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Olimpico di Roma |
05/10/1980 |
h.15.00 |
ROMA - TORINO 2-0 (0-0) Roma: Tancredi, Spinosi, Maggiora, Turone, Falcao, Romano, Conti B., Di Bartolomei, Ancelotti, Giovannelli, Scarnecchia. A disposizione: Superchi, De Nadai, Amenta, Sorbi, Rocca F. All.: Liedholm. Torino: Terraneo, Volpati, Salvadori, Sala P., Danova (al 65' Cuttone), Zaccarelli, D'Amico, Pecci, Graziani, Sclosa, Mariani. A disposizione: Copparoni, Masi, Pulici, Ermini. All.: Rabitti. Arbitro: Casarin di Milano. Reti: Ancelotti 49', Di Bartolomei 55'. Spettatori: 47.052 di cui 28.552 paganti 18.500 abbonati (quota non definitiva). Note: Campo di gioco leggermente allentato per via di un temporale che poco prima del match si è scatenato sull'Olimpico; angoli 6-3 per il Torino, sorteggio antidoping per Danova, D'Amico e Cuttone. Cronaca [Tratto da La Stampa del 6 ottobre 1980] La Roma, superato lo choc dell'eliminazione dalla Coppa, ha battuto il Torino con un netto 2 a 0, ed è rimasta sola in testa alla classifica del campionato. E' stata una vittoria netta nel punteggio e nel gioco, combattuta soltanto nel primo tempo contro un Torino in serie difficoltà. Non era una Roma trascendentale. I difetti di sempre erano evidenti. Ma il confronto con un Torino dimesso, stanco e sfiduciato, ha segnato sempre, o quasi sempre, la superiorità dei romani, che avrebbero potuto arrotondare ancora il già netto bottino. Sarebbe bastata maggior attenzione da parte di qualche attaccante per dare al risultato il sapore di un trionfo. Il merito della Roma è stato essenzialmente quello di aver dimenticato presto la triste eliminazione dalla Coppa, puntando sulla rivincita nel campionato di casa. L'avversario non era facile. Anzi il Torino, alla vigilia era temuto e giustamente, perché la squadra di Rabitti non usa regalare nulla. I romanisti hanno affrontato la prova senza paura. Non c'era Pruzzo, infortunato, e Liedholm lo ha sostituito con Ancelotti che vera punta non è, e Ancelotti ha giocato con coraggio, affrontando situazioni difficili con grande grinta e specialmente correndo sempre. Scarnecchia, a sinistra, ha avuto spunti di buon valore, ma ha anche sbagliato molto, mentre Conti è parso leggermente affaticato. Falcao ha governato il gioco alla sua maniera, senza brillare molto, ma anche senza sbagliare nulla. Non ha espresso numeri di gran calcio, ma è stato continuo, permanentemente in movimento; ha suggerito ed ha disturbato l'avversario quando le circostanze lo impegnavano in difesa. Di Bartolomei ha tratto grande vantaggio dalla condotta del brasiliano, e cosi Giovannelli, che rientrava dopo una assenza voluta da Liedholm per punizione. La difesa romanista (ottimo Spinosi) non ha avuto gran lavoro. E qui il discorso passa sui demeriti del Torino, che sono tanti. La squadra di Rabitti ha subito il gioco concedendo all'avversario larga libertà di manovra. In difesa - non c'era Van de Korput - si sono notati periodi di grosso grigiore, con i romanisti troppo sovente liberi in zona di tiro. Terraneo, Salvadori, Patrizio Sala e Pecci si sono salvati, ma tutti gli altri hanno grosse colpe. E bene ha detto Rabitti alla fine: ''Con i miei giocatori parlerò chiaramente''. E' il momento di stringere i freni. Questa squadra vale assai di più di quanto abbia dimostrato a Roma. In difesa le distrazioni sono assommate ad errori. Volpati e stato superato sul ritmo da Scarnecchia, e Zaccarelli ha confermato di non gradire il compito di libero. Forze Zac è il meno colpevole, perché non è abituato al ruolo, però con un po' più di attenzione certe situazioni difficili sarebbero state affrontate e risolte In modo ben diverso. Ma dove la critica deve essere più severa è a centro campo perchè il disordine e la lentezza del gioco di troppi granata hanno vanificato anche la prestazione da elogio pieno di Pecci. E nella critica includiamo oltre a Sclosa anche D'Amico, troppo evanescente, troppo fragile. Forse lo ha tradito l'emozione d'essere tornato a Roma, forse ha peccato in eccesso di preziosismi, ma D'Amico deve dare un ben altro apporto al gioco della squadra. Ieri non ha effettuato un solo passaggio utile in tutta la partita. Mariani è' giovane e deve migliorare, cosi all'attacco è rimasto il solo Graziani. Non è in forma, lo si vede come corre. Graziani sente il peso di grave responsabilità di essere il capitano di una squadra in difficoltà, e si innervosisce. Anche ieri si è fatto ammonire per proteste. Cosi come era successo a Catanzaro. Sono i segni di un momento delicato. Questa è la seconda sconfitta consecutiva in trasferta del Torino. Dopo Catanzaro. Roma. Due passi falsi, segno di una leggera crisi a cui bisognerebbe reagire in qualche modo. Inutile recriminare sulla fatalità del primo gol. Ha ragione Terraneo quando dice ''che almeno due avversari erano liberi per il tiro'', ed è egualmente inutile protestare per il rigore che Casarin ha concesso per un fallo di Patrizio Sala e Danova (in contemporanea) ai danni di Turone. Casarin è stato molto severo, ai granata non ha perdonato proprio nulla, ma nascondersi dietro queste proteste sarebbe un errore. Bisogna affrontare la realtà: il Torino non è più la fresca squadra di qualche mese fa. Ha perso grinta, ha rinunciato al pressing, ha molti giocatori fuori condizione. Stanchezza per la Coppa? Anche i giocatori della Roma erano stanchi, ma hanno giocato e vinto con pieno merito. Il primo tempo è trascorso monotono e senza molte emozioni. Terraneo ha parato un tiro di Falcao, ma la palla era centrale e prendibile (4'). Poco dopo Scarnecchia approfittava di un dribbling sbagliato di Zaccarelli e fuggiva sulla sinistra, aiu- p tandosi con una mano. Arrivava in area e tentava, sbagliando il pallonetto. Il Torino giocava al piccolo trotto. La Roma non forzava i tempi. Verso la mezz'ora Graziani era ammonito per proteste. L'equilibrio era rotto al 49'. I romanisti interrompevano un intuite fraseggio granata a centro campo e partivano con Scarnecchia. Che serviva Di Bartolomei. Pronto il tiro del centrocampista giallorosso, ed altrettanto pronta la risposta di Terraneo. La palla giungeva però a Ancelotti, liberissimo sulla sinistra, ed era gol a porta vuota. Passavano pochi minuti e Turone avanzata entrando in area. Veniva affrontato da Patrizio Sala e da Danova. Per Casarin era rigore. Inutili le proteste dei torinesi. Di Bartolomei batteva su Terraneo in uscita, ma riprendeva e segnava il secondo gol (55'). Il Torino quasi rinunciava a reagire, e su contropiede Scarnecchia e Ancelotti sbagliavano altre buone occasioni. Danova usciva zoppicante, entrava Cuttone (75'). Graziani tentava di reagire, ma lottava senza effetti pratici. Pecci e P. Sala continuavano a giocare, ad un buon livello. Ma D'Amico si ''nascondeva'', Mariani vagava, Sclosa non poteva fare di più. Finiva con una deviazione rabbiosa di Graziani verso la porta di Tancredi, ma la palla finiva fuori di poco. |
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