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Comunale |
16/12/1979 |
h.14.30 |
TORINO - PESCARA 2-0 (0-0) Torino: Terraneo, Volpati, Mandorlini, Sala P., Danova, Masi, Sala C., Pecci (all'82' Paganelli), Graziani, Zaccarelli, Mariani. A disposizione: Copparoni, Sclosa. All.: Radice. Pescara: Piotti (al 54' Piagnerelli), Chinellato, Prestanti, Negrisolo, Pellegrini, Ghedin, Repetto, Boni, Silva, Cerilli, Cerquetti. A disposizione: Lombardo, Di Michele. All.: Giagnoni. Arbitro: Prati di Parma. Reti: Graziani 72', Mariani 81'. Spettatori: 17.753 di cui 11.583 abbonati e 6.170 paganti per un incasso di 18.606.800 £ più 63.363.137 della quota abbonamenti. Note: Ammoniti Boni e Danova. Maratona desolatamente scarna di striscioni e colori e silenziosa per tutto il primo tempo. Cronaca [Tratto da La Stampa del 17 dicembre 1979] L'incubo è durato settantadue minuti, poi il Torino ha sbloccato il risultato con Graziani e l'ha poi messo al sicuro con Mariani, cancellando il ''complesso casalingo'' che frustrava i granata da quasi tre mesi. La vittoria ha anche neutralizzato la contestazione che i tifosi, di fronte alla mediocre esibizione del Torino, avevano già inscenato: nella curva Maratona erano scomparsi gli striscioni e al 24' qualcuno, in segno di protesta, aveva già abbandonato Io stadio. Dai distinti un gruppo di spettatori intonava ''slogan'' contro Radice e nostalgici riferimenti a Giagnoni. Insomma, c'erano le premesse per un burrascoso dopo-gara e per un triste Natale. Il Torino era vittima delle proprie paure. L'incompletezza della formazione (priva di Pulici, Salvadori, Vullo, Greco, nonché di Carrera e di Pileggi) non giustificava lo squallido spettacolo che la squadra stava fornendo, incapace di esprimere una manovra lineare e decente, di abbozzare il benché minimo ''pressing''. Il nervosismo e la sfiducia complicavano anche le giocate più elementari ed il Pescara, che aveva tutto da guadagnare, cercava di approfittarne ma gli sforzi di Boni, tra i più attivi, e di Cerilli non trovavano negli attaccanti la giusta collaborazione. C'era da mettersi le mani nei capelli a vedere certi errori che il pubblico sottolineava con risate di scherno, tipico atteggiamento di chi volta le spalle ad una squadra che l'ha tradito. In tutto l'arco del primo tempo il Torino aveva costruito una sola palla-gol (4') con Zaccarelli, ma l'ex granata Pinotti, autore di sicure parate, era riuscito ad intercettarla. Per il resto una gran noia e tanto ''non gioco''. Il Torino aveva idee annebbiate. Danova e Volpati si battevano frenando le incursioni in contropiede di Silva e Cinquetti, e rimediando a qualche sbavatura di Masi e Mandorlini, ma il centrocampo arrancava costruendo poco e sbagliando molto, anche se Patrizio Sala e Zaccarelli cercavano di imbastire qualche azione. Claudio Sala, pur apparendo in leggero progresso, non dispone in questo momento del dribbling irresistibile di un tempo e la sua cifra di assist per le punte era modesta. Rari e poco puliti i palloni giocabili per Graziani, sempre tallonato da Prestanti e, in seconda battuta, da Pellegrini. Un po' spaesato il giovanissimo Mariani, ma con l'attenuante di essere stato utilizzato pochissimo in questo scorcio di stagione e di non avere, di conseguenza, un'intesa perfetta con Graziani e con gli altri compagni. Era anche impreciso nelle conclusioni. Mandorlini aveva qualche problema a frenare Repetto ma si lanciava, spesso a vuoto perché mal servito, in avventurose incursioni offensive. Pecci balbettava un calcio privo di fantasia, portando palla: ma aveva il grosso merito di sventare sulla linea un'incornata di Silva, con Terraneo battuto (58'). Si era ancora sullo 0-0 e, se il Pescara si fosse portato in vantaggio, la situazione sarebbe precipitata per il Torino. Viceversa, lo scampato pericolo e il boato che sottolineava la rete di Di Bartolomei all'Inter, stimolava il Torino che, nell'ultima mezz'ora, macinava attacchi su attacchi, sfiorando il gol con Mariani, Mandorlini e Graziani e centrando finalmente il bersaglio con un colpo di "rapina" di Graziani. Sempre lui: aveva firmato il punto dell'ultima vittoria casalinga con l'Ascoli (23 settembre) e suo era stato l'ultimo gol al Comunale - divenuto poi terra di.. Conquista - nel derby. Lo scarso pubblico dimenticava la contestazione e incitava i granata che assumevano con autorità le redini della partita imponendo una superiorità tecnico-tattica sul modesto Pescara, ultimo in classifica. Prima irriconoscibili, ora più convinti, legittimavano il risultato con altre occasioni, con un fallo da rigore commesso da Negrisolo ai danni di Patrizio Sala ignorato dall'arbitro e, soprattutto, con il bel gol di Mariani, il primo in serie A. Quando il colpo di testa di Mariani, il ''gemellino'' di Graziani del quale è conterraneo, ha gonfiato la rete difesa da Piagnerelli (subentrato all'imbattuto Pinotti, vittima di uno stiramento al 55') qualcuno ha gridato: ''Ecco il nuovo Pulici''. Mariani è sicuramente un elemento di valore che, in futuro, potrà diventare l'erede dì Pulici ma deve acquisire esperienza e personalità. Se Pulici tornerà in efficienza fisica, resta il titolare. E per ora restano anche i problemi a Radice. Quello di ieri è ancora lontano dal miglior Torino ma il successo riporta un po' di serenità in tutto l'ambiente e rilancia la squadra, anche psicologicamente, nell'area-scudetto. La sconfitta dell'Inter ha fatto ridurre a quattro punti il ritardo dalla capolista dei granata che hanno scavalcato la Juventus. Questo Torino non fa più sognare, ma considerare già chiuso il campionato, sarebbe un grosso errore: può ancora riprendersi e, recuperando alcuni titolari, disputare in bellezza il girone di ritorno. |
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