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Comunale
27/01/1980
h.14.30
TORINO - AVELLINO 2-2 (1-0)
Torino
: Terraneo, Mandorlini, Vullo, Sala P., Danova, Masi, Sclosa, Pileggi, Graziani, Zaccarelli, Pulici. A disposizione: Copparoni, Mariani, Paganelli. All.: Radice.
Avellino: Piotti, Beruatto, Giovannone, Boscolo, Cattaneo, Valente, Piga, Tuttino (al 61' Ferrante), Pellegrini C., Pellegrini S., De Ponti. A disposizione: Stenta, Massa. All.: Marchesi.
Arbitro: Patrussi di Ravenna.
Reti: Graziani 33', 60' (T), De Ponti 73'(A), Cattaneo 83' (A).
Spettatori: 24.546 di cui 11.583 abbonati e 12.963 paganti.
Note: Giornata di sole, terreno in condizioni discrete, notevole rappresentanza di tifosi ospiti sugli spalti.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 28 gennaio 1980]
Quando l'altoparlante annuncia la formazione del Torino, con Sclosa al posto di Claudio Sala, il pubblico resta indifferente. Tifo ''freddo'', dunque, sugli spalti del Comunale malgrado una buona rappresentanza di sostenitori dell'Avellino. Ricompare anche la scritta ''Radice maccarone vattene''. In questo clima, con una squadra riveduta e corretta, il Torino stenta a carburare. L'Avellino tiene meglio il campo e al 6° sfiora il gol. Piga discende sulla destra e centra a mezz'altezza: Stefano Pellegrini sorprende sullo scatto Pileggi ma sballa la conclusione da favorevole posizione. Dalla curva Maratona s'alza il grido di ''Corea, Corea'' all'indirizzo dei granata. Ed è ancora l'Avellino (10') a rendersi pericoloso. Tenta un'offensiva il Torino e un cross sbagliato di Graziani viene sottolineato dai fischi. Al 17' Vullo e De Ponti si scambiano scorrettezze e l'arbitro li ammonisce. Al 27' si registra il primo tiro del Torino: l'autore è Graziani ma Fiotti vigila. Per mezz'ora il Torino latita e al 32' arriva il primo gol. Masi dalla destra traversa. Cattaneo respinge di testa. Sempre di testa Pulici smista su Vullo che, con la fronte, serve Graziani. Altra incornata contro la traversa del centravanti (è il terzo legno in tre partite casalinghe) che, però, è prontissimo a sfruttare, di destro, il rimpallo ed a scaraventare in rete. Un gol.. aereo. Ripresa. 50'. Un bel traversone di Zaccarelli spiove sotto porta ma l'acrobazia di Pulici non si traduce in un tiro. Ancora Pulici (59'), su cross di Pileggi, sballa la conclusione. Il 2-0 è nuovamente firmato da Graziani al 60'. Pulici promuove il contropiede lanciando Vullo che al¬ lunga verso Graziani sul filo del fuori gioco. La difesa irpina si distrae guardando il segnalinee (che ha la bandierina abbassata) e Graziani, dopo aver scavalcato di destro Piotti, lo Infila. Sembra fatta. Non è cosi. L'Avellino non s'arrende. Ferrante, subentrato dopo il gol a Tuttlno, chiama al lavoro Terraneo con una volée. Al 71' l'Avellino va a bersaglio. Claudio Pellegrini, con un doppio passo alla Biavati, si libera di Mandorlini e centra basso sotto porta. Sul pallone si avventano De Ponti, Danova e Terraneo: ha la meglio De Ponti che anticipa il portiere, I biancoverdi insistono, sospinti da Boscolo, Piga e dai frequenti inserimenti dello stopper Cattaneo. Però si sbilanciano e, su azione di rimessa, il Torino manca di poco il terzo gol: lancio di Patrizio Sala per Pulici, che, stretto fra Giovannone e Valente, effettua una girata a rete ma trova Piotti piazzato, pronto alla respinta. E' l'Avellino che pareggia al 78°. Corner di Piga sul primo palo, Pileggi respinge, la palla carambola sulla schiena di De Ponti e Cattaneo di destro la ribatte in rete anticipando Terraneo. II Torino si getta all'arrembaggio. Pileggi protesta per un presunto fallo da rigore, protesta anche Valente e viene ammonito. All'85', su passaggio di Claudio Pellegrini, Ferrante vince un contrasto con Masi e fila a rete ma l'arbitro concede una punizione, inesistente, in favore del Tornio. Allo scadere c'è un'occasione per Zaccarelli pescato però in off side da Patrassi. E finisce l'incontro fra l'esultanza dei tifosi campani e le loro trombettiere. Ribattezzato ''The Winnlng King'', Francesco Graziani ha realizzato due belle reti (una sul filo del fuorigioco), riabilitandosi sul campo dopo il clamoroso gesto di nervosismo di metà settimana, ma neppure ieri il Torino è riuscito a vincere. In vantaggio per 2-0 sull'Avellino, sino a diciassette minuti dal termine, i granata si sono lasciati infilare due volte da De Ponti e Catta-, neo: il pareggio casalingo ridimensiona cosi la classifica granata e rende sempre più anonima la sua stagione. E' dal 16 dicembre che il Torino non conquista un successo in campionato: in compenso è tornato a centrare il bersaglio dopo un'astinenza che durava da ben 391 minuti (gol di Mariani a Roma con la Lazio). A parte questi dati di carattere statistico, c'è da dire che l'Avellino, modesto tecnicamente ma ben preparato da Marchesi, non ha rubato il punto pur sfruttando due grosse incertezze difensive e di Terraneo in particolare. Ciò che sconcerta è come una squadra del calibro del Torino possa gettare alle ortiche una vittoria che sembrava largamente ipotecata. Forse i granata si sono sentiti al sicuro e si sono deconcentrati dimenticando che l'Avellino, nella prima mezz'ora, aveva costruito due grosse occasioni non sfruttate da Stefano Pellegrini e da Beruatto (parata di Terraneo) e che non era affatto ''groggy''. Sufficienza? Ingenuità? Entrambe le cose. Quella che Radice aveva presentato era una formazione inedita e ringiovanita. Mandorlini sostituiva l'infortunato Volpati nel ruolo di terzino destro accusando, essendo mancino, difficoltà di posizione. Come libero rientrava Masi mentre Zaccarelli, che alterna spunti buoni a pause dovute ad una forma atletica imperfetta, agiva in ''cabina di regia'' al posto dello squalificato Pecci, con Pileggi a tempo pieno come interno di spola e Sclosa nei panni di Claudio Sala confinato in tribuna per un turno di riposo. Sclosa, che avevamo visto esordire in serie A all'Olimpico senza complessi, ieri sembrava accusare la responsabilità di dover sostituire il capitano e gli mancava la spregiudicatezza che ha nella Primavera. Con un centrocampo improvvisato, il Torino ha faticato a trovare il passo giusto per imporre l'iniziativa ad un Avellino che non rinuncia mai ad attaccare anche se gioca in trasferta. E quando si è trattato di amministrare il vantaggio, s'è avvertita la mancanza di un elemento come Pecci che sa addormentare la partita, traccheggiando per spezzare il ritmo degli avversari. Pur avendo una squadra composta da elementi riciclati. Marchesi si dimostra un allenatore di valore perché sfrutta al massimo le caratteristiche tecnico-atletiche dei suoi giocatori e, sul piano tattico, si dimostra un bravo stratega. Ieri, però, sarebbe bastato un pizzico d'attenzione in più da parte del Torino per piegare questa provinciale che non dispone di campioni ma sa farsi rispettare. Ancora una volta i granata scontano a caro prezzo i loro errori. Tra gli imputati c'è Terraneo che, protagonista di belle parate ad Ascoli malgrado la sconfitta, ieri ha avuto un'incertezza fatale sul gol di De Ponti (complice anche Danova) e sul secondo di Cattaneo è rimasto Indeciso dopo il pasticcio scaturito dal rinvio di Pileggi rimpallato sulla schiena di De Ponti. Dare la colpa solo al portiere non è però giusto. Anche Mandorlini e Danova hanno le loro responsabilità nell'azione in cui l'Avellino ha dimezzato lo svantaggio. E Pileggi non è immune da pecche nello sfortunato episodio del raddoppio irpino. Cosi come Masi ha perso un tackle con Ferrante sul 2-2 che poteva fruttare il punto vincente all'Avellino se l'arbitro Patrussi, la cui direzione ha suscitato parecchie perplessità, non avesse inventato una punizione in favore dei granata. Nel giorno in cui il Torino ritrova il vero Graziani (il migliore insieme con Vullo), centrocampo e difesa lasciano a desiderare. Radice, per un verso o per l'altro, non riesce a schierare una formazione equilibrata. Con una decisione coraggiosa, che da tempo era nell'aria, il trainer ha escluso Claudio Sala. Ma l'indisponibilità forzata di Pecci ha tolto al centrocampo un altro elemento d'ordine e la squadra ne ha indubbiamente risentito. Non per questo, però, va assolta: è inconcepibile farsi rimontare in quel modo, specie davanti al proprio pubblico. Il Torino avrebbe potuto controllare la gara senza affanno, rinserrando un po' le file e sfruttando il contropiede. Pur avendo avuto sul 2-0 una favorevole opportunità con Graziani e sul 2-1 una palla-gol con Pulici (bella respinta di Piotti), non ha saputo concretizzarle e nel finale è crollato. Se avesse vinto, il Torino adesso si troverebbe a ridosso di Perugia e Roma che tallonano il Milan. viceversa è retrocesso a metà classifica ed è stato anche sorpassato dalla Juventus. La gente ha lasciato delusa il Comunale (non è una novità) consolandosi con l'ottima prova di Graziani. L'exploit del centravanti, purtroppo, è rimasto inutile: i problemi restano e non sono di facile soluzione per quanto Radice rimpasti la squadra che, a lacune tecnico-tattiche, aggiunge momenti di defaillance che hanno profonde radici psicofisiche.