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Del Duca |
20/01/1980 |
h.14.30 |
ASCOLI - TORINO 1-0 (0-0) Ascoli: Pulici F., Anzivino, Boldini, Bellotto, Gasparini, Perico, Trevisanello (al 78' Pircher), Moro, Anastasi, Scanziani, Torrisi. A disposizione: Muraro, Paolucci. All.: Fabbri. Torino: Terraneo, Volpati (al 71' Mandorlini), Vullo, Sala P., Danova, Zaccarelli, Sala C., Pecci, Graziani, Sclosa, Pulici. A disposizione: Copparoni, Pileggi. All.: Radice. Arbitro: Terpin di Trieste. Reti: Torrisi 84'. Spettatori: 16.916 di cui 8.866 paganti e 8.050 abbonati. Note: Cielo coperto, temperatura accettabile, terreno pesante e leggermente scivoloso. Ammonito Pecci per gioco scorretto. Cronaca [Tratto da La Stampa del 21 gennaio 1980] L'Ascoli comincia subito, dimostrando di avere intenzione di spingere a fondo, mentre il Torino osserva come abbagliato, senza la minima capacita di reagire. Per fortuna sua, l'iniziativa dell'avversario non diventa preoccupante che al 21' quando si crea una grossa mischia in area granata. Nella gran confusione sembra di intravedere una mano di Zaccarelli che tocca il pallone, ma la palla dopo aver ballato parecchio davanti a Terraneo è allontanata. Gli ascolani reclamano il rigore ma l'arbitro fa cenno di continuare. Al 28' Terraneo è costretto ad uscire a valanga sui piedi di Bellotto, e subito dopo Bellotto è libero e colpisce di testa mandando il pallone a lato vicinissimo al palo. In questa occasione la difesa granata sembra si sia lasciata prendere completamente scoperta. E in chiusura del primo tempo Pulici ha probabilmente l'unica occasione per il Torino, ma la palla dopo aver scavalcato tutta la difesa gli arriva e lui la butta malamente a lato. La ripresa comincia subito con il Torino in difficolta. Nell'applicare il solito giochetto del fuorigioco, la difesa del Torino lascia che Trevisanello allunghi a Torrisi, che si trova liberissimo davanti a Terraneo. Il portiere con una spericolata uscita riesce a far perdere la coordinazione all'avversario, anche se viene saltato, ma il pallone finisce sul fondo dopo aver fatto la barba al palo. Al 65' c'è un cross dalla destra di Anastasi, Terraneo in uscita spericolata riesce ad anticipare tutti ed a bloccare il pallone. Dopo un minuto c'è un'altra occasione per l'Ascoli: Bellotto è messo giù da Pecci in piena area con una spallata: anche stavolta gli ascolani reclamano il calcio di rigore, ma l'arbitro dice ancora una volta di no. La cronaca continua registrando sempre gli attacchi dell'Ascoli, mentre il Torino sta a guardare. C'è un colpo di testa di Scanziani che Terraneo è bravissimo ad intuire ed a bloccare. Ascoli sempre più scatenato: c'è Boldini che entra in area dopo aver saltato tutti gli avversari come birilli, ma ancora una volta è Terraneo che riesce a salvare la situazione. Comunque si arriva al gol, quando ormai mancano cinque minuti alla fine. L'azione è molto complicata sulla destra, finché In piena mischia si registra una punizione di Moro, che allunga il pallone a Scanziani; questi di testa lo devia verso Pircher il quale fa altrettanto e riesce a mettere in ottima posizione Torrisi che colpisce nettamente il pallone mandandolo in rete, mentre Terraneo era completamente tagliato fuori dall'azione. C'è ancora una punizione a favore del Torino, ma si conclude con un nulla di fatto: l'Ascoli ha vinto e meritatamente, mentre i giocatori del Torino lasciano il campo a testa bassa. Il sogno del Torino di arraffare il pareggio si è miseramente infranto a cinque minuti dalla fine. Ma già, quando parliamo di ''sogno'', inquadriamo più che esaurientemente quella che è stata la partita dei granata: se fossero riusciti a tenere lo zero a zero, avrebbero fatto il massimo, contro la squadra di casa che ha tenuto sempre saldamente in pugno le redini del gioco. Ora si può dire che l'Ascoli abbia giocato la sua gagliarda partita, arrembando quando ha potuto, mettendo in mostra le sue qualità di entusiasmo, ma non slamo di fronte ad una squadra trascendentale. Se si affronta una provinciale di questo tipo (sia pure galvanizzata dal suo pubblico) con una specie di timore reverenziale che paralizza i più elementari movimenti e le si lascia supinamente e costante- mente l'iniziativa, si deve mettere in preventivo che, prima o poi. la difesa faccia un errore. Si potrà obiettare che l'Ascoli l'iniziativa se l'è presa, ma se le cose stanno davvero cosi, la situazione del Torino è ancora più grave: significa, infatti, che i granata sono destinati a subire in ogni caso, se non cambiano immediatamente volto. La vittoria dell'Ascoli (ed il fatto che abbia sempre controllato la partita senza difficoltà) scaturisce da un fatto basilare e incontrovertibile: il Torino ha giocato senza il reparto offensivo - davvero ''senza'' -, il quale era in campo esclusivamente perché il regolamento esige che si giochi in undici. Ma sul piano, non diciamo delle realizzazioni, ma anche del riuscire a creare una sola occasione accettabile, lo zero più assoluto. Davanti i tre grossi nomi del Torino (Pulici - Graziani - Claudio Sala) non hanno tenuto il pallone, permettendo quindi agli avversari, che avevano il facile compito di controllarli, d'inserirsi nelle azioni offensive tutte le volte che hanno voluto. In queste condizioni, tutto il peso ricadeva sulle spalle della difesa. La quale, pur contando su un Terraneo semplicemente strepitoso, su un Danova, al solito, controllore implacabile, e su uno Zaccarelli che è tornato quello dei bei tempi, non poteva che cercare di procrastinare nel tempo quella che era una caduta praticamente inevitabile. Stavolta, il Torino non ha attenuanti, anche perché giocava praticamente al completo, con la sola assenza di Salvador!: con tutti i suoi "campioni" in campo, la squadra si è miseramente sfasciata: qualcuno fra i giocatori ha fatto intendere chiaramente che cosi non si può andare avanti, che la società dovrà prendere dei provvedimenti. La squadra non trova il gol da parecchio tempo, ha perso completamente la lucidità e francamente non si vede una via d'uscita: Gigi Radice era davvero avvilito, non riusciva a rendersi conto di una situazione che è sfuggita al controllo di tutti. Chiamare in causa lui, organizzare contestazioni a suo danno, è puerile e non ha senso: nel naufragio. Radice resta un uomo che esamina le cose con lucidità e sa ammettere gli errori di tutti, anche i suoi. Il Torino dei grossi nomi, del ''gemelli e poeti''è in balla di qualsiasi avversario che abbia la forza di aggredirlo e di stringerlo in area: la punizione contro l'Ascoli è arrivata quando la partita stava per chiudersi, ma è maturata molto prima, fin dal momento in cui le squadre sono entrate in campo. Vi sono stati momenti di autentico terrore per i granata: palle che sembravano imprendibili, il calcio di rigore reclamato dall'Ascoli (e non a torto) In un paio di occasioni, una sensazione di tragedia sempre imminente nell'aria. Era inevitabile che finisse cosi Non basta presentare la carta d'identità dalla quale risulta un nome calcisticamente illustre per giocare bene al pallone, bisogna dimostrare le proprie qualità sul campo. Cosa che troppi granata non riescono più a fare. Non parliamo di pressing, per carità, ma neppure di un gioco, semplicemente dignitoso. Salviamo Zaccarelli (che ha avuto un rientro autoritario e senza pecche, dimostrando di essere guarito e di aver ritrovato la miglior condizione), il portiere Terraneo che ha fatto tutto quello che poteva e qualcosa di più In parecchie occasioni, Danova, sempre essenziale e lucidissimo. Gli altri? SI sono visti gli attuali limiti di troppa gente, un lassismo tattico e un'incapacità a controllare la partita che lascia davvero perplessi, tanto che non si vede, alla luce di quanto è accaduto oggi, come il Torino possa trovare laforza per risollevarsi. A controllare le Inesistenti iniziative di questo Torino, l'Ascoli ha impiegato pochissimo. Anche se non dispone di elementi di grosso spicco (ma Moro è giocatore sopraffino), ha Impostato subito la sua partita con una spinta forsennata, anche perché l'avversario gli concedeva tutto, con estrema generosità: spingeva sempre e quando il Torino aveva un timido accenno a portarsi avanti, le cose diventavano immediatamente ancora più complicate. Anziché quattro o cinque uomini, Terraneo e compagni se ne trovavano immediatamente di fronte un paio di più, senza che nessuno arrivasse a dare una mano. Non era ipotizzabile che la situazione non avesse uno. Sbocco per tutti e novanta li minuti. Ed è Infatti arrivato il gol, dopo che le paure erano state parecchie. Forse, diciamo paradossalmente che per il Torino è arrivato troppo tardi,, quando non c'era nemmeno più il tempo per tentare una qualsiasi rimonta. Ma è difficile pensare che i granata avrebbero avuto la forza per ribaltare tutto: la squadra non c'è, ha smesso di esistere e non è certo questa sconfitta che evidenzia un fatto che in altre occasioni è già apparso indiscutibile. E' ora di parlare chiaro: questo Torino possiede sulla carta degli uomini di tutto rispetto. Ma, appunto, sulla carta. Se non si sbrigano a tornare in fretta quelli che tutti ricordano, la squadra di Radice non ha sbocchi, è in balla di chiunque abbia perso certi timori reverenziali. La tappa di Ascoli è Indicativa sotto questo aspetto: ci ha mostrato un Torino sbiadito e tremebondo. Vien voglia di dire: una ex squadra. E per farla tornare una squadra sul serio ci sarà da lavorare parecchio. |
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