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Comunale
07/10/1979
h.15.00
TORINO - FIORENTINA 1-1 (1-0)
Torino
: Terraneo, Mandorlini, Vullo, Sala P., Danova, Masi, Sala C., Pileggi, Graziani, Greco, Pulici (all'85' Mariani). A disposizione: Copparoni, Paganelli. All.: Radice.
Fiorentina: Galli, Ferroni, Tendi, Galbiati, Zagano, Sacchetti, Orlandini, Bruni, Pagliari, Antognoni, Di Gennaro (all'80' Ricciarelli). A disposizione: Pellicanò, Marchi. All.: Carosi.
Arbitro: Longhi di Roma.
Reti: Aut.Zagano 40' (T), Galbiati 84' (F).
Spettatori: 28.674 di cui 11.516 abbonati (dato provvisorio, la campagna abbonamenti non è ancora conclusa) e 17.158 paganti.
Note: Ammoniti Galbiati per comportamento non regolamentare, e Di Gennaro per un fallaccio su Pileggi. Espulsi Greco e Sacchetti al 38' per reciproche scorrettezze. Giornata fresca, cielo leggermente coperto, terreno in ottime condizioni. Esordio in serie A per Marco Masi, classe '61, nella scorsa stagione 19 presenze nel Genoa in serie B.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 8ottobre 1979]
Il Torino paga con un punto l'ingiusta ed affaticante eliminazione subita in Coppa Uefa da parte dello Stoccarda. Mercoledì scorso i granata hanno sostenuto una maratona calcistica durata centoventi minuti. Le conseguenze ieri sono state fatali. Non sul piano mentale, poiché grande è la loro forza d'animo e smisurato l'orgoglio, ma sul piano squisitamente fisico ed atletico poiché i limiti umani sono precisabili. La Fiorentina, infarcita di ''sottoventuno'' interessanti e certamente più riposati del coetanei granata, esce dal Comunale con un insperato ma meritato pareggio. La squadra di Carosi non chiede di più al match e come programmato alla vigilia, imposta un gioco intelligente e zelante. La strategia è semplice: inaridire alla fonte il gioco dell'avversario. Disponendo di una sola punta non può fare altro che corroborare il settore di centrocampo, lasciando al solo Pagliari il compito di infastidire la difesa del Torino, che fa perno su Danova e sul debuttante Masi. Ma torniamo ai problemi del Torino. Per analizzare la sua prestazione, occorre andare a monte: bisogna partire dalle cause per risalire, con una certa attendibilità, agli effetti. Privo di Carrera. Zaccarelli, Volpati, Pecci e Salvadori cioè di cinque titolari importanti nell'economia del gioco e nella disposizione tattica, affronta i giovani ragazzi di Carosi con buon piglio a centrocampo. Il mestiere può più delle gambe, visibilmente logorate dal supplemento di coppa del mercoledì. Il Torino fa leva, secondo antico costume, sulla efficacia offensiva di Pulici e di Graziani. Nella zona nevralgica si affida al tenace e robusto Mandorlini per ridurre al minimo le Invenzioni di Antognoni. Patrizio Sala, Claudio Sala, Pileggi e Greco cuciono gli schemi. Greco si stabilisce però in una zona troppo arretrata del campo, forse per dare supporto al giovane Masi, nuovo alla serie A. E', questo, il settore che deve risolvere la partita. La Fiorentina non affonda i colpi, poiché ha una sola punta atipica (il fastidiosissimo Pagliari), ma cerca la zona per effettuare il tiro attraverso scambi ravvicinati e veloci. Danova, Vullo e Masi non corrono rischi. Ma è storia del primo tempo. Ed è nel primo tempo che la diligente scelta tattica del Torino porta i suoi frutti. Segna su autorete di Zagano e trae i migliori vantaggi da una situazione generale che sembrava dovesse invece essergli avversa. A questo punto basta contenere il fraseggio fiorentino, e cercare l'alleggerimento con le folgorazioni di Claudio Sala, con il lavoro oscuro di Pileggi e di Patrizio Sala, con la condizione di forma di Graziani, che vanifica ogni possibilità di marcamento da parte dell'avversario. Ma ad un certo punto, poco prima che il Torino passi in vantaggio, Greco si fa espellere insieme con Sacchetti, rei di reciproche scorrettezze. L'espulsione congiunta non muta gli equilibri numerici, ma accresce gli spazi, che diverranno - con il trascorrere del tempo - sempre più ampi ed insostenibili per gli stanchi uomini di Radice. Ancora per venti minuti resistono Claudio Sala e compagnia. Ancora per venti minuti il gran correre e rincorrere di Graziani impone alla Fiorentina un atteggiamento meno spregiudicato. Dopodiché, la Iogica del calcio emerge con tutto il suo cinismo: i centoventi minuti giocati contro lo Stoccarda rendono vano ogni sacrificio dei granata, i quali sono come annebbiati, incapaci di dare corpo ad un'idea. Hanno dieci, cento, mille attenuanti. Ma questa è, purtroppo, la realtà. Radice, a nostro avviso, doveva forse operare il "cambio" che ha a disposizione, mandando in campo Paganelli (o Mariani: su questo dettaglio il trainer granata sa come regolarsi) in modo da concedere opportuni e meritatissimi sollievi a quegli uomini messi alla frusta dai sempre più vivi e spavaldi viola. Pulici è l'uomo momentaneamente da sostituire. E' ancora in fase di rodaggio e non è lecito chiedergli di più, sia in appoggio a Graziani, sia a sostegno del reparti arretrati. Radice fa scaldare Mariani, ma temporeggia oltre ogni aspettativa. E la Fiorentina pareggia con Galbiati, su azione ''corta'' e combinata a due. Lo stadio sprofonda nel silenzio. Ma una slmile doccia fredda 11 pubblico forse se l'aspettava già da un quarto d'ora. Ecco perché insistiamo su quella mancata sostituzione. Non si può esigere altro da nove uomini (più Masi) che hanno lottato aspramente per due ore appena tre giorni prima. E i giovani si sono comportati bene allineandosi al vecchi, da Mandorlini che ha retto bene il confronto con l'evanescente Antognoni, a Masi, quarto libero della stagione granata.