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Olimpico di Roma
14/10/1979
h.15.00
ROMA - TORINO 1-1 (1-1)
Roma
: Conti P., Peccenini, De Nadai, Benetti, Turone, Santarin, Conti B., Di Bartolomei, Pruzzo, Ancelotti, Ugolotti. A disposizione: Tancredi, Spinosi, Scarnecchia. All.: Liedholm.
Torino: Terraneo, Volpati, Vullo, Mandorlini, Danova, Salvadori, Sala C., Sala P., Graziani, Pecci (all'80' Paganelli), Pulici. A disposizione: Copparoni, Mariani. All.: Ferretti.
Arbitro: Casarin di Milano.
Reti: Conti B. 39' (R), Sala C. 41' (T).
Spettatori: 49.476 di cui 28.176 paganti e 21.300 abbonati.
Note: Ammoniti Ugolotti per proteste e Ancelotti per gioco scorretto. Espulso all'86' Turone per doppia ammonizione. Sorteggio antidoping per P.Conti, Turone, Pruzzo, Danova, Salvadori e Paganelli. Giornata calda, cielo coperto, terreno in buone condizioni. In panchina granata Mirko Ferretti sostituisce Radice assente per motivi di salute.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 15 ottobre 1979]
E' stata una partita non bella, anzi piuttosto brutta, che si è conclusa con un giusto pareggio con molti rimpianti, perché, se l'1 a 1 può accontentare lutti sul piano del merito, in sostanza non ha accontentato nessuno per il gioco, snaturato da una tattica di assurda rinuncia. Che la Roma avesse paura del Torino era nell'ordine logico delle cose. Il Torino aveva conseguito risultati importanti, per nulla offuscati dall'inopinato pareggio con la Fiorentina. Per di più i giallorossi erano scossi da due consecutive sconfitte: partiti sparati per grandi traguardi, erano stati bloccati da un Bologna inatteso e da un Napoli sorprendente. Comprensibile quindi i timori di Liedholm. specialmente se si ricordano le critiche alla zona difensiva, da molti considerata la causa determinante dei tanti gol incassati. Il tecnico svedese pertanto aveva preparato una squadra più prudente. Non ripudiava la zona, ma chiedeva ai suoi maggior attenzione e specialmente una superiore chiusura in fase di difesa, Liedholm rinunciava a Maggiora per scegliere, come controllore di Claudio Sala. De Nadai, giudicato più abile nel gioco aereo. Era in sostanza una Roma che arretrava le mezze ali, che chiedeva a Benetti a Di Bartolomei, a Ancelotti e a Bruno Conti più gioco di copertura che di appoggio. Tutto previsto. La sorpresa vera veniva dal Torino, ed era una sorpresa sconcertante. Ricordando il Torino di Avellino, c'era da rimanere stupiti per la strana impostazione tattica: Pecci stazionava praticamente sulla linea dei mediani. Patrizio Sala che non può essere considerato un giocatore di manovra, ma un mediano di rottura era più difensore che attaccante. Mandorlini tentava qualche allungo con la freschezza dei suoi verdi anni, ma anche con la fragilità di una esperienza, di cui non può certo essere considerato colpevole. Se pensiamo che anche Claudio Sala stava in zona arretrata - più volte lo abbiamo visto ed ammirato in stupende azioni davanti a Terraneo - si ha l'impressione di un Torino diverso. Non diciamo meno bello, certo snaturato nel suo istinto perché una squadra che ha due punte del valore di Graziani e di Pulici (anche se ancora in difficoltà) e non le adopera commette un errore che non trova giustificazione. A meno che si pensi ad un Torino impegnato in un ricupero di uomini per le prove che verranno. Rientravano Volpati. Salvadori e Pecci. I due difensori sono apparsi in netta ripresa. Salvadori non ha commesso un solo errore. Meno bene Pecci, in evidente ritardo di preparazione. Prima della fine è uscito lasciando il posto a Paganelli, ma a quel momento la partita non aveva più storia. Sui meriti del Torino al pareggio nessuno può sollevare dubbi; spiace però dover criticare una rinuncia preconcetta. Al punto che viene da chiedersi se il Torino abbia guadagnato un punto o invece non lo abbia perso. Rispettare la media inglese del ''nullo''in trasferta è sempre una decisione saggia, ma la impressione di Roma è che il Torino abbia sbagliato. Sarebbe bastato insistere all'attacco per vincere. Il grande caldo e i leggeri infortuni lamentati da Claudio Sala e da Graziani durante la gara giustificano soltanto in parte la tattica adottata. Il confronto tecnico fra le due squadre è nettamente a favore dei granata, e l'equilibrio del gioco forse è soltanto dovuto a fattori che sfuggono ad un'indagine obiettiva. Impiegare Pulici come unica punta con Graziani di appoggio forse è stato un errore, come prematuro è stato il ricupero di Pecci. Cosi pur dimostrandosi più forte, il Torino ha dovuto accontentarsi di un pareggio, rischiando addirittura di perdere perché soltanto una grande parata di Terraneo su tiro di Ugolotti ha evitato la sconfitta. Si obietterà che anche a Pulici si è presentata l'occasione del colpo da k.o. ma l'errore di Pulici non annulla l'impressione che un Torino meno timoroso avrebbe vinto.