, quindi con qualche scusa. Ma il fatto è che responsabile delle difficoltà granata era soprattutto l'Ascoli il cui gioco il Torino pativa abbastanza vistosamente. A centrocampo (anche per le considerazioni di cui sopra) Renna prendeva le misure giuste, tanto da mettere in difficoltà i torinesi, che si vedevano chiusi gli spazi in modo intelligente e tempestivo. Insomma, anche se per i granata c'erano spesso dei tentativi di affondo di notevole portata, il rischio del contropiede era sempre vivo. Si verificavano occasioni per il Torino, già al primo minuto Pulici colpiva bene di testa su corner battuto da Claudio Sala, ancora Pulici tirava raso palo da buona posizione, poi il capitano si infilava in area con una bella serpentina ma tirava alto. L'Ascoli opponeva molto meno sul piano della continuità, ma era certamente più pericoloso al 32', quando Quadri approfittava di un errore di Salvadori per tirare da due passi, ma Mozzini riusciva a rinviare. Insomma, era già passato troppo tempo perché la partita si potesse mettere sui binari che voleva il Torino; certe gare si debbono sbloccare subito, altrimenti diventano difficili e l'Ascoli continuava a tenere il campo con una grinta ed una sicurezza che facevano pensare. Ma ecco, quando mancavano due minuti alla fine del tempo, l'episodio che sbloccava tutto e faceva cadere Renna nella più nera disperazione, mentre i granata tiravano il fiato. Autore del misfatto era Castoldi, fino a quel momento impeccabile: cercando di tirare la fine e mantenere il possesso del pallone, quelli dell'Ascoli manovravano a centrocampo, finché toccava a Castoldi, il quale era liberissimo ma con lo spettro di Graziani che stava per calargli addosso. Preso dal nervosismo (lui dirà che il pallone gli è rimbalzato male su un ciuffo d'erba) non trovava di meglio che sbagliare clamorosamente, dando via libera al centravanti. Breve volata e palla in fondo alla rete. Una mazzata per l'Ascoli che vedeva crollare tutto il castello costruito in precedenza e subito dopo si chiudeva il tempo. Graziani, che era apparso spesso in difficoltà, aveva risolto la partita: diamogli atto, anche quando diciamo che non è al meglio, che il pallone va a cercarselo, che corre dietro a tutti, è insomma estremamente generoso. Se fosse più furbo, e facesse soltanto le cose che doverosamente gli spettano, sarebbe molto meno criticato, anche se la squadra ci perderebbe nel cambio. Uomo da collettivo, non sa risparmiarsi, specialmente quando (come ieri) non ha troppe forze a disposizione. Comunque, il Torino rientrava in campo con la sensazione di aver ricevuto un grosso regalo e taceva subito il possibile per legittimarlo. Al 51', Claudio Sala ''toreava'' sulla destra e finiva per mettere al centro un pallone teso, sul quale non arrivava Zaccarelli. Ma Pulici, da pochi metri, non sbagliava, scaricando tutta la rabbia accumulata nelle ultime domeniche: un colpo di testa che non sembrava tale, piuttosto una fucilata e l'omonimo Pulici non poteva far altro che vedere il pallone infilarsi in rete. Due a zero, tutto deciso? Macché, altri due minuti e l'Ascoli andava in gol. La difesa granata si fermava aspettando il fischio del fuorigioco mentre il pallone spioveva per Quadri: controllo e rete. Partita nuovamente in discussione ed Ambu, liberissimo, buttava fuori il pallone del pareggio quando la difesa granata sembrava ormai rassegnata al peggio. L'Ascoli, insomma, aveva avuto le sue brave occasioni e le aveva buttate, dimostrando di saper giocare egregiamente ma di essere molto sventato nel concludere. Il castigo, quindi, era inevitabile ed arrivava puntuale ad un quarto d'ora dalla fine: Pulici faceva di tutto, inventava rovesciate e tiri azzeccati o bislacchi ed al 72' si portava sulla destra per mettere il pallone in mezzo. Non con lo stile piano di Claudio Sala che crossa per concludere un'azione dall'andamento scontato, bensì come un tentativo di forza verso la rete, con la speranza di poter proseguire personalmente razione. Cosa che non riesce, perché si avventa Greco, ruba il tempo al portiere e mette in rete di testa. E stavolta è finita davvero, anche se la partita offre altri spunti, come quello con cui Bellotto mette fuori in modo clamoroso e la gran parata di Terraneo su tentativo di Quadri proprio all'ultimo minuto. Ma sono sprazzi, la partita è già decisa e nel finale arriva addirittura la notizia che il Milan si è fatto raggiungere dall'Atalanta. Per il Toro, insomma, un pomeriggio più che positivo. Tanta fatica' qualche brivido, ma ne è valsa la pena: l'avventura continua, con una sola grande rabbia, quei due punti buttati per strada.