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Comunale |
11/03/1979 |
h.15.00 |
TORINO - ROMA 1-0 (0-0) Torino: Copparoni, Mandorlini, Vullo, Salvadori, Danova, Santin, Sala C., Pecci, Graziani, Zaccarelli, Pulici (al 37' Erba). A disposizione: Riccarand, Mozzini. All.: Radice. Roma: Conti P., Peccenini, Rocca, Boni, Spinosi, De Nadai, Borelli, Di Bartolomei, Pruzzo, De Sisti, Giovannelli (al 54' Casaroli). A disposizione: Tancredi, Scarnecchia. All.: Valcareggi. Arbitro: Lapi di Firenze. Reti: Sala C. 53'. Spettatori: 27.004 di cui 10.156 abbonati e 16.848 paganti pr un incasso di 46.765.500 lire. Cronaca [Tratto da La Stampa del 12 marzo 1979] Forse il gioco non è stato tale da soddisfare palati fini ma resta il fatto che il fischio finale ha colto tutti in piedi pronti all'applauso. Solo questo serviva al Torino, il risultato, e mai come ieri Radice poteva raccontare negli spogliatoi le ombre della sua squadra sorridendo delle incertezze e cacciando con un gesto ogni accenno di critica. Il Torino ha avuto una settimana difficile. Fino a poche ore dall'inizio era già un problema mettere insieme undici nomi, visto che Claudio Sala e Zaccarelli erano ancora in forse e rischiavano con la loro assenza di allungare oltre il limite di guardia l'elenco degli infortunati granata. Poi il provino effettuato in mattinata aveva dato esito positivo e il Torino poteva presentarsi in campo sufficientemente rabberciato. Chiaro che il rendimento dei due giocatori lasciava alquanto a desiderare. Claudio Sala, nelle prime battute, dimostrava di non essere guarito del tutto e appariva timido nei contrasti mentre Zaccarelli, opposto a un grintoso Boni, stentava ad entrare nel vivo e subiva la ruvida spinta dell'avversario. Il Torino aveva difficoltà a trovare la giusta misura. La Roma giocava un calcio avaro e accorto, e mentre Pruzzo stava solo in attacco a rimediare figuracce davanti a Danova, gli altri facevano barriera a centrocampo affidandosi alla forza atletica di Boni e all'intelligenza tattica del vecchio e bravo De Sisti. Conscio dei limiti dei suoi uomini, Ferruccio Valcareggi aveva studiato una vischiosa ragnatela che se da un lato dimostrava a priori l'assoluta rinuncia alla manovra offensiva, dall'altro costringeva il Torino a una serie nervosa e spezzettata di tocchi che raramente riuscivano a superare con successo la folta barriera. Senza geometria, l'azione del Torino balbettava povero calcio. Pecci più di tutti soffriva della situazione. Vista la quasi impossibilità di superare in triangolo il centrocampo romanista, il numero otto del Torino commetteva l'errore di portar palla più del dovuto con il risultato di perdere spesso il controllo del gioco e di rendere prevedibile il movimento delle punte nelle poche occasioni in cui il suo slalom fra gli avversari aveva successo. E il Torino attaccava cieco e confuso. In avanti iniziava male Graziani, soffocato dal gioco corto, si dava da fare Pulici che appariva il solo in grado di puntare con decisione alla porta di Paolo Conti. Pulici colpiva un palo dopo dodici minuti, un tiro a filo d'erba sul quale Graziani non riusciva a intervenire per la deviazione, ma poi su un invito di Zaccarelli l'attaccante scattava in area procurandosi un leggero stiramento alla gamba destra. Erano passati 36 minuti e Pulici era costretto a cedere il suo posto al giovane Erba. Radice imprecava alla sfortuna ma doveva accettare la situazione. In panchina non c'erano attaccanti, visto che anche Iorio stava in infermeria, e dunque l'allenatore si trovava suo malgrado a scendere sul terreno tattico del rivale Valcareggi schierando un centrocampista al posto di una punta e correndo così il pericolo di rendere ancora più confusa una partita già grigia. E la squadra di Radice, ovvio, chiudeva il tempo alla ricerca di se stessa e non riusciva nemmeno a creare, come in precedenza, qualche occasionale azione da gol. Ci aveva provato Graziani al 24' ma il centravanti, dopo aver rubato il tempo a Spinosi e superato in velocità De Nadai e in finta Paolo Conti, si era allargato troppo mancando il bersaglio, e poi lo stesso Graziani due minuti più tardi aveva colpito appena fuori di testa un corner di Zaccarelli. Due azioni da gol mentre la Roma si era accontentata di un paio di punizioni di Di Bartolomei e di uno spento colpo di testa di Pruzzo deviato in angolo dall'esordiente Copparoni. Sembrava che le cose non. Si mettessero bene per il Torino, non si vedeva come la squadra granata avrebbe potuto segnare assente Pulici e con Zaccarelli e Claudio Sala non al massimo della condizione. La ripresa invece teneva in serbo liete sorprese. Intanto cresceva Zaccarelli, rinfrancato da un primo tempo senza guai fisici, spingeva meglio il centrocampo granata, si dava razionalità Pecci, esplodeva Graziani. Il centravanti stava bene in salute e paradossalmente veniva favorito dall'assenza di una seconda punta. In avanti si aprivano larghi spazi sulle fasce e Graziani in questi spazi si infilava bello e caparbio offrendo sul campo esempio di cuore vincente. Vullo raccoglieva l'invito. Per tutto il primo tempo il terzino era stato di costante appoggio alle punte, ma la manovra corta della Roma e la grigia geometria del centrocampo granata non gli avevano permesso grandi cose. Una volta sveltito il gioco, era facile per Vullo sfruttare con coraggiosa generosità il vuoto lasciato da Pulici, quello che solo in parte Graziani riusciva a coprire. Il varco, con il passare dei minuti, diventava sempre più largo e finiva con il trarne ulteriore beneficio anche Zaccarelli che si alternava col difensore in veloci puntate offensive sulla sinistra. Da questo settore del campo partiva l'azione del gol del Torino. Erba lanciava Vullo che all'altezza dell'area veniva messo a terra da Peccenini. Punizione di Pecci, testa di Claudio Sala, gol. Il primo di testa da quando il capitano gioca nel Torino. Era il 53', e a poco serviva la mossa di Valcareggi che decideva di mandare in campo Casaroli, una punta, al posto del tornante Giovannelli. La Roma, nel tempo che rimaneva, si rendeva pericolosa in una sola occasione, a nove minuti dal termine, quando Copparoni usciva in ritardo su un centro dalla destra di Boni e Pruzzo mandava di testa alto sulla traversa. Il Torino invece si apriva meglio in attacco. Graziani calciava a lato al 70' dopo aver superato Boni in dribbling sulla sinistra, e tentava ancora al 72' (colpo di testa alto), al 79' (girata fuori di poco), all'80' (sempre di testa su centro di Erba), prima di essere anticipato di poco da Spinosi su cross dalla sinistra di Zaccarelli. L'ultima azione del Torino all'87', ed era il solito Graziani a superare in dribbling Rocca e De Nadai e a centrare in area per Zaccarelli: il centrocampista cercava il gol al volo di sinistro ma la palla finiva di poco a lato. |
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