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Comunale
14/09/1980
h.16.00
TORINO - PISTOIESE 1-0 (0-0)
Torino
: Terraneo, Volpati, Salvadori, Sala P., Danova, Masi, D'Amico, Pecci, Graziani, Zaccarelli (al 46' Sclosa), Mariani. A disposizione: Copparoni, Davin, Cuttone, Ermini. All.: Rabitti.
Pistoiese: Mascella, Zangano, Marchi, Benedetti (al 72' Paganelli), Bellugi (al 78' Quattrini), Lippi, Luis Silvio, Agostinelli, Rognoni, Frustalupi, Borgo. A disposizione: Pratesi, Venturini, Polverino. All.: Vieri.
Arbitro: Lo Bello di Siracusa.
Reti: Sala P. 58'.
Spettatori: 18.230 di cui 5.667 abbonati e 12.563 paganti.
Note: Ammoniti Frustalupi, Masi, Marchi e Agostinelli. Espulso al 55' Pecci per fallo su Benedetti. Esordio assoluto in serie A per la Pistoiese, giornata calda, terreno in ottime condizioni. Nella Pistoiese due ex granata, il calciatore Paganelli e il tecnico Lido Vieri.
Cronaca
[Tratto da La Stampa Sport del 15 settembre 1980]
Così è andata sino al 56': Un minuto dopo, il Torino ridotto in dieci acciuffava il sospiratissimo gol con una prodezza di Patrizio Sala. Il maratoneta granata è stato semplicemente splendido: ha disteso il destro su di una traiettoria impennatasi sulla soglia dell'area ospite e ha colpito al volo forte e preciso da venti metri. Il suo-shoot schizzava sull'interno del palo alla sinistra di Mascella e carambolava in fondo al sacco. E' stato il lampo che nel primo tempo era mancato al Torino per sorprendere la tignosa difesa della Pistoiese, arroccata attorno a uomini carichi di anni e di esperienza come Prustalupi e Bellugi e affidata alla mobilità dei vari Rognoni, Agostinelli e Benedetti. I ventiquattromila del Comunale aspettavano D'Amico, l'unico nome nuovo schierato dopo la forzata rinuncia a Van de Korput, e l'ex laziale si è fatto ammirare per alcuni numeri di alta scuola e per talune intelligenti aperture. C'è anche da osservare che Vieri gli ha riservato un trattamento particolare, incaricando Borgo di incollarsi ai garretti del numero sette granata. D'Amico ha sofferto il marcamento asfissiante del capitano avversario, anche perché, per tutto il primo tempo, si è trovato ad agire in una zona del campo affollata quasi come il settore centrale della curva Maratona. Sembrava di assistere all'assedio delle buone intenzioni granata: contenute le invenzioni di D'Amico, Pecci cercava affannosamente dei varchi nei quali inserire di forza la manovra del Torino. Pecci regista d'acciaio, avvertiva uno striscione issato sulla curva dei fedelissimi: anche se non ha mai avuto l'aspetto di un carro armato, il buon Eraldo si è improvvisato guastatore in almeno due occasioni. Nella prima ha sottratto di rabbia una palla a Borgo sulla tre quarti e si è lanciato in slalom verso l'area, rifinendo l'azione con un intelligente diagonale per Graziani accorso da destra. La gente ha applaudito Pecci e l'intuito di Bellugi, spettacolare nel bloccare l'iniziativa con un colpo di tacco (26'). Nell'altra, un'incursione di trenta metri vanamente ostacolata da Benedetti, Pecci ha chiuso il suo match. Senza di lui, e sull'1-0, mutava la fisionomia del gioco granata. Il Torino che riusciva a liberare la sua spinta offensiva solo sulla corsia destra (dove Frustalupi stentava a frenare gli arrembaggi di Patrizio Sala e Volpati) riacquistava la sua baldanza nella stoccata decisiva del suo infaticabile mediano. Se in precedenza Pecci aveva calamitato il gioco dei suoi, in dieci gli uomini di Rabitti mettevano da parte il fraseggio di centrocampo e si avventavano negli spazi concessi loro dal tentativo avversario di farsi sotto. Il continuo tourbillon di Graziani (talvolta brillante, talvolta opaco contro Bellugi, prima, e Zagano, poi) e Mariani attirava sull'asse centrale Patrizio Sala e Sclosa, buon sostituto nella ripresa dell'infortunato Zaccarelli, mentre Salvadori, sempre attento (e ammirato in un pressing vincente al 71') aveva modo di scendere in coppia con Volpati sulle fasce laterali. Anche D'Amico, in posizione più avanzata, domava la resistenza di Borgo. In questo scorcio il Torino ha provato a spumeggiare. L'intesa si traduceva sul campo in geometrie e ai granata continuava a mancare solo il rush finale per raddoppiare. Venti minuti buoni di spavalderia (con qualche eccesso di individualismo), il tempo necessario alla Pistoiese per riordinare le idee e a Vieri di trovare spazio ad una seconda punta (Quattrini) e all'ex di turno (Paganelli). Poi il Torino forse cominciava a pensare al Molenbeek e si lasciava chiudere nel suo angolo, attorno alla coppia di difensori centrali della scorsa stagione: Danova, puntualmente sicuro, e Masi, disinvolto nel ruolo di vice Van de Korput. Si scopriva che in campo c'era pure il brasiliano della Pistoiese (Terraneo deviava in corner un tiro di Luis Silvio) e si vedeva impegnata anche la difesa granata, con Graziani generosissimo nel rientrare e nel contribuire a sciogliere l'affanno degli ultimi minuti.