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Comunale di Catanzaro |
13/05/1979 |
h.16.00 |
CATANZARO - TORINO 2-1 (0-1) Catanzaro: Mattolini, Sabadini, Ranieri, Turone, Menichini (al 46' Nicolini), Zanini, Braglia, Orazi, Michesi, Improta, Palanca. A disposizione: Casari, Rossi. All.: Mazzone. Torino: Terraneo, Danova, Vullo, Salvadori (al 47' Onofri), Mozzini, Zaccarelli, Sala C., Sala P., Bonesso, Pecci, Iorio. A disposizione: Copparoni, Santin. All.: Ferretti. Arbitro: Patussi di Arezzo. Reti: Aut.Menichini 25' (T), Aut.Mozzini 62' (C), Orazi 73' (C). Spettatori: 11.981 di cui 3.132 abbonati e 8.849 paganti. Note: Nella panchina del Torino Ferretti ha sostituito Radice reduce da un grave incidente stradale. Cronaca [Tratto da La Stampa del 14 maggio 1979] Nel calcio non si possono fare regali. O se si fanno bisogna accettare la sconfitta senza rimpianti e recriminazioni. A Catanzaro i granata hanno disputato un primo tempo encomiabile. Con qualche errore nelle rifiniture, ma dimostrando una superiorità che non ammetteva discussioni. Poi sono stati commessi errori e il Catanzaro ha vinto. Prima c'era ordine in difesa per la bella prova di Zaccarelli, per la caparbietà di Salvadori, per la diligenza di Danova che non concedeva spazio a Palanca. A centrocampo si intravedevano sbavature di continuità, delle quali però i calabresi non sapevano trarre profitto. Pecci dirigeva il gioco con la solita maestria, Patrizio Sala combatteva come soltanto lui sa fare. Ma non c'era determinazione. Forse appariva tutto troppo facile per impegnarsi a fondo. Claudio Sala giganteggiava negli assolo, ma era estraneo alla manovra corale. Giocava palloni deliziosi, ma sovente era risucchiato in piccoli scontri personali con il suo avversario. Davanti c'erano due ragazzi fragili, anche se tecnicamente bene impostati. Iorio non ha bisogno di presentazione. E' un giocatorino tutto pepe ed intraprendenza. Fisicamente fragile, non rinuncia agli scontri, anche se sovente ne esce sopraffatto. Bonesso è alle prime battute di una carriera che sarà senz'altro interessante. Ma non è una punta. Farà anche gol, ma non sarà mai uno sfondatore, ama il dialogo non l'affondo, preferisce il fraseggio al tiro a rete. E' un giudizio limitato, che serve soltanto ad inquadrare il Torino di Catanzaro. Dicevamo del primo tempo. La superiorità dei torinesi è stata evidente. Il Catanzaro era costretto alla difensiva. Veramente i calabresi avevano cercato subito di chiudere la partita attaccando in forze, palensando però difetti organici piuttosto gravi. Il Catanzaro è una squadra da combattimento. Se ha una ragione per lottare diventa pericoloso. Non ha invece i numeri per giocare di fino. Non è un problema di uomini. Le assenze di Rossi e di Nicolini (entrato nella ripresa) si sono fatte sentire. Ma tutta la squadra era alia mercé di un Torino nettamente superiore. L'assalto dei padroni di casa determinava all'11' una situazione strana. Era un contropiede, che sorprendeva la difesa torinese scoperta. Zaccarelli, Salvadori, Vullo e Danova invocavano un fuorigioco, ma per l'arbitro tutto era regolare, e Ranieri veniva a trovarsi solo in area granata, palla al piede. Il terzino indugiava e Terraneo in uscita poteva bloccare. Era l'unica occasione per i padroni di casa, per altro dominati dal Torino che andava in gol al 25': Patrizio Sala serviva al centro un pallone per Bonesso. Il centravanti scattava seguito da Menichini, che nel tentativo di controllare la situazione scoccava indietro, sorprendendo il proprio portiere in uscita. Sarebbe stato il momento di insistere, perchè i padroni di casa apparivano in difficoltà. Ma i granata si accontentavano del piccolo trotto permettendo al Catanzaro di prendere coraggio. Mazzone tentava di scuotere i suoi togliendo Menichini, forse sconcertato per l'autogol, e sostituendolo con Nicolini. La partita prendeva un altro ritmo ma la sfortuna dei granata si concretizzava con un infortunio a Salvadori, che era stato uno dei migliori. Il mediano doveva abbandonare al 48' dopo un scontro con Nicolini. Entrava Onofri e la difesa perdeva ordine e potenza. Onofri non è un incontrista. Già lo si sapeva. E le difficoltà aumentavano a vista d'occhio. Al 63' veniva il pareggio: gli attacchi calabresi erano ormai fitti ed insistenti e su azione di calcio d'angolo battuto da Palanca Michesi indirizzava a rete. Mozzini toccava e Terraneo era battuto. Il Torino non aveva la forza di reagire. Erano sfiatati i centrocampisti, Claudio Sala palesava una forma piuttosto sommaria, anche Pecci aveva perso la freschezza e la intraprendenza che avevano distinto la sua prestazione all'inizio della gara. Era un Torino "cotto" o "quasi cotto". E il Catanzaro imperversava. Al 73' nuovo gol. Il dialogo era rapidissimo: Orazi a Palanca che lanciava nuovamente Orazi. Rapido Orazi calciava a rete. Forse c'è stata una deviazione impercettibile di Danova. Ma Terraneo era già battuto: 2 a 1. Al Catanzaro bastava, mentre il Torino non aveva la forza di tentare la rimonta. Il finale era monotono e noioso. Così il Torino chiudeva il suo campionato con una sconfitta. Non parliamo di colpe, ma qualcosa deve essere rivisto in questa squadra. Le assenze di Graziani e di Pulici sono assenze gravi, e lo sarebbero per qualsiasi formazione, ma nell'esame anche se brevissimo del Torino visto a Catanzaro qualcosa è affiorato indipendentemente dagli assenti. In difesa c'è molta approssimazione, e alcuni centrocampisti sono stanchi e senza idee, non si possono concedere tanti spazi agli avversari, e non ci si devono permettere troppi momenti di attesa. E' la fine del torneo e una stagione così sfortunata può aver lasciato traccia. Ma qualcosa di più e di meglio c'era da attendersi da questo Torino, anche se privo di uomini importanti. Giocando così basta un modesto Catanzaro a prevedere triste l'ultima giornata di campionato. |
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