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Olimpico di Roma |
17/05/1980 |
h.17.30 |
ROMA - TORINO 0-0 - 0-0 d.t.s., 3-2 d.c.r. Roma: Tancredi, Maggiora, De Nadai, Benetti (al 91' Di Bartolomei), Turone, Santarini, Conti, Giovannelli, Pruzzo, Ancelotti, Amenta (al 75' Scarnecchia). A disposizione: P.Conti, Peccenini, Spinosi. All.: Liedholm. Torino: Terraneo, Volpati, Vullo (al 62' Mandorlini), Sala P., Danova, Masi, Greco, Pecci, Graziani, Zaccarelli, Pulici (al 96' Mariani). A disposizione: Copparoni, Pileggi, Sclosa. All.: Rabitti. Arbitro: Michelotti di Parma. Reti: - Spettatori: 60 mila circa di cui 53.279 paganti per un incasso di 317.336.500 £. Note: La Roma vince la Coppa Italia 1979/80. Ai calci di rigore: Per la Roma reti di Santarini, Conti e Ancelotti, errori di De Nadai, Pruzzo e Di Bartolomei; per il Torino reti di Mandorlini e Mariani, errori di Greco, Pecci, Graziani e Zaccarelli. Cronaca [Tratto da La Stampa del 18 maggio 1980] Dopo 120 minuti di gioco e una lunga serie di rigori che ha trattenuto con il fiato sospeso, in angoscia, l'Olimpico colmo di folla, la Roma ha vinto la Coppa Italia battendo il Torino per 3-2. Lo stadio, dopo la parata decisiva di Tancredi su tiro dal dischetto di Zaccarelli, è impazzito di tifo e mille fiaccole nella notte calante hanno salutato il posto in Europa della formazione giallorossa, e Liedholm vincitore l'anno scorso dello scudetto alla guida del Milan, è stato portato in trionfo. L'allenatore, al solito così freddo e distaccato, ha tradito attimi di intensa emozione. Per lui si tratta della prima Coppa Italia conquistata, impresa mai riuscita al collega granata Rabitti, che ha lasciato il terreno di gioco a testa china. Il Torino, in effetti, pareva già sicuro vincitore dopo che Terraneo, dimostrandosi specialista nel parare dagli undici metri, aveva bloccato con facilità i tiri di Giovannelli, De Nadai e di Di Bartolomei, lasciandosi sorprendere soltanto dal preciso sinistro di Bruno Conti. Il risultato, a quel punto, era di 2-1 per il Torino che era andato a segno con Mandorlini e Mariani, mentre Greco non era riuscito a superare Tancredi. Due a uno e per i granata dovevano ancora calciare Graziani e Pecci, per la Roma soltanto Santarini. Ebbene, Graziani ripeteva l'impresa negativa di Bologna, domenica scorsa, e calciava altissimo sulla traversa, Santarini invece ingannava Terraneo. Restava Pecci, con il centravanti uno dei migliori in campo, e anche Eraldo si lasciava prendere dall'emozione e tirava addosso al portiere. Due pari, tiri ad oltranza. Avanzava Ancelotti che fra un tripudio di folla portava in vantaggio la Roma, e subito gli applausi si trasformavano in fischi quando Zaccarelli piazzava il pallone per il tiro decisivo: Tancredi con un gran volo sulla sinistra deviava il pallone e per la Roma era Coppa Italia. Ci siamo dilungati nella descrizione dei calci di rigore perché senza dubbio si è trattato dell'episodio più catturante di una partita soltanto a tratti ricca di emozioni. Il Torino ha avuto il grave handicap di giocare la finale in trasferta. E di certo il fatto ha pesato sul rendimento generale della squadra, costretta per la più parte della gara a subire l'iniziativa degli avversari, incitati a gran voce da un pubblico numerosissimo. Lo stadio era tutto giallorosso, visto che al seguito dei granata sono giunti qui a Roma un centinaio scarso di tifosi, compresi gli otto raccattapalle in tuta granata, unico particolare capace di distinguere, formalmente, la neutralità del campo. Costretto ad agire in condizioni di chiara inferiorità ambientale, il Torino ha comunque retto la partita senza grandi sbandamenti. Nel primo tempo la Roma si è dimostrata più svelta a centrocampo, è vero, più corale nel gioco, ma i granata non hanno mai corso seri pericoli, se si esclude una bella azione Ancelotti-Pruzzo-Benetti al 28' interrotta con prontezza da Danova. Rientrava Pulici nel Torino, uomo nelle intenzioni capace di far saltare con scambi di posizione la zona difensiva giallorossa, e l'attaccante, se si considera la lunga inattività, non ha deluso le aspettative. Ma il Torino, cercando di congelare il gioco, non ha spinto con decisione al contrario di quanto è avvenuto nella ripresa quando favorito da un leggero calo fisico degli avversari si è invece disteso con maggior consapevolezza in attacco. Il secondo tempo è stato più alterno, ricco di capovolgimenti di fronte, e anche le occasioni sono state una per parte. Al 67' Ancelotti è fuggito sulla destra calciando poi in diagonale sul palo, al 72' ha risposto Pulici con una splendida mezza girata di destro sulla quale Tancredi ha compiuto il miracolo deviando d'istinto col corpo. Logici e giusti i tempi supplementari, una specie di consuetudine ormai per il Torino che nei precedenti due turni, contro Lazio e Juventus, aveva dovuto, per imporsi, giocare 120 minuti. Nel secondo dei due tempi non sono mancate le emozioni. Il Torino ha tirato con Pecci (106'), Graziani (107') e Volpati (109'), la Roma ha colpito un palo su punizione di Di Bartolomei al 116', e la gara ha avuto fiammate degne di una finale di Coppa. Poi i rigori, e l'eroe è finito per diventare Tancredi, cui sono andati gli applausi deliranti della folla dell'Olimpico. La gloria non ha invece baciato Terraneo, malgrado la grande prova personale: tre rigori parati, cui vanno aggiunti i tre contro la Lazio e i due con la Juventus. Otto tiri dal dischetto intercettati su sedici, eppure il Torino ha perso ugualmente la Coppa. |
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