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Friuli
25/11/1979
h.14.30
UDINESE - TORINO 0-1 (0-1)
Udinese
: Galli, Osti (al 76' Bressani), Fanesi,Leonarduzzi, Fallet, Catellani, Vagheggi, Pin, Vriz, Del Neri, Ulivieri. A disposizione: Della Corna, Sgarbossa. All.: Orrico.
Torino: Terraneo, Volpati, Vullo, Mandorlini, Danova, Masi, Sala C., Sala P., Graziani, Pecci, Pulici (all'86' Greco). A disposizione: Copparoni, Mariani. All.: Radice.
Arbitro: Lo Bello di Siracusa.
Reti: Sala C. 45'.
Spettatori: 30.586 di cui 24.481 paganti e 6.105 abbonati.
Note: Giornata fredda, terreno in buone condizioni. Ammonito P.Sala per proteste, Ulivieri, Vullo e Pecci per gioco pericoloso. Sorteggio antidoping per Galli, Vriz, Del Neri, Masi, P.Sala e Pulici.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 22 novembre 1979]
Dopo tutte le critiche, i mugugni, i silenzi significativi che si sono consumati durante la settimana, Claudio Sala è tornato alla ribalta, in maniera decisiva, regalando al Torino uno di quei tiri su punizione "a foglia morta" per i quali andava giustamente famoso. Con quel tiro di antica classe Sala ha dato al Torino la vittoria sul campo dell'Udinese, imbattuto fin dai, tempi della sere C (l'ultima sconfitta era avvenuta col Mantova nel maggio del '77 per 3-1). Se si aggiunge che il calcio di punizione è stato propiziato e fortemente voluto da Pulici (il quale è andato addirittura a cercarselo nella morsa di due avversari, tanto che il pubblico ha accusato l'arbitro Lo Bello di avere abboccato alla scena come una trota), si può parlare di una grossa rivincita dei due giocatori. Sala e Pulici hanno dimostrato nuovamente la loro intatta vitalità. Dopo Perugia. Il Torino merita adesso il titolo di stronca-miti, non c'è imbattibilità che gli resista. Una bella cosa per una squadra che sembrava smarrita e che appariva Irriconoscibile addirittura a se stessa. Naturalmente, i problemi non sono tutti spariti d'incanto. Il Torino ha vinto, dopo aver rischiato nella prima parte della gara, ha segnato il suo gol su calcio piazzato (azione, quindi, nella quale non si può certo scomodare la fluidità della manovra), ma i suoi meriti vanno ben oltre e contano certo di più dei due punti conquistati. I granata hanno saputo imporre la partita con uno' spirito che da tempo avevano dimenticato, quando concedevano sempre l'iniziativa all'avversario, perdevano i contrasti, giocavano insomma con nervosismo e apprensione. Tutto questo è stato cancellato, fors'anche perché si giocava lontano dal Comunale di Torino, senza l'assillo di dover attaccare ed incantare a tutti i costi. Con calma, diremmo quasi sornionamente, il Torino ha preso le misure dell'avversario (che non era poi trascendentale come il suo passato illustre d'imbattibilità casalinga faceva ipotizzare) e si è regolato di conseguenza. L'ha aspettato, lasciando che si sfogasse, ma aspettare in questo caso non ha il minimo significato passivo: prova ne sia che il Torino nel primo tempo, quando l'Udinese è stata maggiormente viva e pericolosa, è riuscito a procurarsi due palle-gol con Mandorlini e Patrizio Sala. Cose che. Nelle ultime partite casalinghe, proprio non si erano viste. Con Pulici in netta ripresa, con Claudio Sala puntuale nell'interdizione fino ai limiti della rabbia e lucidissimo quando si è trattato di impostare l'azione offensiva, il Torino ha potuto permettersi di far tirare il fiato al suoi difensori. Questi se la sono comunque sempre cavata con sufficiente disinvoltura e senza affanni, anche perché gli attaccanti dell'Udinese avevano le idee abbastanza appannate, seppure fossero molto desiderosi di concludere. In apertura di gioco, spinti dall'incitamento del pubblico, i friulani sono riusciti a combinare qualcosa di positivo e hanno colpito anche una traversa con Vagheggi. E' stato probabilmente il momento decisivo della partita: se l'Udinese fosse andata In vantaggio, qualsiasi reazione da parte dei granata sarebbe stata possibile, anche sul piano maggiormente negativo, e i problemi sarebbero immediatamente riaffiorati. Ma questo non è avvenuto, e il Torino si è ripreso e si è arrivati quindi alla conclusione di Claudio Sala. Insomma: un avversario che è risultato nettamente inferiore a quanto era lecito prevedere e un Torino uscito dall'ombra, con autorità e decisione. Probabilmente, il calcio è anche e soprattutto una questione di convinzione: gli uomini del Torino erano gli stessi, eppure apparivano irriconoscibili rispetto alle ultime prestazioni al Comunale. Segno che la costanza era ed è sempre valida, ma che tardava a venir fuori. C'è stato, addirittura, qualche lieve accenno di pressing : non si avverte ancora in misura adeguata e neppure determinante, ma fa bene sperare per il futuro. Il male dei granata, che era sufficientemente oscuro a tutti, è sembrato sparire quasi totalmente, anche se la squadra di Gigi Radice dovrà ancora fare del notevoli progressi sul piano della manovra. Ma quella paura, quell'affanno, quelle indecisioni corali non si sono avvertiti ed è questo il maggior beneficio che il Torino porta a casa con questa vittoria, che si potrebbe addirittura definire scacciacrisi, se di crisi si fosse parlato apertamente nel giorni scorsi. Tutti si sono battuti al limite delle loro possibilità, sacrificandosi a vantaggio della squadra. Da quelli che hanno i piedi buoni come Claudio Sala agli altri che hanno nella combattività la loro arma migliore. La squadra, insomma, ha dato ragione al suo allenatore: ha dei buoni mezzi, deve soltanto togliersi di dosso la paura che il mondo le caschi addosso all'improvviso. Come a Perugia, ha vinto grazie alla calma e stavolta è stata anche aiutata dalla sorte Ma, tutto sommato, la sua vittoria non può far gridare allo scandalo: ha raccolto parecchio senza essersi scatenata a seminare, ma non bisogna dimenticare che in trasferta questa è la tattica giusta. Lasciare che il nemico si sfoghi a cercare di punirlo in un secondo tempo. Al Torino è riuscito il tutto benissimo, senza che fosse neppure necessario uno sforzo eccessivo. Nonostante la pressione dell'Udinese, infatti, i granata non hanno corso grossi rischi. Segno che la difesa del Torino ha saputo opporsi con attenzione e intelligenza, il centrocampo ha messo in piedi un filtro più che valido e gli attaccanti hanno potuto movimentare le loro azioni come da parecchio non accadeva, anche se sono arrivati al gol soltanto su calcio di punizione. Per concludere, un Torino che si trova molto bene in trasferta. Adesso non gli resta che adattare, o inventare, il modulo anche per il Comunale.