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Comunale |
21/10/1979 |
h.15.00 |
TORINO - JUVENTUS 1-2 (1-1) Torino: Terraneo, Volpati, Vullo (al 74' Greco), Mandorlini, Danova, Salvadori, Sala C., Sala P., Graziani, Pecci, Pulici. A disposizione: Copparoni, Paganelli. All.: Radice. Juventus: Zoff, Cuccureddu, Cabrini, Furino, Brio, Scirea, Fanna (al 18' Gentile), Tardelli, Bettega, Verza, Virdis. A disposizione: Bodini, Marocchino. All.: Trapattoni. Arbitro: Bergamo di Livorno. Reti: Graziani 30' (T), Bettega 34' (J), Tardelli 68' (J). Spettatori: 55.505, di cui 43.939 paganti e 11.566 abbonati per un incasso di 176.567.400 lire (quota abbonati 63.223.000 £). Note: Giornata di sole, terreno in perfette condizioni. Gravissimi incidenti a partire dalle prime ore del mattino tra tifosi granata e juventini prima e dopo la partita. Ammoniti Brio, Furino, Gentile, P.Sala e C.Sala tutti per proteste. Cronaca [Tratto da La Stampa del 22 ottobre 1979] La Juventus ha vinto un derby all'antica, anche se privo dei furori agonistici e degli slanci di un tempo. All'antica, ma con posizioni rovesciate: il Torino nella parte della Juventus per anni scesa in campo con il ruolo di favorita, la Juventus nei panni dell'outsider che a lungo hanno indossato i granata. Ed allora il Torino-favorito che si crea i problemi da solo, che riesce ad ingigantire il già ottimo Tardelli dedicandogli il suo giocatore più vivo (Mandorlini). Ma sacrificando anche Pecci e Patrizio Sala soli a fare gioco attivo a centrocampo, rinunciando a Greco con la conseguenza di isolare il pur splendido Graziani, già orfano visto che il gemello Pulici sta faticosamente lottando per tornare lui dopo la lunga assenza. E la Juve-outsider che fa appello alla vecchia guardia (anche Verza e Fanna ne sono parte) a costo di sconfessare pubblicamente la campagna acquisti, che arrischia uno Scirea con stampelle, che appena si fa male un attaccante (Fanna, dopo diciannove minuti) manda in campo Gentile, a conferma che la paura di vincere di Radice fa pari con quella di perdere di Trapattoni. Prendeva corpo cosi il derby da pareggio giustamente temuto alla vigilia: grandi manfrine di tackles e di marcature a centrocampo, primo tiro in porta serio scagliato da Volpati dopo mezz'ora di gioco, cosa tanto rara da cogliere del tutto impreparato Dino Zoff costretto ad una estemporanea respinta al volo di (piede) destro. Proprio sulla inusitata replica di Zoff il Torino andava in vantaggio con Graziani, la cui scelta di tempo nello stacco di testa gabbava Scirea (Brio dov'era?), e la cui precisione nella deviazione metteva fuori causa il portiere bianconero. Era persin troppo per i meriti di un Torino ben poco propenso ad attaccare in forze, ed allora Salvadori sbucciando il cross di Cuccureddu e Terraneo non trattenendo il tocco neppure forte di Bettega riportavano in parità il match, che Tardelli strappava dall'uno a uno gradito a tutti sfruttando con esemplare freddezza nel secondo tempo un assist involontario dell'evanescente Virdis. Colpito casualmente da uno sciagurato rinvio basso di Danova. Questo il succo di un derby che consente alla Juventus di compiere un importante passo avanti in classifica, ma che ha lasciato le due squadre al punto di prima, in quanto a problemi di gioco ed a incertezze psicologiche. La Juventus non può attendersi in futuro altri avversari cosi disposti al regalo in difesa, e neppure potrà ripetere con facilità la feroce concentrazione (almeno quella) di una sfida cittadina, come non potrà giocare normalmente, con Brio. Cabrini, Cuccureddu e Gentile tutti insieme. Il rientro di Causio. Domenica prossima, darà alla formazione un assetto coerente: Trapattoni dovrà arrivarci cogliendo il meglio del derby, e cercando di convincere tutti che ogni partita va affrontata allo stesso modo. E cominciano a preoccupare i bianconeri le difficoltà di Brio, anche se dì Graziani non ce ne sono molti in campionato. Un Graziani che il Torino ha chiaramente sciupato con la sua timorosa disposizione tattica, quando avrebbe dovuto appoggiarne al massimo la forza d'urto. Alle prese con uno stopper che deve ancora fare esperienza per sfruttare gli indubbi mezzi (non solo atletici) e con un libero al cinquanta per cento dell'efficienza fisica, il centravanti granata ha ricevuto quasi esclusivamente dal solito Claudio Sala (magari più lento di un tempo, ma sempre giocatore che l'avversario "sente" in campo) gli aiuti dovuti. Si è notato spesso come l'azione offensiva dei granata fosse blandamente accompagnata dal centrocampo: sulle respinte della difesa i bianconeri potevano comodamente iniziare la replica Mandorlini su Tardelli ha giocato con buoni risultati ma sempre e solo in fase di interdizione dell'avversario, quando a centrocampo il gioco è quello del botta e risposta. La spinta è mancata perché Radice ha impostato la gara in un certo modo, ed ora è sin troppo semplicistico (anche se cronisticamente esatto) parlare di partita persa per errori del portiere e dello stopper. A parte Greco, che non ha neppure potuto entrare nel clima della gara, quando il Torino una volta in svantaggio ha attaccato come sa e può. La Juventus si è trovata nei guai. Si è visto persino Pulici nell'arrembaggio finaie (tre palle-gol granata nello spazio di otto minuti, dall'82' al 90') e solo la bravura di San Dino ha impedito il pareggio. Che sarebbe stato il risultato giusto, anche se la vittoria bianconera può servire ad entrambe. Alla Juve, se impara a svegliarsi anche senza vedere granata, al Torino se capisce quanto vale e non snatura le sue caratteristiche per calcoli che nel calcio non si debbono mai fare. |
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