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Comunale |
21/11/1979 |
h.17.00 |
TORINO - LAZIO 0-0 Torino: Terraneo, Volpati, Vullo, Sala P., Danova, Masi, Sala C. (al 60' Mandorlini), Pecci, Graziani, Greco, Pulici (al 60' Mariani). A disposizione: Copparoni, Sclosa, Paganelli. All.: Radice. Lazio: Cacciatori, Tassotti, Citterio, Wilson, Manfredonia, Zucchini, D'Amico, Montesi, Giordano, Nicoli, Viola. A disposizione: Avegliano, Pighin, Manzoni, Labonia. All.: Lovati. Arbitro: Casarin di Milano. Reti: - Spettatori: 12 mila circa di cui 9.134 paganti per un incasso di 28.789.100 lire. Note: Sole, temperatura fresca, terreno buono. Angoli 6-2 per la Lazio. Ammonito Viola per proteste. Contestato pesantemente il tecnico Radice nel momento in cui è stato sostituito Pulici. Nell'occasione è stato addirittura rimosso lo striscione dei Leoni della Maratona. Cronaca [Tratto da La Stampa del 22 novembre 1979] Coppa Italia amara come il campionato per il Torino: nessun gol, pochissimo gioco valido e aperta contestazione dei tifosi contro una Lazio votata alla difesa serrata ed al contropiede, che nelle veloci repliche ha trovato spazi comodi fra le larghe maglie della difesa di Radice, colpendo un palo con Fernando Viola, impegnando a fondo Terraneo. Una giornata negativa per il Torino, non solo per lo zero a zero che rende difficile la gara di ritorno dei ''quarti'', il 16 gennaio. Al 17' del secondo tempo, nel tentativo di dare almeno un po' di vivacità al gioco sino allora monotono, Gigi Radice ha sostituito Pulici e Claudio Sala con i giovani Mariani e Mandorlini. Due ''bandiere'' ammainate fra lo stupore e le urla dei fans della curva Maratona, troppo impegnati nel sostenere la squadra per accorgersi delle indicazioni del campo. In realtà, Pulici ha purtroppo confermato di non riuscire a ritrovare una condizione accettabile: che il giocatore non abbia Colpe per il suo lungo periodo fuori squadra e per la tribolata convalescenza è un altro discorso. E Claudio Sala, che pure era parso vivo all'avvio del match, si era progressivamente spento sino a perdere palloni non difficili da controllare e farsi bloccare in ogni tackle. Quella di Radice è stata una decisione dolorosa, crediamo, dettata dalla disperazione. Mariani e Mandorlini infatti non potevano essere il toccasana, a meno di mezz'ora dalla fine, i granata con loro hanno rischiato persino di più, ma a quel punto della partita la scelta del tecnico va compresa e approvata. Qualcosa doveva pur tentare, sostituendo i giocatori più spenti fisicamente. Là partita era subito brutta per il Torino, a causa della, scelta tattica della Lazio che ha sottolineato lo scarso peso in attacco del Torino bloccando Graziani con la guardia di un magnifico Manfredonia spalleggiato da Wilson, dominando nel gioco aereo non solo con lo stopper ma anche con i lunghi Tassotti e Citterio. I laziali, pur badando soprattutto a difendersi, uscivano bene a centrocampo con Montesi e Nicoli, con il lucido Viola; i lanci di D'Amico per Giordano erano costanti pericoli per la difesa granata, risucchiata in avanti dalla quasi costante, anche se sterile, offensiva. Danova e Masi sbagliavano poco, ma in qualche fase erano presi in velocità; soffrivano moltissimo Vullo e Volpati, obbligati a continue rincorse. In tutto il primo tempo, il Torino non riusciva a creare una palla-gol pur premendo a lungo. Manovra troppo accentrata, nessun cross dal fondo. Pecci che si impegnava molto ma sbagliava anche molto (con la collaborazione dei compagni, mai smarcati). La Lazio si accontentava, aumentando però la frequenza delle sortite nella ripresa. Al! 7' Giordano saltava Danova in velocità e Masi in dribbling per calciare sul fondo, quindi era fermato sul filo del fuorigioco (proteste di Viola, ammonito). Radice sostituiva Pulici e Claudio Sala, ma era sempre la Lazio in contropiede ad avere buon gioco: al 21' scattava sulla sinistra Citterio, toccava al centro per il liberissimo Viola il quale, con calma, prendeva la mira e.. mandava la palla contro il montante alla destra dell'ormai battuto Terraneo. Con Greco più avanzato, il Torino riusciva finalmente a creare almeno un po' di panico nella difesa laziale, come al 27' quando il leccese evitava con stile un ''sandwich'' al limite dell'area, dentro la quale era poi fronteggiato e ostacolato da Nicoli. Il penalty, che ci poteva stare, sarebbe stato un premio immeritato per il Torino, ma era ugualmente clamorosa la decisione del pessimo (ieri) Casarin. L'arbitro concedeva una punizione dal limite quando la limpidezza dell'azione di Greco non si prestava a dubbi: o non era successo nulla, oppure era rigore. I granata non avevano quasi la forza di protestare. Greco era ancora pericoloso in due occasioni, bello un suo tiro al volo trasversale di poco sul fondo. Ma la Lazio in risposta, era ancora temibile. Vullo doveva atterrare D'Amico. Terraneo era costretto ad una difficile deviazione su puntata di Giordano, era bravo a non lasciarsi sorprendere da un pallonetto di Viola. Poi la fine di una gara in cui il Torino ha toccato il fondo: impegno costante ma cieco, manovre prevedibili, mai realmente pericolose. Una conferma di impotenza offensiva che preoccupa: mancano gli spunti di Pulici, i cross di Claudio Sala. Evidente la tensione generale. La crisi di fiducia è un tarlo pericoloso. La trasferta ad Udine sarà dura (ma forse, adesso, per i granata è meglio giocare fuori casa). |
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